Serra rivaluta Infantino, ci ha risparmiato il comizio di Zelensky

Michele Serra La Repubblica 18 dicembre 2022
Sono tanti 211 paesi
Non è facile difendere il presidente della Fifa Infantino, impopolare in Europa e in America (altrove non si sa) per avere sempre dato l’impressione di sottovalutare gravemente la questione dei diritti umani in Qatar.

 

Ma quando Infantino dice che “la Fifa rappresenta 211 Paesi e ne è orgogliosa”, costringe ogni persona, comunque la pensi, a fare di conto: la maggioranza delle Nazioni del pianeta Terra (che sono tante) non è ascrivibile al cosiddetto campo occidentale.
Questo può dispiacere a chiunque — me per primo — consideri il “campo occidentale” la squadra per la quale fare il tifo. Ma sarebbe insensato, e anche un poco ridicolo, pretendere che un’istituzione globale, quale la Fifa è, esprima tout court il punto di vista della minoranza dei suoi membri.

Non puoi rivolgerti al resto del mondo come il maestro che sgrida l’alunno: è controproducente. In uno dei migliori discorsi mai pronunciati da un uomo politico negli ultimi cinquant’anni (quello di Obama al Cairo nel 2009), il capo dell’Occidente disse che i rapporti con i Paesi musulmani dovrebbero fondarsi “sull’interesse reciproco e sul mutuo rispetto”. L’interesse reciproco è fin troppo chiaro a tutti, il business lecito e illecito fiorisce, e da ben prima che il compagno Panzeri se ne accorgesse. Il mutuo rispetto, invece, è ancora tutto da definire.
Aggiungo, per aggravare la mia posizione, che condivido la scelta della Fifa di non inaugurare la finale dei mondiali con un intervento di Zelenski. Faccio il tifo per l’Ucraina e considero Putin un macellaio genocida. Ma la Fifa “rappresenta 211 Paesi”, e questo la costringe, ripeto la costringe, a questa scelta. Altrimenti, scusate: facciamo i Mondiali in Scandinavia per le prossime dieci edizioni, e ci sentiremo assolti.

 

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