Fiorenza Sarzanini Corriere della Sera 3 dicembre 2022
Susanna Schlein, la rete che invoca «azioni dirette». Timore per altri obiettivi italiani
L’offensiva internazionale contro il carcere duro per il leader insurrezionalista Alfredo Cospito
Nelle scorse settimane scritte firmate da anarchici erano comparse sulle mura dell’ambasciata d’Italia ad Atene e poco distante, su quelle della Banca di Grecia, in sostegno allo sciopero della fame dell’anarchico italiano Alfredo Cospito contro la sua detenzione in regime di 41bis.
L’ordine è rimbalzato via web per settimane: compiere «azioni dirette» dove e come ognuno può. L’obiettivo è esplicito: protestare contro il decreto che ha disposto il carcere duro previsto dal 41 bis — quello che si applica a terroristi e mafiosi — per Alfredo Cospito, l’anarchico di 57 anni, che rischia l’ergastolo e che da oltre un mese fa lo sciopero della fame.
E così c’è chi è salito su una gru a Milano e chi ha imbrattato con scritte di vernice rossa il tribunale di Genova. C’è chi in Oregon, negli Stati Uniti, ha compiuto un atto contro una multinazionale e l’ha poi rivendicato su un sito internet italiano. Ma è stato l’attacco di ieri contro Susanna Schlein, prima consigliera dell’ambasciata ad Atene, a far salire il livello della minaccia.
Gli investigatori ellenici non sembrano avere dubbi, convinti della matrice anarcoinsurrezionalista e della strategia per sostenere Cospito in vista della decisione dei giudici di Roma che arriverà nelle prossime ore. Ieri, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani volava in Grecia per un incontro con le autorità di governo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi incontrava al Viminale il collega Panagiotis Theodorikakos. E questo avvalora il sospetto che la scelta dei tempi non sia stata casuale per chi ha incendiato l’auto della diplomatica, ma poteva provocare conseguenze ben più serie.
«Volevano vittime»
Una seconda molotov era stata infatti piazzata sotto la seconda vettura di Schlein, parcheggiata vicino all’impianto del gas dell’abitazione dove vive con il marito e i figli. Se fosse esplosa «poteva uccidere», hanno confermato gli inquirenti ellenici. I greci hanno già «disposto una vigilanza rafforzata presso le sedi delle autorità diplomatiche italiane», da Roma si è deciso invece di potenziare il contingente dei carabinieri in servizio in ambasciata e impegnati nei servizi di scorta.
Il 41 bis
Cospito era stato condannato per aver gambizzato nel maggio 2012 Roberto Adinolfi, l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, ma l’ergastolo gli è stato inflitto per due pacchi bomba esplosi nel giugno 2006 nella scuola allievi carabinieri di Fossano in provincia di Cuneo: non ci furono persone ferite o vittime, ma la contestazione era di strage contro la sicurezza dello Stato. Nel maggio scorso la ministra della Giustizia Marta Cartabia decide di modificare il regime cautelare disponendo il 41 bis nel carcere di Sassari perché «il detenuto è in grado di mantenere contatti con esponenti tuttora liberi dell’organizzazione eversiva di appartenenza», contestando in particolare alcuni scritti che Cospito avrebbe inviato a pubblicazioni dell’area anarchica; ma anche perché «l’associazione eversiva, alla quale il detenuto appartiene, è tuttora operante sul territorio e in particolare risulta dedita alla commissione di gravi delitti». Considerazioni che il difensore Flavio Rossi Albertini contesta nel ricorso depositato a Roma evidenziando sia «l’insussistenza dell’associazione criminale, terroristica o eversiva», sia come i comportamenti di Cospito siano al massimo «una propaganda sovversiva violenta che il legislatore ha considerato non più punibile».
Lo sciopero della fame
Dal 20 ottobre Cospito fa lo sciopero della fame e ha già perso oltre venti chili. Per lui si sono mobilitati avvocati, intellettuali, politici. Di «applicazione arbitraria e irrazionale del 41 bis» ha parlato l’ex senatore pd Luigi Manconi che poi ha rivolto un appello al direttore del Dap Carlo Renoldi. «So che in tanti, anche intellettuali e personalità autorevoli, si sono mobilitati contro l’ingiustificatezza delle misure di detenzione a cui sono sottoposto, qualcosa che per me è impossibile da accettare e che continuerebbe a farmi sentire murato vivo in un carcere», aveva detto nei giorni scorsi. E ieri l’avvocato Rossi Albertini ha voluto evidenziare come «la quasi totalità delle iniziative di solidarietà sono state legittime e legali e se pure hanno travalicato il limite sono state forme di scarsissima offensività giuridica». «Facciamo sviluppare le indagini e agiamo con razionalità», ha aggiunto, consapevole che le azioni violente potrebbero pesare negativamente sulla decisione dei giudici di Roma che arriverà tra qualche giorno.
La minaccia
«Quotidianamente in queste aule uomini togati decidono della liberà altrui, della vita e della morte di migliaia di persone che per scelta o necessità si sono sottratte alle leggi di uno Stato che quotidianamente sfrutta, affama, avvelena», è il messaggio apparso sui siti di matrice anarchica alla vigilia dell’udienza di due giorni fa. Con l’attacco di Atene la minaccia è apparsa molto più seria e adesso il timore è che ci possano essere altre azioni analoghe — oppure spedizioni di pacchi bomba — contro obiettivi italiani, nel nostro Paese o all’estero.