Umberto Cairo compra il Palazzo, la stanza accanto al direttore, e sventa lo sciopero

Professione Reporter 24 Dicembre 2022
Al Corriere la stanza di Cairo: l’Editore vicino al Direttore, nel corridoio nobile
I lavori cominceranno presto: nel corridoio nobile al primo piano di via Solferino 28, sede della redazione del Corriere della Sera dal 1904, discreti e fidati operai allestiranno una stanza per il presidente e amministratore delegato Rcs, Urbano Cairo. La stanza è quella dove lavorava Alessandro Bompieri, direttore generale dell’Azienda.

 

La novità è assoluta: un proprietario nel cuore del giornale, a due passi dalla celebre stanza del Direttore, quella con la parete dietro alla scrivania coperta dai volumi dell’Enciclopedia Treccani. Già Cairo fa frequenti visite al Direttore Luciano Fontana, spesso all’ora della chiusura delle pagine, ora gli basteranno pochi passi felpati. Finora i colloqui riservati però li conduceva ai tavolini del bar pasticceria Sant’Ambroeus di corso Matteotti. Ma non è tutto: “per non disturbare”, Cairo non vuole entrare come tutti da via Solferino, ma vuole farsi aprire un ingresso da via Moscova, spostando un pezzo della Cronaca di Milano.

BRAVO A SCRIVERE

Nel pomeriggio del 22 dicembre c’è stato il tradizionale brindisi di fine anno con i giornalisti e qui Cairo ha detto, fra l’altro, ai giornalisti: “Da ragazzo volevo fare il vostro lavoro, ma poi ho fatto l’editore, perché non ero tanto bravo a scrivere”. E poi: “Tengo tanto al vostro lavoro. Quando siete scontenti mi preoccupo. Durante la pandemia, siete stati un punto di riferimento per tutta l’opinione pubblica italiana”.

E ancora: “Ho ricomprato questo palazzo di via Solferino, venduto dalla precedente proprietà, e voi volete fare lo smart working da casa…”. Strascichi della vertenza degli ultimi giorni che aveva portato la redazione a proclamare due giorni di sciopero sotto Natale: c’erano stati i festeggiamenti di Cairo e Fontana con i vicedirettori e i capo redattori per i 500mila abbonamenti digitali dichiarati e c’era stato il rifiuto di riconoscere alla redazione un premio di risultato e anzi la richiesta di tagli al contratto integrativo. Nel giro di 24 ore gli scioperi sono stati poi revocati, in seguito alla firma di un accordo di sei mesi proprio sullo smart working e con un voto in assemblea a maggioranza molto risicata.

PRIMI GIORNI

Il 23 dicembre, sul giornale, il Comitato di redazione ha pubblicato un comunicato in cui spiega il perché della rinuncia allo sciopero, ma promette: “Il Cdr già nei primi giorni del nuovo anno ricomincerà con forza a chiedere perequazioni retributive non più derogabili, premio di risultato negato per l’anno in corso, stabilizzazione dei precari e assunzione dei contratti a termine che hanno superato i 24 mesi”. La redazione resta in stato di agitazione, dice il Cdr, che precisa: “Se il Corriere ha varcato la soglia dei 500mila abbonati digitali è merito innanzitutto della cura e dell’impegno che mettiamo nel fare quotidianamente il nostro giornale in tutte le sue declinazioni e non solo degli investimenti in tecnologia e marketing”.

MOMENTO STORICO

Nella sottostante risposta l’Editore apprezza “il senso di responsabilità della redazione che ha scelto di revocare uno sciopero che i lettori avrebbero faticato a comprendere”. Aggiunge che “l’anno che si chiude è stato molto complicato per l’aumento dei costi della filiera produttiva, in particolare per la carta”. E chiude così, con i complimenti, ma lasciando scarsi spiragli a concessioni economiche: “Il mercato editoriale attraversa una stagione delicata nella quale le aspettative della redazione, che ringraziamo per il lavoro che si conferma autorevole, indipendente e di qualità, hanno bisogno di essere commisurate al momento storico”.

 

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