Sul Mes la sfida governo-Europa?

Francesco Bei La Repubblica 17 dicembre 2022
Porta in faccia all’Europa
Bce e Ue vogliono il via libera dall’Italia al fondo, ma il governo vuole che la bocciatura arrivi dal Parlamento. Con le stesse forze di maggioranza che lo compongono

 

 

Una tempesta perfetta rischia di scatenarsi contro l’Italia e nuvole nere si stanno già concentrando sopra il Paese. Al centro di questa tempesta c’è l’Esm, tradotto in italiano Meccanismo europeo di stabilità. Cos’è il Mes? In una battuta potremmo definirlo il Fondo monetario europeo, ovvero il fondo, con sede a Lussemburgo, che potrebbe intervenire in aiuto ai Paesi alle prese con una crisi finanziaria.

Il suo motore politico è il Consiglio dei governatori, formato dai ministri delle Finanze dell’area euro e guidato dal 25 novembre da un direttore generale, Pierre Gramegna, il cui nome è stato caldeggiato anche dall’Italia. La sua potenza di fuoco è notevole – 700 miliardi di euro – ed è uno dei presupposti per portare a compimento l’unione bancaria europea, un tassello fondamentale per l’integrazione.

L’allarme in Europa è crescente tanto che persino la presidente della Bce, Christine Lagarde, scostandosi in maniera irrituale dal tradizionale riserbo che riguarda le politiche dei singoli stati, due giorni fa è arrivata a far pressioni pubbliche sull’Italia affinché ratifichi “presto”. La situazione sta diventando un caso internazionale, che non può non preoccupare il Quirinale per il vicolo cieco in cui si sta cacciando da solo il governo italiano.

E dal Quirinale, appunto, ma anche dalla Banca d’Italia, si vedono bene i nuvoloni in arrivo. La Bce da marzo 2023 inizierà a vendere i titoli di debito italiano che ha in pancia e il solo annuncio a fatto balzare in un giorno lo spread di 20 punti, precipitando i titoli di Piazza Affari. Una giornata nera che ha ricordato a tutti quanto pesi il mostro che facciamo finta di dimenticare troppo spesso, quella montagna di 2.770 miliardi di euro di debito pubblico sempre crescente. È proprio questa micidiale congiuntura – mancata ratifica del Mes, aiuto della Bce in calo, spread e tassi in rialzo – che preoccupa tutti gli osservatori e le istituzioni europee.

Di fronte a tutto ciò il governo italiano è paralizzato, in piena crisi di identità. Le vecchie parole d’ordine anti-europee sono inservibili nella nuova stagione chiamiamola “post-sovranista” di Meloni, Salvini & Co. Eppure manca il coraggio politico di prendere di petto la questione, ammettere l’errore e andare avanti. Così è tutto un cincischiare, un dire e non dire, con il ministro Giancarlo Giorgetti, solitamente una persona seria, costretto ad arrampicarsi sugli specchi in Parlamento in quella che il Foglio ha definito una “supercazzola” stile Conte Mascetti.

E già, perché ormai gli alibi sono finiti, persino la Corte costituzionale tedesca, l’ultimo appiglio che consentiva all’Italia di traccheggiare, ha dato via libera al Mes. Non ci sono più pretesti, bisogna dire sì o no, sapendo che un voto contrario di Roma sulla riforma del Mes avrebbe l’effetto di una bomba sui mercati finanziari e sulla posizione del Paese in Europa. Il timore, confida una fonte di maggioranza, è quello di un effetto domino con ricadute negative anche sulla riforma strategica (per noi) del Patto di stabilità. Un’Italia isolata, più debole a livello europeo ed esposta ai mercati che, come lupi famelici, vedrebbero la loro vittima perfetta aggirarsi al buio senza la protezione della Bce e senza il Mes.

Ora tra i leader del governo, ultimo ieri Salvini, è tutto un omaggio al Parlamento, “alle cui decisioni ci sottometteremo”. Come se in Parlamento non ci fossero loro stessi a decidere. Invece di approvare in Consiglio dei ministri un disegno di legge di ratifica e quindi sottoporlo, come è normale che sia, al voto delle Camere, i capi della destra hanno avuto l’idea geniale di invertire l’onore della prova: prima voti il Parlamento e poi si muoverà il governo, in un senso o nell’altro.

Persino un bambino capirebbe il gioco che c’è sotto: farsi bocciare dalla maggioranza il Mes in Parlamento, magari con l’aiuto dei Cinque Stelle tornati “anti-austerity”, e scaricare il governo da ogni colpa. Uno schema totalmente irresponsabile, che nessuna persona dotata di senso in Europa capirebbe quando le agenzie di stampa internazionali inizieranno a sparare sulla rete il flash: +++L’Italia boccia il Mes+++. Un gioco incosciente sulla pelle del Paese e dei risparmiatori, che ha un’unica spiegazione. Vogliono evitare che gli sia rinfacciata la vecchia campagna anti-euro di quando facevano i sovranisti contro “l’Europa degli usurai”. Sono i Meme la cosa che temono davvero, non il Mes.

 

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