Crolla il prezzo del Gas, la recessione fa molto più della guerra

Luca Pagni La Repubblica 23 dicembre 2022
Gas: crolla la domanda, i prezzi tornano ai livelli precedenti la guerra in Ucraina
In coincidenza con l’approvazione del tetto del gas in Europa, le quotazioni sono scese del 30 per cento in pochi giorni. Ma incidono soprattutto il meteo favorevole, la crescita delle rinnovabili, la disponibilità di Gnl e il calo della domanda. Tutte buone notizie per le bollette

 

Il prezzo del gas è tornato ai livelli precedenti della guerra in Ucraina. Una buona notizia per l’economia e per le bollette di cittadini e imprese per l’Europa ma per l’Italia in particolare a pochi giorni dalla revisione mensile delle tariffe. Ai primi di gennaio arriverà la comunicazione dell’Arera (ex authority dell’energia) che vale per le bollette relative al mese di dicembre: le tariffe del gas, al momento, sono viste in discesa dopo l’aumento del 13% relativo a novembre.

A una settimana dall’accordo tra i capi di stato e di governo sul tetto al prezzo, le quotazioni del gas sono scese a un passo dai 90 euro al megawattora. Un risultato che non si vedeva da sei mesi a questa parte, ma soprattutto al livello del 23 febbraio scorso, il giorno precedente l’inizio dell’invasione russa. Per la precisione, durante le contrattazioni odierne, l’indice Ttf – punto di riferimento per il mercato europeo che si appoggia alla borsa di Amsterdam – ha toccato un minimo a 91,8 euro, contro gli 88,5 euro della chiusura del 23 febbraio.

Cosa è successo alla corsa dei prezzi?
Partiamo dai numeri, Da quando sono trapelate le prime indiscrezioni sull’accordo politico raggiunto a Bruxelles, che fissa a 180 euro il tetto “dinamico” al prezzo massimo del gas nella Ue, le quotazioni hanno perso il 40 per cento. E tutto fa pensare che dovrebbero scendere ancora, visto che fino a Capodanno le condizioni meteorologiche sono del tutto favorevoli, con temperature sopra le medie e abbondanza di vento.
Il meteo e lo sviluppo delle rinnovabili nell’ultimo anno sono alla base di quanto sta accadendo in questi giorni. E sono inevitabilmente connessi: nel corso dell’anno, la potenza di fotovoltaico installato ha superato del 42% il dato del 2021. I pannelli hanno costi sempre più bassi e migliorano costantemente la loro efficienza. Il bel tempo ne aumenta la produzione di energia, così come nelle ultime settimane è tornato a soffiare il vento in tutto il nord Europa.

Temperature miti e rinnovabili in crescita
Inoltre, le temperature sopra le medie a partire dall’inizio di ottobre hanno inciso sul calo della domanda di gas, avendo fatto ritardare l’accensione dei riscaldamento, già spostato in avanti dai provvedimenti dei governi. Secondo i primi dati, il meteo ha fatto risparmiare circa il 20 per cento dei consumi di gas in tutta Europa dal primo di settembre.

Gli esperti parlano anche di “distruzione della domanda” più in generale: sia i cittadini, tenendo più bassi i riscaldamenti, sia le imprese che hanno razionato i consumi hanno inciso sulla richiesta di gas. Questo ha avuto conseguenze su tutta la filiera: per esempio, gli stoccaggi in Europa sono pieni in media per l’83,2% (84,2% in Italia). Dall’altra parte, le politiche commerciali per la sostituzione del gas russo hanno portato alla chiusura di contratti di fornitura di Gnl, di cui ora c’è abbondanza in tutta la Ue. Uno scenario che potrebbe cambiare solo quando arriverà il freddo più intenso nei mesi di gennaio e febbraio, ma già da ora si può dire che potranno risalire i prezzi ma non ci sarà mancanza di materia prima per passare in tranquillità l’inverno (solo l’Italia ha già risparmiato più di 5 miliardi di metri cubi di gas).

Quanto incide il tetto al prezzo?
Quindi, il tetto al prezzo del gas non ha avuto meriti nel calo dei prezzi? Come visto, i motivi sono più di uno e alcuni anche strutturali. Ma non c’è dubbio che le quotazioni hanno iniziato a scendere da quando è stato annunciato l’accordo a Bruxelles. Per gli esperti, si tratta più di un accordo politico che tecnico, visto che i meccanismi di applicazione del tetto potrebbero scattare non più di 30-40 giorni all’anno e solo per picchi di prezzo molto alti.

Ma per un giudizio complessivo sulle conseguenze, bisognerà capire come si orienterà il mercato: per esempio, gli investitori hanno capito che l’indice Ttf perderà di importanza e che prenderanno il sopravvento accordi bilaterali tra governi e grandi produttori. Ma anche questa è una storia che si scriverà nei prossimi mesi.

 

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