Antonio Bravetti La Stampa 10 dicembre 2022
Migranti, la svolta di Piantedosi spiazza la Lega. Meloni: dialogo con l’Ue
Malumori anche per la disponibilità a riprendere i profughi fuggiti in Europa. Il piano del Viminale: ripristinare multe e sequestri previsti dai decreti Salvini
Quattro giorni fa, a Tirana, Giorgia Meloni l’aveva lasciato intendere: «Mi rendo perfettamente conto che la questione» migranti «non vada affrontata così, va risolta con un approccio che non può essere solo italiano». Ieri, il cambio di strategia del governo. Una svolta che da una parte dà i suoi primi frutti, dall’altra lascia interdetta la Lega, l’alleato di maggioranza più sensibile al tema. Non piace nel Carroccio la promessa fatta dal Viminale ai partner europei di «programmare prossimamente» i rientri in Italia dei “dublinanti” , i migranti che in base appunto al regolamento di Dublino del 2003 vanno registrati e gestiti nel loro primo luogo di arrivo.
A questo si somma il via libera allo sbarco delle navi di due Ong, a Salerno e Bari. Nessun entusiasmo dalla Lega, che però al momento preferisce non alzare polveroni: «Bisogna capire bene cosa ha in mente il ministro» Piantedosi, dicono. Silenzio da FdI, dove il cambio di rotta rispetto alle grida salviniane trova ovviamente più apprezzamento, mentre da Forza Italia Giorgio Mulè sottolinea: «L’Italia non può farcela da sola, deve recuperare la relazione storica con la Francia».
Il ragionamento di Meloni è che l’Italia è più forte senza polemiche: la posizione di Roma ha maggiori possibilità di successo potendo vantare con Bruxelles il rispetto delle regole, lo stesso che si chiede a chi arriva in Italia e agli altri Paesi europei. Da qui il nuovo atteggiamento.
Qualcosa a livello europeo è cambiato. La virata viene letta dall’Europa come un segnale di dialogo e confronto. Nello stesso giorno, infatti, la Germania porta via dall’Italia 164 migranti che avevano chiesto asilo nel nostro Paese, rimettendo in moto quel meccanismo di distribuzione che si era bloccato e che Lega e FdI su tutti chiedono a gran voce. Il tema migranti, sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «è un problema globale, non è una questione tra Italia e Francia. È un tema che può essere risolto solo a livello europeo. Possono esserci posizioni divergenti ma bisogna trovare soluzioni a livello europeo, non insistere sulle divisioni».
Dal Viminale precisano che «non c’è alcuna retromarcia» nelle politiche italiane. Il via libera a sbarcare a Geo Barents e Humanity 1 è stato dettato dalle «condizioni meteo marine pessime»: il ministero dell’Interno ha voluto evitare di mettere a rischio l’incolumità delle persone, assegnando i porti prima che la situazione peggiorasse. La scelta è ricaduta su Napoli e Bari perché i porti siciliani e calabresi sono saturi e non perché, assicurano fonti del Viminale, ci sia l’intenzione di far stare le persone più a lungo sulle navi. Il ministero, tuttavia, continua a «stigmatizzare l’operato di quelle Ong che non si coordinano con il centro di coordinamento e soccorso nazionale», come è già stato sottolineato con una nota verbale di un mese fa, ma di fronte all’emergenza non si poteva mettere a rischio la vita delle persone a bordo.
Ed è in questo contesto che va letta la partita che Piantedosi vuole giocare a livello europeo: «programmare prossimamente» il rientro in Italia di un certo numero di “dublinati” purché i Paesi europei accettino di andare oltre il meccanismo di redistribuzione su base volontaria ideato dalla Francia. Resta infatti ancora questo il grande tema con cui l’Italia si scontra con gli altri Paesi europei, Francia e Germania su tutti. Nessun ricollocamento, hanno ripetuto da Parigi ancora in questi giorni, se Roma non assicurerà l’accesso ai porti.
L’apertura nei confronti di Geo Barents e Humanity 1, spiegano dal ministero dell’Interno, è dettata anche dal fatto che «avendo smontato i decreti Salvini, al momento non ci sono strumenti efficaci contro le Ong, strumenti di cui il ministro auspica al più presto il ripristino». Piantedosi, che ha dato l’ok allo sbarco a denti stretti, vorrebbe riportare in vita in breve tempo una parte delle misure previste nei decreti smantellati, in particolare multe e sequestro, anche per dare qualcosa da rivendicare ai leghisti.