Massimo Sideri Corriere della Sera 15 dicembre 2022
Gli scienziati, la fusione e le «bufale»
Occorre care attenzione alla non fare confusione. E soprattutto occorre prudenza: la scienza dà speranze, ma richiede in cambio molta pazienza (anche nel caso della fusione nucleare «calda»)
Il dubbio può nascere, anche solo per assonanza: cosa c’entra la fusione nucleare che imita il meccanismo di funzionamento delle stelle con la fusione fredda? Nulla è la risposta più adatta, anche se di mezzo inciampiamo sempre sugli isotopi dell’idrogeno.
La fusione fredda fu quella che possiamo definire una «bufala» scientifica visto che non è stata replicata e non è stata dimostrata: il 23 marzo del 1989 l’Università dello Utah annunciò i risultati di un esperimento di Martin Fleischmann e Stanley Pons che raccontarono di aver ottenuto reazioni di fusione nucleare con energia pulita e a bassa temperatura (un bel risparmio rispetto all’esperimento di fusione nucleare californiano in cui per produrre circa un kWh il calore è stato di cento milioni di gradi centigradi, superiore alla temperatura dello stesso Sole). Quella teoria è rimasta viva sotto la cenere, tanto che esiste un ramo di ricerca nelle «reazioni nucleari di bassa energia».
È giusto ricordare che nella scienza le bufale sono sempre dietro l’angolo. Talvolta gli stessi scienziati ne sono le vittime in buona fede, ma non sempre. Isaac Asimov si divertiva a scrivere studi verosimili dal punto di vista scientifico, tanto che comprese che la letteratura sarebbe stata la sua strada. Negli anni Ottanta nei prestigiosi Bell Labs emerse la notizia di nuovi super-materiali plastici conduttori. Si scoprì poi, come ricorda il fisico Vittorio Pellegrini che lì lavorava, come i risultati degli esperimenti di Jan Hendrik Schön fossero falsi e costruiti ad arte. Ma senza andare così lontano pochi anni fa la bufala degli esami del sangue con una sola goccia aveva convinto la Silicon Valley. La parabola di Elizabeth Holmes si è conclusa in prigione.
Qual è dunque la lezione? Prudenza: la scienza dà speranze, ma richiede in cambio molta pazienza anche quando, come nel caso della fusione nucleare «calda», non si tratta per niente di una bufala perché, come direbbe Karl Popper, è falsificabile, ma non falsa.