Paratici prometteva: “Soldi per tutti”. Le intercettazioni, le squadre coinvolte

Sarah Martinenghi, Franco Vanni La Repubblica 3 dicembre 2022
Paratici prometteva: “Soldi per tutti”. Quella cena segreta a casa di Agnelli
Nelle carte della procura anche gli affari con gli altri club per creare plusvalenze: Atalanta, Genoa, Sassuolo, Sampdoria, Empoli e Udinese. Nelle intercettazioni anche la telefonata tra Andrea Agnelli e John sulle perdite della Juventus

 

 

Un patto trasversale tra la Juve e altri club. Tutti ci dovevano guadagnare. E ad assicurare i loro interessi era Fabio Paratici: «L’ho sempre fatto, l’ho fatto con Caldara… l’operazione devi farmela fare a me! Dammi retta, l’operazione la faccio io anche per il Pisa! Tu dammi le linee, il resto lo metto a posto io: l’ho fatto per il Genoa e per l’Atalanta tutta la vita, l’ho fatto per il Sassuolo… quando ho i parametri sistemo tutto. Quando facevo l’operazione per l’Atalanta o per il Genoa, non pensavo alla Juve, pensavo: il Genoa deve star bene». Un sistema per quadrare i conti ma aiutare anche gli “altri”: «Gli do un fisso, gli do un bonus che rimane al Genoa, gli do un bonus quando arriva alla Juve. Se va tutto bene, troppi soldi per tutti!». Ma i conti erano in rosso: plusvalenze, manovre stipendi e false fatture con gli agenti per migliorarli. «Un contesto criminale di allarmante gravità» secondo la procura.

La cessione di Romero

Sotto inchiesta i rapporti ambigui con Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese e altri club anche stranieri, che mettono «in pericolo la lealtà della competizione». Emblematici i casi di Cristian Romero, difensore argentino passato dalla Juve all’Atalanta e poi al Tottenham, e la cessione di Demiral all’Atalanta. «Operazioni collegate, sia per la nuova veste di Paratici al Tottenham sia per la definizione di vecchi crediti a favore dei bergamaschi»: per i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello «traspare la natura non pubblica del debito della Juve». La cessione di Romero con opzione d’acquisto «sarebbe stata per motivi più economici che sportivi» ed è avvenuta «con accordi taciti, non depositati in Lega».

La cena
Un incontro riservato per discutere della crisi finanziaria del calcio al riparo da orecchie indiscrete, convocato da Andrea Agnelli, di cui Repubblica aveva dato notizia. Bloccato il progetto Superlega, l’allora presidente della Juve aveva riunito i vertici di altri club per convincerli che per salvare la Serie A servisse una media company, partecipata da fondi di investimento, a cui affidare la gestione dei diritti tv. Così, nel verde del parco della Mandria, la sera del 23 settembre 2021 si ritrovano Luca Percassi, ad dell’Atalanta, Enrico Preziosi, che in quei giorni stava vendendo il Genoa, il presidente del Milan Paolo Scaroni, l’ad del Bologna, Claudio Fenucci, e il proprietario del club, Joey Saputo. Poi Paolo Dal Pino, al tempo presidente della Lega Serie A, e a una certa ora anche il capo della Figc Gabriele Gravina, direttamente da Nyon dove ha incontrato il n. 1 dell’Uefa Ceferin. Per gli inquirenti avrebbero partecipato anche l’ad interista Beppe Marotta (in realtà declinò all’ultimo momento) e il n. 2 dell’Udinese Stefano Campoccia, mai invitato.

La procura di Torino nelle 544 pagine di richiesta di misura cautelare sottolinea come la cena sia indicativa dei «rapporti tra taluni club». Non sono riportate intercettazioni. C’è, invece, la telefonata del giorno dopo tra Agnelli e Percassi: «La presenza di Gabriele e Paolo era utile (…) spero che nasca qualcosa (…) perché se no ci schiantiamo pian pianino». Agnelli ribadiva l’obiettivo: aumentare i ricavi del calcio italiano, altrimenti destinato alla rovina.

La telefonata di Elkann
C’è anche un dialogo tra Andrea Agnelli e il ceo di Exor John Elkann (non indagato) inserito per indicare una consapevolezza della «gestione foriera di perdita». Discutendo del rinnovo del cda, Agnelli diceva: «Il tema qua, e torniamo alla genesi, all’anamnesi della situazione: cioè noi abbiamo sempre preso dei rischi e il consiglio è sempre stato informato che siano stati presi e si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo». «Sì, però come ricordi, tu avevi detto che alla fine c’è stato, da parte della direzione sportiva (…) si sono allargati, ci sono tutta una serie di operazioni che loro hanno fatto» replicava Elkann. «Esatto, facendo eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze: se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato. Questo è un dato di fatto» aggiungeva Agnelli. In questo passaggio i cugini si sarebbero riferiti agli effetti della pandemia in cui si erano dimezzate le quotazioni dei calciatori. Un crollo del mercato avrebbe quindi avuto effetti anche sulle valutazioni del passato. Il ceo di Exor nel dialogo aveva riferito di aver parlato con Allegri che doveva fare attenzione «a non dire che le politiche che sono state fatte in questi anni erano dissennate». E in un altro stralcio: «Ora bisogna gestire le cose al meglio tanto alla fine di quello che hanno fatto gli altri prima chi se ne frega». E Agnelli: «Sì, sono perfettamente d’accordo». Un dialogo che sembrerebbe riferirsi alla campagna acquisti appena terminata per rafforzare la squadra a inizio stagione. Ieri sera il Cda dimissionario della Juve ha approvato un nuovo bilancio al 30 giugno 2022, con una perdita di 239,3 milioni.

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