Bankitalia la boccia il governo su contante e stop al Reddito

Claudia Voltattorni Corriere della Sera 6 dicembre 2022
Manovra, Bankitalia la boccia su contante e stop al Reddito
«Si rischia di incentivare l’evasione». Il gelo di Fazzolari (poi frenato da Palazzo Chigi)

 

L’impostazione della manovra «appare prudente» visti «l’elevata incertezza che caratterizza il quadro macroeconomico e i limitati spazi di bilancio a disposizione». E però la flat tax «pone un rilevante tema di equità orizzontale» oltre a rischiare di «incentivare l’evasione per evitare l’aggravio fiscale». E soprattutto: «Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Piano nazionale di ripresa e resilienza e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale».

L’affondo di Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, arriva durante la sua audizione sul ddl Bilancio ieri davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato (presenti appena 7 componenti su 50). Una relazione che si trasforma però in una bocciatura delle misure più discusse della manovra all’esame della Camera, dalla flat tax all’innalzamento del tetto al contante a 5 mila euro allo stop all’obbligo del Pos fino a 60 euro. «Soglie più alte — puntualizza Balassone — favoriscono l’economia sommersa», mentre «l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale».

Tanto basta per provocare il risentimento del governo. A partire da quello del sottosegretario della presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari secondo cui «Bankitalia è partecipata da banche private: legittimamente ha una visione che reputa più opportuno non ci sia più utilizzo di denaro contante». Parole che qualche ora più tardi vengono precisate da fonti di governo che frenano: «Non è mai stata messa in discussione l’autonomia della Banca d’Italia che gode invece di pieno apprezzamento per il suo operato» e anzi, la posizione su moneta elettronica e contante «è legittima: nessuna polemica quindi».

Ma il caso tiene banco e altri esponenti della maggioranza bollano come «sensibilità legittimamente eterogenee quelle sul rapporto tra contante e pagamenti elettronici» (Federico Freni, sottosegretario al Mef, Lega) e quella di Balassone «un’opinione come tutte le altre» (Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, Forza Italia). Insorgono le opposizioni. Il Pd chiede alla premier Giorgia Meloni di ritirare le norme su contante e Pos, mentre Giuseppe Conte, leader M5S parla di «evasione di cittadinanza, al posto del reddito».

In serata arriva una nuova bocciatura. Stavolta è l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che, sempre in audizione, giudica negativamente la flat tax («Pone problemi di equità»), e le misure su Pos e contanti che, spiega la presidente Lilia Cavallari, «allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro». Avvisa dei «rischi che gravano sulla crescita del 2023» ed esprime dubbi su alcune coperture e spese «incerte». È «positiva» invece «la valutazione sull’impegno a ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil», per questo «il ricorso al finanziamento in deficit dovrà essere necessariamente limitato». E sul reddito di cittadinanza: «Il 23% i potenziali esclusi, meglio una abolizione contestuale all’introduzione di un nuovo strumento».

 

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