Italiani pessimisti sul futuro, fiducia nella premier, meno nei ministri

Alessandra Ghisleri La Stampa 24 dicembre 2022
Italiani pessimisti sul futuro, tiene la fiducia nella premier: ecco i ministri promossi e bocciati
Tra guerra in Europa e crisi energetica le aspettative sul 2023 sono peggiori di 12 mesi fa. Crosetto, Nordio e Giorgetti convincono. Bocciati Valditara, Roccella e Pichetto

Quando si avvicina la fine dell’anno in corso si sente la necessità di fare un bilancio dei giorni trascorsi cercando di mettere in ordine tutti i propositi per il tempo che verrà. Gli ultimi tre anni hanno richiesto una grande capacità di adattamento e, anche se il desiderio di avere una svolta immediata è stato grande, a oggi il 55,9% degli italiani si dichiara pessimista, preoccupato e sfiduciato se pensa ai mesi in arrivo e al 2023 ormai alle porte; mentre il 29,2% esterna ottimismo e fiducia. Nonostante il divario tra questi due dati, il valore nella sua lettura complessiva appare sorprendente perché si tratta dei migliori dati registrati dal gennaio di quest’anno. Nel complesso osservando la media dell’indice di fiducia degli ultimi anni, anche l’intero 2022 si è rivelato migliore rispetto al 2020 e peggiore rispetto alle aspettative del 2021. Sicuramente il protrarsi della pandemia accompagnata da un’influenza fortemente virulenta, la guerra in Ucraina alle porte dell’Europa con tutte le gravi ricadute economiche che conosciamo, unitamente all’inflazione, non hanno aiutato a tenere alte le aspettative degli italiani. Siamo quasi rientrati in situazione pre Covid, con la differenza di una nota meno evidente di ottimismo: gli italiani su questo fronte sono più stanchi e rassegnati.

Tre mesi fa la maggioranza degli elettori ha indicato Giorgia Meloni come nuovo capo del governo ed è proprio la novità del suo ruolo, con tutto ciò che lo contraddistingue, a delineare nuove attese nel futuro.

Il nostro presidente del Consiglio chiude l’anno con un buon indice di fiducia del 39,9%, più o meno al pari con il medesimo indicatore rilevato per il suo governo: 39,2%. Il confronto con il 2021 mostra una differenza di poco più di 15 punti percentuali a favore dell’ex premier Mario Draghi (dato dicembre 2021: 55,8%) e 10 punti percentuali per il suo governo (dato dicembre 2021: 48,7%). Il raffronto tuttavia appare complicato perché da tre mesi a questa parte abbiamo un esecutivo eletto e non una larga maggioranza di unità nazionale per sovraintendere l’emergenza. Infatti, nell’analisi della composizione del valore espresso, il centrodestra appare compatto nei suoi confronti, mentre il resto dell’elettorato mostra di non gradire l’operato o di non riporre fiducia in lei e nel suo esecutivo.

Le più alte cariche dello Stato vedono la supremazia del presidente della Repubblica con un indicatore che esprime il 58,2% delle preferenze. Il presidente del Senato raccoglie un 25,6% e il presidente della Camera il 22,3%. L’indicatore per i ministri vede sul podio Guido Crosetto (Difesa, 43,6%), seguito da Carlo Nordio (Giustizia, 42,5%) e Giancarlo Giorgetti (Economia e finanze, 40,1%). A breve distanza emergono Antonio Tajani (Affari esteri e cooperazione internazionale, 36,7%) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme istituzionali e semplificazione normativa, 36,1%). Matteo Salvini giudicato dagli italiani in qualità di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti raccoglie il 31,8% davanti a Francesco Lollobrigida (Agricoltura, sovranità alimentare e Foreste, 29,5%), Daniela Santanché (Turismo, 28,3%), Anna Maria Bernini (Università e ricerca, 27,6%) e Roberto Calderoli (Affari regionali e autonomie, 26,4%). Chiudono la classifica Giuseppe Valditara (Istruzione e merito, 17,8%), Eugenia Maria Roccella (Famiglia, natalità e pari opportunità, 17,7%) e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e sicurezza energetica, 17,3%).

Questa hit registra le prime impressioni sull’operato e le “esternazioni” dei singoli ministri nei primi due mesi di operatività. Contano molto la notorietà dei personaggi e i loro primi interventi pubblici. Tra i leader delle diverse formazioni politiche in campo, l’indice di fiducia in Giuseppe Conte raggiunge il 26,1%, segue Silvio Berlusconi con il 21,4%, Enrico Letta al 18,6%, Carlo Calenda al 17,7% e Matteo Renzi al 14 per cento.

Razionalmente siamo ben consapevoli che queste “pagelle” rappresentano un punto di partenza sul quale un domani si potrà fare un confronto con il passato. A tutti noi piace pensare che il nuovo anno porterà un momento di rinascita e risoluzione, perché è così che scaturiscono i buoni propositi. Il 2022 ci ha riservato delle sorprese, accade ogni anno… E allora guardiamo con fiducia al 2023. Auguri!

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