Rocca e non Rampelli, Meloni divide Fdi nel Lazio

Marina De Ghantuz Cubbe La Repubblica 20 dicembre 2022
Lazio, Rocca candidato del centrodestra la scelta di un tecnico crea tensioni in FdI
Rampelli era disposto a correre in Regione ma la premier gli dice un’altra volta di no Il presidente uscente della Croce rossa sfiderà il dem D’Amato

 

Il candidato del centrodestra nel Lazio sarà Francesco Rocca, l’ormai ex presidente della Croce Rossa internazionale che ieri si è dimesso per «mettersi al servizio del territorio e accettare una nuova sfida ». Che gli viene affidata in tarda serata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati in quanto «rappresenta una sintesi di grande esperienza amministrativa di cui la Regione Lazio ha urgente bisogno», si legge nel comunicato congiunto.

Divisi al loro interno, invece, sono i Fratelli d’Italia: le chat ieri venivano descritte come «infuocate» e la mancata candidatura di una figura politica equivale a «un’occasione persa», sintetizza un parlamentare che ha seguito la vicenda sin dall’inizio. Cioè da quando, a ottobre scorso, il partito ha messo in chiaro che la decisione sarebbe spettata alla premier visti i risultati ottenuti non solo a livello nazionale ma anche nel Lazio (oltre il 30%).

Proprio per questo da Meloni ci si aspettava una candidatura politica, un uomo o una donna di FdI pronti a rimarcare la forza del partito e della sua classe dirigente. Alla fine si è optato per un tecnico esperto di sanità e assistenza sociale il cui nome circolava sin da quando era stato sondato come ministro della Salute.

Rocca rimane una figura stimata da tutto il centrodestra e ieri il vice premier Matteo Salvini ha detto apertamente che con lui «i cittadini di Roma e Lazio saranno in ottime mani» ancor prima che arrivasse l’annuncio ufficiale. Ma il nodo politico all’interno di Fratelli d’Italia ha un altro nome e cognome: Fabio Rampelli. Il vicepresidente della Camera si era detto disponibile a candidarsi, i suoi parlamentari di riferimento gli avevano chiesto di scendere in campo con il supporto del forzista Maurizio Gasparri e dei sondaggi secondo cui nel Lazio avrebbe stravinto. Invece non se n’è fatto nulla: niente poltrona da sindaco di Roma (quando si scelse di andare sull’avvocato Enrico Michetti che perse, nonostante i pronostici, contro Roberto Gualtieri); nessun incarico ministeriale né quello da presidente della sua Regione. I rapporti con la premier sono da tempo incrinati e lo scontento dei rampelliani è tale da far parlare di opposizione interna ancora più dura.

Anche chi è vicino a Meloni però ha da ridire perché avrebbe preferito una figura politica: da settimane giravano i nomi del coordinatore regionale Paolo Trancassini, quello della neoparlamentare Chiara Colosimo e ancora quello dell’ex sindaco di Terracina Nicola Procaccini.
Ora che la partita è chiusa, l’ex presidente della Cri sfiderà l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato: entrambi possono rivendicare l’impegno nella lotta al Covid visto che il dem si è distinto per la gestione della pandemia e Rocca, a Roma nel Lazio, in quello stesso periodo ha aperto diversi hub vaccinali. D’Amato giovedì presenterà la coalizione che lo sostiene (con lui ci sono Europa Verde, + Europa, Terzo Polo e altri civici), mentre il candidato del M5S per ora rimane un’incognita.

Il presidente Giuseppe Conte ieri si è limitato a dire che «dobbiamo essere molt o oculati, è importante scegliere un interprete che possa essere all’altezza di un programma ambizioso ». Che sarà condiviso con il Coordinamento 2030 e con Sinistra Italiana. Così, dopo due anni di campo largo in cui tutte le forze di centrosinistra hanno governato insieme il Lazio, non solo Pd e M5s correranno divisi, ma lo faranno anche quelle forse come Si e Verdi la cui alleanza sembrava inscalfibile.

 

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