TWEET: Il tormentone Lazio, a Febbraio piove

Due mesi di improvvisati pontieri, l’operazione Calenda funziona con D’Amato, non con la Moratti
La vicenda Regionali nel Lazio si è chiusa il 16 novembre, quando il Pd nell’incertezza che il proprio assessore fosse candidato da Calenda e dividesse il Pd stesso ha fatto buon viso a cattiva sorte. Ma un candidato deciso da Calenda non poteva mai essere il candidato dei 5 stelle.

Tutto il resto è stato chiacchiericcio e politichella. C’è stato forse uno scontro o un gioco delle parti tra Conte e i dirigenti regionali, tra una linea nazionale chiara ( da qui al 2024  sfida al Pd su chi è il partito del dell’ elettorato di sinistra) e quella locale (soli si perde e male)

Il termovalorizzatore e il ticket D’Amato Bianchi, tutto un grande gioco del cerino. Nel gioco politico nessuno si vuole intestare la responsabilità  della rottura dell’alleanza, nessuno vuole pagare il prezzo della rottura. Ma chi ha guidato le trattative in questi 2 mesi sapeva che non c’era possibilità di accordo. Il Pd non poteva trovarsi il proprio candidato alla testa del terzo polo, e i 5 stelle non avrebbero mai accettato il candidato di Calenda.

I programmi non contano nulla. Con questa classe politica i programmi si cambiano come i calzini.

Ma nel Lazio come siamo arrivati a questa degenerazione strumentale della politica? Si è rotto quell’equilibrio tra il peso dei dirigenti politici nazionali (Zingaretti, Bettini, dipendenti Veltroniani ) e l’apparato di sottopotere che controlla il partito attraverso il peso amministrativo nei territori.

Per questo la sconfitta a cui il Pd va incontro lascerà solo macerie, oppure sancirà la vittoria del Pd peggiore.

Che fine farà il tentativo di Coordinamento 2050?

Aveva un senso se fosse stato il ponte tra cio che rimane del Pd “migliore” e i 5 stelle e non fosse stato invece parte della contesa: Un gruppo di onesto ceto politico che ad ogni tornata elettorale si deve inventare qualcosa. Lo sanno Si e verdi, ipotesi politica durata meno di 6 mesi.

Una nuovo arbusto a sinistra si è già consumato.

Di arbusti ce ne saranno parecchi questa volta, tutti a contare i millesimali fino a notte fonda, ognuno ha deciso di pesare la propria debolezza. Una sinistra ormai stupida e masochista.

E la credibilità, a sinistra era , una volta per chi ha ancora memoria, uno dei punti di forza.

Ma stavolta non siamo obbligati a salvare la patria. Possiamo saltare un turno. A febbraio piove.

E se non piove, il mare è a due passi

 

 

 

 

 

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