I numeri premiano il ticket Pd-5S ma dem e grillini sono in guerra

Marina de Ghantuz Cubbe La Repubblica 6 gennaio 2023
I numeri premiano il ticket Pd-5S ma dem e grillini sono in guerra
La proposta di fare la vice di Alessio D’Amato non è piaciuta alla candidata del M5S, Donatella Bianchi. Recepito il messaggio, l’assessore alla Sanità ci mette poco a voltare pagina: «Ora si parte con il programma». Nel mezzo, parte lo scambio di accuse.

La caccia al colpevole della scissione del campo largo sarà il tema cardine nella campagna elettorale anche perché, se D’Amato e Bianchi corressero insieme, vincerebbero.

È quanto mostra la fotografia scattata da Izi per Repubblica, che tra il 4 e il 5 gennaio ha sondato cosa succederebbe nel Lazio se il dem si presentasse come aspirante presidente e la giornalista Rai come vice. Esattamente ciò che D’Amato ha proposto di fare. Ebbene: la coppia otterrebbe il 44% delle preferenze battendo il candidato di centrodestra Francesco Rocca che si fermerebbe al 43,2%. Uno scarto di neanche un punto percentuale che però basterebbe per aggiudicarsi la successione di Nicola Zingaretti e proseguire l’attuale formazione al governo con Pd, M5s e le altre forze di centrosinistra di nuovo al timone. Non il Terzo Polo però: Carlo Calenda infatti, in caso di alleanza tra dem e pentastellati, si staccherebbe dalla coalizione. Il candidato del suo partito secondo il sondaggio di Izi prenderebbe il 6,5%. L’ipotesi, remota, che circola tra i calendiani è che in caso di accordo tra dem e pentastellati il volto del Terzo Polo sarebbe proprio quello di Calenda.

Fatto sta che questo scenario ribalterebbe il risultato del primo sondaggio effettuato da Izi per Repubblica tra il 27 e il 28 dicembre, in cui Rocca otteneva il 42,6%, D’Amato il 34,8 e Bianchi il 18,3. Sì, perché alle 1.002 persone intervistate l’idea del ticket piace. « Anche con un sondaggio su un’ipotesi ad oggi lontana dalla realtà si conferma quello che i numeri hanno indicato precedentemente: non solo la vittoria del centrodestra non è scontata, ma centrosinistra e M5S uniti, possono contendere con concrete possibilità di vittoria la presidenza della Regione Lazio » , commenta Giacomo Spaini, amministratore delegato di Izi.

A rimanere inalterato, nello scenario che ipotizza il ticket D’Amato- Bianchi, è il risultato dei principali partiti di centrosinistra. Il M5s nel primo sondaggio era al 16,5%, in quest’ultimo al 16,2. Il Pd passerebbe dal 18,1 al 18,6 e il Terzo Polo dal 6,7 al 6,2. « I dati indicano che gli elettori M5S confermano i voti alla propria lista e sceglierebbero convinti il candidato unitario. Mentre i voti del Terzo Polo sono aggiuntivi e non determinanti per sconfiggere il centrodestra», aggiunge Spaini.

La possibilità che ciò avvenga è bassissima: ieri Bianchi parlando al Fatto quotidiano ha detto che « non ci sono le condizioni per un accordo con il Pd » , rifiutando così la corsa a due proposta da D’Amato. Le ha fatto eco il pentastellato Francesco Silvestri: « Nel Lazio non ci sono più margini per accordi con il Pd. Lo abbiamo detto in modo trasparente. Con noi non serviva parlare di poltrone, serviva parlare di programmi e dire “no” all’inceneritore».

Diluvio. Da Andrea Casu del Pd a Filiberto Zaratti di Europa Verde passando per la consigliera regionale Marta Bonafoni, per chi sostiene D’amato le parole della candidata del M5S sono «irresponsabili» e «terrificanti » . « La responsabilità della rottura dell’alleanza è chiara » , aggiunge il vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi all’uscita dalla direzione regionale, che ieri ha chiesto di spostare le date del congresso nazionale perché coinciderebbero con la due giorni di elezioni nel Lazio.

 

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