Paolo Baroni La Stampa 10 dicembre 2022
Bonus diciottenni, la scure: i 500 euro non si cedono e si spendono solo in Italia, stop a discoteche e Netflix
In sei anni erogato oltre 1 miliardo di euro a 2,5 milioni di ragazzi. Dai finti acquisti ai resi, la Finanza scopre frodi per 9 milioni
I 441.515 giovani che si sono registrati quest’anno sul portale del Ministero dei Beni culturali saranno gli ultimi a ricevere il bonus 18enni. Un emendamento alla legge di bilancio firmato da tutto il centro destra (il presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, Rossano Sasso della Lega e Rita Dalla Chiesa di Forza Italia) cancella infatti il bonus introdotto sei anni fa dal governo Renzi che serviva a finanziavano l’acquisto di libri e giornali e ad acquistare biglietti per cinema e spettacoli dal vivo, mostre e musei. In tutto si tratta di ben 230 milioni euro che adesso vengono dirottati sul Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo, il Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie, il Fondo per lo spettacolo dal vivo, ma anche a favore delle «attività di rievocazione storia del la Girandola di Roma».
Immediate le proteste di Confindustria Cultura, di Federculture, dell’Associazione degli editori e delle varie organizzazioni dei librai, e la sollevazione di tutte le opposizioni. A partire ovviamente da Matteo Renzi che per difendere il«suo» bonus ha subito lanciato una petizione on line che in poche ore ha raggiunto le 10mila firme annunciando ostruzionismo in Parlamento per sventare l’abrogazione di 18App che ha bollato come «follia! ». «Si riempiono la bocca di “patria” ma poi fanno di tutto per distruggerne l’identità culturale» incalza il leader del Terzo polo, Carlo Calenda. «Ormai contro le ragazze ed i ragazzi è una persecuzione. La destra vuole l’Italia dei privilegiati» ha invece dichiarato Nicola Zingaretti (Pd). In rivolta anche i 5 Stelle che parlano di «danno norme perché le risorse a copertura di questo strumento sono state rese stabili nella scorsa legge di bilancio e gli operatori del settore, che dopo la pandemia ed in questa fase di crisi va ancora sostenuto, contano su quegli introiti».
Il centrodestra ha ovviamente respinto tutte le accuse. «Polemiche pretestuose e fuori contesto» le ha definite Gimmi Cangiano di Fratelli d’Italia, specificando che «App18 non ha mai del tutto assolto alla finzione per cui era stata ideata diventando una sorta di lasciapassare per comprare di tutto, dai cellulari ai videogiochi». Per non parlare poi delle truffe, segnalate anche da Maurizio Gasparri (Fi) e da Vittorio Sgarbi, «come testimoniano le indagini della Guardia di Finanza che ha accertato truffe per almeno 9 milioni di euro».
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ieri si è chiamato fuori dalla querelle spiegando che «si tratta di una decisione parlamentare». Per Mollicone «la norma va resettata perché ci sono indagini della Gdf delle procure tutt’ora in corso, la Corte dei conti è arrivata ad ipotizzare il danno erariale ed anche il Consiglio di Stato a giugno, quando l’ex ministro Franceschini che ora protesta era ancora in carica, ha inviato un parere favorevole a questa misura con elencando però tantissime condizionalità». L’esponente di Fdi poi rassicura le categorie che a loro volta hanno protestato ricordando «le risorse che fino ad oggi erano destinate a 18App andranno direttamente a favore di cinema, spettacolo, editori e librai». E comunque, aggiunge Mollicone, «non siamo contrari a politiche attive a sostegno di questo tipo di consumi. Per questo abbiamo già concordato col ministro Sangiuliano di convocare a gennaio tutte le categorie coinvolte per definire le linee di una nuova “carta della cultura”, che dovrà essere senza abusi e venir estesa all’acquisto di libri scolastici in modo da sostenere le famiglie».
Le regole. In sei anni erogato oltre 1 miliardo di euro a 2,5 milioni di ragazzi
In sei anni, dal 2016 ad oggi, sono stati ben 2 milioni e 449 mila i giovani che hanno utilizzato il «bonus 18enni» da 500 euro. Significativo il controvalore complessivo che ha superato quota un miliardo e 75 milioni di euro. L’erogazione in corso, che riguarda i nati del 2003, interessa in tutto 441.514 neo maggiorenni che entro il termine ultimo del 28 febbraio 2023 avranno da spendere in tutto 146.923.512,33 euro.
Per accedere al bonus occorre dotarsi dell’identità digitale Spid e poi registrarsi sul portale 18app.italia.it gestito dal ministero dei Beni culturali. Coi 500 euro a disposizione di possono acquistare biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo; libri (inclusi audiolibri e libri elettronici); titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali; musica registrata (cd, dvd musicali, dischi in vinile e musica online, esclusi supporti atti alla relativa riproduzione) e ancora corsi di musica, di teatro, di lingue straniere, prodotti dell’editoria audiovisiva e abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale.
Il bonus è spendibile solamente nei negozi (anche virtuali) che hanno aderito all’iniziativa. Non ci sono limiti di spesa per un singolo acquisto. Non è, tuttavia, possibile comprare più di una unità di uno stesso bene o servizio. Ad esempio non è possibile acquistare più biglietti per uno stesso spettacolo al cinema o più copie dello stesso libro questo per la fruizione dei beni e dei servizi a cui il bonus da accesso deve essere tassativamente individuale.
I limiti. I 500 euro non si cedono e si spendono solo in Italia, stop a discoteche e Netflix
Sono molti i paletti e i divieti previsti nella normativa attuale per evitare che i 500 euro erogati dallo Stato vengano impiegati in maniera impropria. Innanzitutto i buoni non sono cedibili né monetizzabili e possono essere spesi solamente sul territorio italiano nei negozi (anche virtuali) che aderiscono all’iniziativa e solo per i beni previsti dalla normativa. Il bonus cultura di 18App è un contributo strettamente personale e chi lo vende è complice di un reato perseguibile dalla legge, specifica sempre la normativa.
Poi anche all’interno delle varie voci comunque ammesse ci sono divieti ben precisi. Si possono infatti acquistare biglietti per gli spettacoli dal vivo, ma quelli musicali non includono gli eventi da ballo. Si possono acquistare audiolibri e libri elettronici e cd musicali, ma sono esclusi supporti hardware di qualsiasi natura atti alla relativa riproduzione, insomma i cd vergini. Quanto ai prodotti audiovisivi sono escluse le opere a carattere videoludico, pornografico o che incitano alla violenza, all’odio razziale o alla discriminazione di genere. E non sono nemmeno acquistabili abbonamenti per l’accesso a canali o piattaforme che offrono contenuti audiovisivi. Non sono, altresì, acquistabili le opere audiovisive finalizzate alla preparazione a test di ammissione a università o video-corsi che non presentano attinenza con la finalità dell’iniziativa, quali, a titolo meramente esemplificativo, corsi di pilates, yoga, memoria, culinari, ecc così come opere audiovisive che presentano meri contenuti di intrattenimento, quali, ad esempio, talent show e reality show.
Gli abusi. Dai finti acquisti ai resi, la Finanza scopre frodi per 9 milioni
Il modo più semplice per aggirare i divieti legati all’utilizzo dei 500 euro del bonus 18enni consiste nell’acquistare libri o prodotti ammessi dalla normativa e poi, ovviamente d’intesa col commerciante, effettuare il reso ricevendo in cambio un buono che poi si può spendere a piacere nello stesso negozio acquistando quello che si vuole in barba alle regole. In tutto a oggi sarebbero pari a 9 milioni di euro l’ammontare delle truffe che hanno interessato 18App.
I verbali della Guardia di finanza, che a questo tipo di illeciti dedica una specifica attenzione, però da qualche anno a questa parte hanno portato alla ribalta anche truffe più complesse del semplice reso. Come quella scoperta lo scorso maggio a Napoli che ha portato all’arresto di due persone, titolari di un esercizio commerciale specializzato nella vendita all’ingrosso di computer, accusati di associazione a delinquere e truffa aggravata, ed al sequestro di beni per un ammontare 1,5 milioni di euro. A fronte della cessione fittizia di prodotti, infatti, i due monetizzano il bonus trattenendo «un rimborso» pari al 30% dell’importo del bonus. In tutto, in questo modo, aiutati da un passaparola sui social all’insegna «del porta un amico ti diamo 50 euro», sono stati ben 3.300 i voucher da 500 euro portati illegalmente all’incasso. ATreviso, invece, un esercente trasformava i buoni in carte regalo, mentre a Caltanissetta un esercente è stato denunciato per aver consentito a 360 fruitori di ottenere in cambio dei bonus cellulari, videogiochi e computer, tutte categorie di beni non ammesse ai benefici, per un ammontare di 160 mila euro.