Conti correnti al setaccio, Milano cerca gli “amici” del Qatar

Sandro De Riccardis , Luca De Vito La Repubblica 17 dicembre 2022
Conti correnti al setaccio Milano cerca le mazzette degli “amici” del Qatar
La Finanza, su ordine della procura belga, indaga sui depositi bancari di Panzeri, Giorgi e Visentini Perquisito anche lo studio di una commercialista. Il Pd sospende l’europarlamentare Cozzolino

 

Sette conti correnti bancari. L’anello di congiunzione tra l’indagine di Bruxelles e la caccia ai soldi che è partita in Italia. Sette depositi in altrettanti istituto di credito, riferibili all’ex deputato europeo Antonio Panzeri, al suo ex assistente Francesco Giorgi (poi transitato negli uffici dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino), e al segretario generale del Sindacato internazionale Luca Visentini. Dando esecuzione a un Ordine di indagine europeo della procura belga, gli investigatori della aliquota della Guardia di Finanza in procura a Milano hanno individuato sui loro conti «consistenti depositi», non ancora quantificati nella loro totalità. Tutta la documentazione sarà trasmessa in Belgio, ma è anche il punto di partenza di verifiche autonome degli investigatori milanesi.

Quanti soldi sono transitati su quei conti? Da dove sono arrivati i versamenti? Come sono stati utilizzati in Italia? Al momento il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, che guida il dipartimento della procura milanese specializzato nel contrasto alla corruzione internazionale, non ha aperto nessun fascicolo. Ma l’accusa di riciclaggio, già cristallizzata all’estero insieme a quella di corruzione, potrebbe essere formulata anche a Milano.

Nelle perquisizioni delle abitazioni dei tre indagati erano stati già sequestrati oltre a contanti anche degli orologi, mentre nelle intercettazioni Panzeri e la moglie, Maria Colleoni, arrestata insieme alla figlia Silvia Panzeri, parlano di vacanze tropicali da centomila euro . Le due donne, accusate di concorso in corruzione e riciclaggio, sono ora ai domiciliari e in attesa della decisione delle autorità italiane sulla loro estradizione. Per la magistratura belga, moglie e figlia del politico (eletto all’europarlamento col Partito Democratico e poi passato ad Articolo-1), «erano pienamente consapevoli» del giro di soldi e «partecipavano al trasporto dei regali».

Per la procura belga Panzeri, ora in carcere a Bruxelles, avrebbe «sviluppato e animato» una «vasta organizzazione fraudolenta» i cui «atti criminali» avrebbero avuto una «natura complessa, organizzata e ripetitiva». Sempre su ordine della procura belga i finanzieri hanno bussato anche alle porte della commercialista Monica Rosanna Bellini (allo stato non risulta indagata) nel suo studio a Opera, nell’hinterland milanese. Una perquisizioneche ha dato esito negativo. La professionista è la commercialista di Silvia Panzeri, ma ha rivestito e riveste anche numerose cariche di vigilanza in diverse municipalizzate di comuni della provincia di Milano e in altre società.

Nuovi dettagli emergono poi dalle indagini che stanno portando avanti gli investigatori belgi. Il finanziamento alla campagna elettorale di Luca Visentini, fondi arrivati dalla ong di Panzeri Fight Impunity, ammonterebbe a circa 50mila euro. I magistrati belgi sospettano che sia denaro elargito dal Qatar per ottenere dichiarazioni e prese di posizione favorevoli, considerato che l’immagine dell’emirato era entrata in crisi proprio sul tema del lavoro, in seguito ai dossier sugli operai morti per la realizzazione degli stadi per il mondiale. Denaro in circolo sui conti correnti, ma anche e soprattutto contante. Nel blitz scattato il 10 dicembre che ha portato agli arresti in flagranza, un ruolo fondamentale lohanno avuto le banconote: è stato quello l’elemento che ha consentito di procedere all’arresto di Eva Kaili. Motivo per cui – emerge ora da fonti qualificate di Bruxelles gli investigatori hanno deciso di anticipare l’irruzione, evitando così la sovrapposizione con le vacanze natalizie e il rischio di non trovare nessuno a casa.

Ieri è arrivata anche la decisione della commissione di garanzia del Pd di sospendere «cautelativamente » Andrea Cozzolino dall’albo degli iscritti e degli elettori dem, nonché da tutti gli organismi del partito. L’europarlamentare del Pd è ritenuto dai magistrati il “terzo uomo”, insieme ad Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, del gruppo che riceveva fondi da Qatar e Marocco per ripulirne l’immagine. Una sospensione che durerà il tempo delle indagini, assicurano dal Pd. Ma che è anche una prima risposta a chi da sinistra chiede di fare piazza pulita nelle istituzioni comunitarie.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.