Lorenzo D’Albergo la Repubblica 2 dicembre 2022
Autopsia di un capolavoro
“Così i signori dello sport hanno devastato l’impianto”
in uno stato di deterioramento diffuso».
Curva Nord e Sud sono di fatto a rischio crollo a causa di «diffusi e prolungati fenomeni di infiltrazione che hanno determinato l’ammaloramento del calcestruzzo e la corrosione delle armature metalliche».
Terzo punto, le palestre e la piscina, nonché i vecchi spogliatoi della curva Nord, «gravemente deteriorati da infiltrazioni provenienti dalle soprastanti gradinate, aggravata da carente e inappropriata manutenzione». I locali tecnici della piscina « sono prossimi al collasso». Anche i locali sotto la tribuna «sono danneggiati per il malfunzionamento e la mancata manutenzione del sistema di raccolta e smaltimento delle acque ricadenti sulla pensilina di copertura». Hanno giocato un fattore anche le azioni vandaliche favorite dallo stato di generalizzato abbandono ».
Si passa alle tribune e alla loro copertura in cemento armato: le sedute a Ovest presentano «estese microlesioni » . I canali di raccolta delle acque, non puliti, sono state invase da erbacce. La loro « mancata estirpazione » hanno ostruito i bocchettoni di scarico.
Pavimentazioni, scalinate e ballatoi, se possibile, sono messi ancora peggio. La causa? Le solite infiltrazioni d’acqua e la mancanza di manutenzione. È quindi il turno dell’impianto termico a servizio delle palestre, della piscina e degli ex spogliatoi. Si registrano « difficoltà di installazione e inefficienza energetica dovuta a mancanza di coibentazione e di sistemi di regolazione dei fluidi, manomissione dei circuiti e delle valvole di termoregolamentazione » . In più anche « l’impianto idrico è piuttosto obsoleto». Anche in questo caso, favoriti dall’abbandono dell’impianto, sono entrati in azione i vandali.
Ora tocca agli impianti elettrici. Sono stati modificati più e più volte a seconda delle esigenze. Adesso « presentano apparecchiature e cavi dismessi, non funzionanti e mai bonificati». Ecco una collezione di quadri «inefficienti e degradati » . Ormai fuori norma, sono piazzati in un « ambiente insalubre e polveroso». L’impianto anticendio è a sua volta « privo di certificazione di conformità dei materiali impiegati » e «in condizioni di scarsa efficienza, tale da pregiudicarne la effettiva capacità di intervento, anche a causa del prolungato periodo di inutilizzo».
Ultimo rilievo dei consulenti: «Nelle parti esterne della struttura, le opere a verde si presentano incolte, le recinzioni hanno diffuse corrosioni, le pensiline sono in parte smontate e in parte accatastate in varie zone dello stadio » . Il tutto è condito da buche e rattoppi di bitume. Così si presenta oggi il Flaminio.