La flat tax degli autonomi vantaggi fino a 8.000 euro “Disparità con i dipendenti”

Aldo Fontanarosa La Repubblica 27 dicembre 2022
La flat tax degli autonomi vantaggi fino a 8.000 euro “Disparità con i dipendenti”
I dati dell’Osservatorio Conti Pubblici italiani: con la soglia a 85 mila euro conviene la partita Iva Ma la nuova misura disincentiva le assunzioni stabili. E segna una iniquità con chi paga l’Irpef

 

Elettricista dalle mani d’oro. Ricercato dalle famiglie e sempre in attività. Fatturato annuo, per questo, a ben 75 mila euro. Lavoratore autonomo. Questo professionista può risparmiare oltre 8 mila euro l’anno di tasse, se entrerà in vigore la riforma che il governo Meloni promette. Com’è noto, la riforma fiscale porterebbe fino a 85 mila euro — dagli attuali 65 mila — la soglia massima per accedere al regime forfettario (la flat tax). Con 75 mila euro, l’elettricista aggancerebbe il treno della flat tax, lasciandosi alle spalle il regime ordinario.

Il calcolo è dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani che — sul sito Repubblica.it — propone un’accurata simulazione per due figure professionali: l’elettricista, appunto, e il consulente informatico. Entrambi con un fatturato interessante (ipotizzato a 75 mila euro annui). Entrambi beneficiari di un risparmio fiscale che — nel caso del consulente informatico — supererebbe i 5 mila euro, grazie sempre alla flat tax.

L’Osservatorio — pur segnalando i benefici fiscali per i lavoratori autonomi, soprattutto se bravi e ben pagati — mette in guardia dal costo che la riforma Meloni farebbe pagare. Un costo intanto in termini di equità. L’Irpef nasce come imposta generale su tutti i redditi, fondata sulla progressività: paga di più chi guadagna di più. Da tempo, però, intercetta con il suo radar il solo lavoro dipendente e i trattamenti pensionistici. Due voci che rappresentano ormai l’85 percento della base imponibile del tributo. La proposta del governo Meloni, dunque, consolida la tendenza a sottrarre gran parte dei redditi dei lavoratori autonomi, sottolinea l’Osservatorio, «alla progressività del tributo Irpef».

Gli effetti distorsivi non si fermano qui. Il regime forfettario assegna evidenti vantaggi — sia all’elettricista e sia al consulente informatico, autonomi — rispetto ai loro colleghi che lavorano in azienda, come dipendenti. Scrive l’Osservatorio: «Un elettricista forfettario pagherebbe oltre 6.500 euro di imposte in meno rispetto a un elettricista assunto da un’impresa, con un reddito maggiore di quasi 10 mila euro (al netto di tutte le imposte e i contributi)». E ancora: «Un consulente informatico forfettario risparmierebbe oltre 3.600 euro di imposte rispetto al suo clone assunto nell’impresa, con un reddito di circa 5.500 euro maggiore (sempre al netto di tutte le imposte e contributi)».

Ora, è vero: il lavoratore autonomo non gode dei tanti paracadute che proteggono chi è al caldo in azienda, anche di tipo assicurativo. Eppure — pur valutando i maggiori rischi che corre — la flat tax sembra davvero assegnare «un vantaggio eccessivo al lavoratore autonomo, sollevando problemi seri di equità di trattamento». L’Osservatorio individua due altri pericoli. Intanto «l’espansione del forfettario può incentivare l’impresa» a puntare su semplici collaborazioni con i lavoratori autonomi piuttosto che su un rapporto di lavoro dipendente. In questo scenario, il rischio è di dare ulteriore spinta al deprecabile fenomeno “delle finte partite Iva”. Non solo. Un regime forfettario diffuso — che copre una fascia così ampia di lavoratori autonomi — incoraggerà una «società di professionisti a scindersi per usufruire dei benefici fiscali garantiti dal forfettario ». In questo modo, andrebbe in crisi il modello (virtuoso) dell’impresa. Almeno formalmente perderebbe quota il soggetto in grado di «sfruttare economie di scala e di scopo che sono precluse ai lavoratori quando agiscono singolarmente ». Piccolo e solo non è sempre bello.

 

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