Un altro Matteo per il Pd, Ricci da Pesaro

Giovanna Vitale La Repubblica 3 dicembre 2022
Ricci: “Al Pd serve più sinistra, ecco perché scendo in campo. Renzi disturba, teniamolo fuori”
Il sindaco di Pesaro, quasi candidato al congresso dem: “Lavoro e ambiente al centro del manifesto che porteremo in tour fino all’evento del 16 dicembre a Roma”

 

Sindaco Ricci, Nardella ha scelto Bonaccini, lei che fa? Si mette in proprio o si accoda?
“Per le candidature ufficiali c’è tempo fino al 27 gennaio, è una delle stranezze di questo bizzarro percorso congressuale. Di fatto, prendendo sul serio la Costituente, noi siamo in campo da tempo: per primi abbiamo lanciato un manifesto di 10 idee per ricostruire il Pd, frutto del giro nella provincia italiana che ci ha voltato le spalle da un decennio”.

E cosa dicono queste dieci idee?
“Raccontano chi vogliamo e dobbiamo rappresentare: chi soffre, il lavoro e chi rischia per crearlo, chi si batte per salvare il pianeta. Questi, in sintesi, i 10 punti che porteremo in tour fino al 16 dicembre, quando ci sarà un evento nazionale a Roma”.

Quel giorno scioglierà la riserva?
“Le prossime due settimane saranno decisive per capire se questo lavoro sui contenuti si trasformerà in qualcosa di più”.

Sta aspettando di sapere se, oltre a Bettini e a un pezzo di Pd romano, la sosterrà anche la corrente di Orlando?
“Vediamo, ci si incontra sui temi e le prospettive. La mia è che il Pd tenga la barra a sinistra e sia combattivo all’opposizione: solo così potremo contrastare l’opa ostile che stiamo subendo sia da Conte sia da Renzi e Calenda. Va in questa direzione l’idea di una mobilitazione per il salario minimo, da tradurre in una proposta di legge popolare: la destra con gli evasori, noi con i lavoratori sfruttati e sottopagati”.

Quindi il Pd si può scalare solo con il supporto delle correnti?
“Dobbiamo uscire dall’ipocrisia: alla fine conterà il voto tra gli iscritti nei circoli. Il fatto che vadano solo in due alle primarie comporta che sia il partito esistente, non quello del futuro, ad avere un peso sull’ascesa dei candidati”.

Decaro ha lanciato un appello: tutti gli amministratori locali si uniscano intorno a Bonaccini. Lei sembra resistere, perché?
“È importante che i sindaci siano protagonisti, basta pacche sulle spalle. In tanti sono con me in questa battaglia. In Italia il 70% di noi è di area progressista: rappresentiamo quella sinistra di prossimità che ha vinto e convinto anche in momenti politici difficilissimi. Ma essere sindaci o governatori non basta, bisogna avere una linea politica e una visione del partito chiare”.

Quindi lei non è disposto a tirare la volata al presidente emiliano?
“In questo momento io sto girando l’Italia per parlare di idee. Dopodiché dobbiamo scegliere un candidato o una candidata sapendo cosa intende fare per e del Pd, non per altro. E soprattutto vivere questa fase come una competizione cooperativa, altrimenti è a rischio l’unità”.

Sta dicendo che chi non arriva alle primarie se ne va?
“Se si gestisce il congresso in maniera divisiva, qualche rischio esiste”.

Se perde il congresso, la sinistra interna va con il M5S di Conte?
“Il partito si guida sempre dal centro ma per rilanciare il Pd bisogna rafforzare l’anima di sinistra che negli ultimi anni si è molto appannata, senza però contrapporla al riformismo perché quello vero è progressista. Penso a una sinistra veloce, capace di attrarre anche i ceti produttivi e l’elettorato più moderato non scimmiottando la destra sul fisco o barattando i diritti per lo sviluppo, ma stando dentro gli ingranaggi della modernizzazione del Paese, facendo prevalere la semplificazione sulla deregulation di Lega e FdI”.

Secondo lei il Pd è troppo riformista e poco progressista?
“Ci hanno abbandonato i ceti popolari: un partito come il nostro se non rappresenta il riscatto sociale perde la sua funzione storica. Il 70% della povertà è ereditata, in questo dato c’è tanto della crisi del Pd”.

Anche Schlein vuole più sinistra.
“Benvenga! Tutti sono utili per coinvolgere e allargare. Credo molto nella gavetta. Io ne ho fatta tanta”.

Schlein non ha fatto abbastanza gavetta?
“Ognuno di noi ha il suo percorso”.

Con Bonaccini torneranno Renzi e compagni?
“Non credo, ma dobbiamo tenere Renzi fuori dalla discussione congressuale perché disturba, ha l’obiettivo di demolire il Pd. E dobbiamo pretendere rispetto per la nostra comunità che si rimette in cammino. Anche da Conte che deve ricordarsi che senza il Pd non ci sarebbe il Pnrr e non avremmo contrastato meglio di altri la pandemia”

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