Carlo Annovazzi La Repubblica 3 gennaio 2023
Morte di papa Benedetto XVI, il cardinale Angelo Scola: “Il diavolo lo ha fatto soffrire, ma ha resistito bene”
L’arcivescovo emerito di Milano: “La sua rinuncia non è stata un passo indietro, ma darà alla Chiesa maggiore libertà. Io suo erede? Mai pensato potesse capitare: negli ultimi conclavi i cardinali italiani sono sempre stati, legittimamente, divisi tra di loro”
Cardinale Angelo Scola, il suo è stato un lungo rapporto con papa Benedetto XVI, cominciato nel 1971. Quali sono i momenti più significativi?
“Anzitutto l’incontro. Avvenne nel contesto di una riunione alla quale parteciparono, tra gli altri, De Lubac e von Balthasar per discutere del progetto di una rivista teologica internazionale che poi sarà Communio. Sempre attraverso Communio gli incontri si riproposero regolarmente due volte l’anno. Il rapporto con Ratzinger si intensificò a Roma in modo particolare a partire dalla mia nomina a consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede di cui egli è stato Prefetto. Tutti gli incontri con lui avevano un carattere comune: si imparava sempre qualcosa di nuovo”.
Lei nel ricordo diffuso dalla diocesi di Milano ha scritto che
“l’apporto dato da Ratzinger-Benedetto XVI alla Chiesa contemporanea, nella sua continuità con san Giovanni Paolo II e nell’apertura di orizzonte entro cui si muove papa Francesco, è stato non solo decisivo ma richiede ulteriore approfondimento in questo tempo di travaglio per la Chiesa tutta”.
Perché decisivo? E quali sono gli aspetti che necessitano di un ulteriore approfondimento?
“È stato decisivo per due ragioni. Anzitutto la testimonianza di umiltà di questo cattolico bavarese che, il giorno della sua elezione, si definì ‘umile servitore della vigna’. In secondo luogo sviluppò un magistero in continuità con la sua teologia sempre radicato nella Sacra Scrittura e nella storia. È questo metodo che, spero, continuerà ad essere usato per affrontare i problemi che la Chiesa ha oggi, in vista di un accurato discernimento cioè di un giudizio che arrivi fino a delle scelte”.
Quello di Ratzinger è stato anche un pontificato contraddistinto da scandali nella Chiesa. Tanto che proprio Benedetto XVI denunciò sporcizia all’interno.
“Dolorosamente sì. Dobbiamo pregare che il cuore dell’uomo si converta, riconosca il proprio peccato e ne domandi con vigore perdono. Questo chiede la verità. Quando poi vi è reato occorre far ricorso alla giustizia. Verità e giustizia sono stati i cardini con cui Benedetto XVI ha affrontato gli scandali”.
Nell’intervista a Repubblica padre Georg dice: “In Vaticano il diavolo ha agito contro Benedetto XVI”.
“Lo sappiamo anche per esperienza personale. Il diavolo ci tenta sempre: è la sua natura. Benedetto XVI ne ha sofferto, ma ha resistito bene”.
Adesso, a posteriori, come reagì lei cardinale Scola al passo indietro, alla rinuncia di Benedetto XVI? E questo gesto clamoroso perché inedito ora che valore ha? Tanto più adesso, che la celebrazione solenne per un Papa verrà tenuta da un altro Papa, cosa mai successa prima.
“Certo, fui molto sorpreso. La notizia mi raggiunse all’inizio della celebrazione della messa per i malati il giorno della Madonna di Lourdes. Devo aggiungere però che, soprattutto col passare del tempo, non considero la rinuncia di papa Benedetto un passo indietro. Darà alla Chiesa maggior libertà e darà ai collaboratori del Papa maggior consapevolezza della necessità di seguirlo e di coadiuvarlo”.
Nel 2013 quando cominciò il conclave lei entrò da favorito come erede di Ratzinger. Non fu così. Adesso, a distanza di tempo, può dirci come andò davvero?
“Purtroppo no, perché permane il rispetto del segreto. Posso solo aggiungere che non ho mai pensato che potesse capitarmi di essere eletto, soprattutto perché negli ultimi conclavi i cardinali italiani sono sempre stati, legittimamente, molto divisi tra di loro nella scelta del candidato”.
Nel 2012 la visita a Milano, Benedetto XVI Papa e lei a capo della diocesi. Piazza Duomo, San Siro, Bresso. Come nacque quella visita? E quale fu il significato più profondo?
“La visita nacque in occasione del Congresso mondiale dedicato alla Famiglia che da anni era stato programmato. La modalità di svolgimento del gesto toccò fino in fondo il cuore dei milanesi. Nonostante la grande prova di ‘Vatileaks’ che, anche in quei giorni, occupava le testate dei mezzi di comunicazione, papa Benedetto era molto sereno. Alla fine, commosso, mi confidò di essere stato molto confortato dall’accoglienza della gente. Questo dice la grande radice di fede del popolo ambrosiano che si manifestò in maniera evidente anche in occasione della visita di papa Francesco il 25 marzo 2017”.