Marocco in semifinale, il calcio oltre il calcio

Nora Moual La Repubblica 11 dicembre 2022
Marocco in semifinale, il senso di una vittoria
La squadra del mio paese di origine mi fa pensare che questa sia solo la prima di tante sfide possibili

 

 

Ancora non ci posso credere. Ancora sto metabolizzando e riflettendo sui sentimenti che mi sta scatenando la nazionale del Marocco. La squadra del mio paese di origine, dove sono nata ma che ho lasciato dodicenne e con il quale negli anni, crescendo come donna, ho avuto molto su cui discutere e poco su cui andare d’accordo. Un sentimento che molte donne arabe, in generale hanno, per la condizione sui diritti in cui vivono in diversi paesi arabo-islamici. Certo, il Marocco è uno dei paesi più avanzati in tema, ed è riuscito anche se con difficoltà a costruire un passo dopo l’altro uno spazio che sia il più possibile bilanciato in termini di uguaglianza ma noi marocchini siamo molto ambiziosi e pretendiamo molto da noi e dal nostro paese.

Che c’entra tutto questo con il calcio, il mondiale? Ecco, me lo sono chiesto, riflettendo sul che c’entro io, che non ho mai seguito il calcio, che mi sento da molti anni italiana nella testa e in molti valori di democrazia e libertà, ma che invece per la prima volta vengo travolta da un sentimento di orgoglio per il mio paese di origine. E’ qualcosa di indescrivibile, perché include amore e conflitto, almeno per quanto mi riguarda, che faccio parte di una generazione che viene inclusa nella diaspora marocchina nel mondo. Noi siamo “zmagria” ( immigrati per i Marocchini che vivono in Marocco, ma siamo anche gli “immigrati” per i paesi che ci accolgono nonostante un passaporto europeo. Siamo qui non per scelta nostra ma per scelta dei nostri genitori che nel Marocco non avevano trovato opportunità di crescere, qui invece non se la sono passata nemmeno liscia per poterci costruire un pezzetto di vita con tutto quello che ha significato e significa ogni giorno.

Ecco, ci sono tanti fattori che probabilmente hanno scatenato in me, come un fuoco, insieme a tanti marocchini immigrati e di seconda generazione, l’orgoglio marochino. Sicuramente il legame con le radici, che mai i nostri genitori hanno barattato con altro ma trasmesso con dedizione e forza anche quando lo abbiamo rifiutato con violenza in un conflitto generazionale. Questa squadra marocchina ha qualcosa di particolare. Ha una storia comune di un paese, un generazione, una comunità e un continente. E’ fatta di ragazzi, più di una decina, nati all’estero da genitori immigrati, di umili famiglie, e questo aspetto, almeno a me, ha fatto sentire l’autenticità della rivalsa, ancor più pensando che hanno scelto di giocare per il paese dei genitori, alcuni di loro li abbiamo visti. Le mamme con il velo e la tradizione della Djellaba, baciate nella fronte come esige il rispetto e la dedizione per il genitore che la cultura islamica insegna.

Quegli abbracci e quei baci ai genitori, sono il regalo più importante e grande, per una generazione che purtroppo nel passato ha subito tante sconfitte e l’orgoglio marocchino e arabo che si sta scatenando con il pallone coinvolgendo anche me, quasi trascinata per mano da una magia, che mi ha portato ieri ad alzare la bandiera marocchina a corso Buenos Aires è tutto qui. E’ inutile girarci intorno, ogni marocchino, arabo, africano in questo mondo si è sentito discriminato o comunque si è sentito consapevole di partire in una posizione di minoranza, qualunque sia lo stato sociale. Questa squadra marocchina ci fa alzare la testa, orgogliosi di dirci marocchini e arabi. Emozionati nel sentirci finalmente riconosciuti, per una vittoria ma soprattutto perché siamo riusciti a infondere fiducia, gioia e credibilità. Forse, anche io da italiana acquisita, avevo bisogno di questa energia del mio Marocco. Quella consapevole tristezza di una condizione di minoranza, e quella rabbia per l’impotenza di non poter cambiare il passo della storia sta lasciando il posto alla speranza, quella di poter sognare, come una favola, che con il calcio il mio paese e il mio mondo di provenienza, possa vincere anche altre sfide.

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