Toh, imprevisto. Il Pd riempie le sale per i suoi mini leader

Stefano Cappellini La Repubblica 16 gennaio 2023
I democratici ripartano da una sedia
Le folle ai comizi di Schlein e Bonaccini sono il segnale che nel Paese c’è voglia di sinistra

 

Se il Pd avesse incassato un centesimo per tutte le volte che qualcuno ha usato l’espressione “la sinistra riparta da…”, ora avrebbe tanti denari da riacquistare il palazzo di via delle Botteghe Oscure per farne la sala hobby degli ex segretari giubilati. Il concetto ha un po’ stuccato. Eppure potrebbe valere la pena abusarne ancora una volta per dire: il Pd riparta da una sedia. Quella sulla quale è salito Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria dem, per improvvisare un comizio in piazza a Caserta visto che la sala dove era prevista la sua iniziativa era troppo piccola per contenere le centinaia di persone interessate ad ascoltarlo. Ma si potrebbe parlare anche della lunga coda di persone rimaste l’altra sera fuori dal teatro di Lecce dove ha fatto tappa il tour congressuale di Elly Schlein, principale rivale di Bonaccini per la leadership. Segnali di vita. Possibilità che un congresso partito molto male, cianciando solo di regole, tempi, percorsi astratti diventi un’occasione di vero confronto con il mondo reale.

Le folle ai comizi di Bonaccini e Schlein sono innanzitutto un sintomo di curiosità – si tratta di due personaggi noti ma non così popolari, evidentemente c’è voglia di capire chi sono e cosa propongono – ma la curiosità non nasce mai dal nulla: significa che nel Paese c’è domanda di sinistra, si coltiva la speranza che qualcuno possa riaccendere l’opposizione a un governo di ultradestra incerto, rude e pasticcione, tuttavia garantito dalla totale mancanza di un’alternativa.
Con l’opposizione divisa in tre, un Movimento 5 Stelle che si improvvisa sinistra, un Terzo Polo che non ha deciso cosa fare da grande, cioè se battere la destra o sostituirla con una versione più garbata, e un Pd che si è ibernato per tre mesi dopo la batosta elettorale, Meloni potrebbe in teoria persino permettersi di cadere e tornare al voto. Vincerebbe senz’altro.
Per la prima volta un congresso del Pd comincia senza che ci sia in campo un leader già affermato. Alle precedenti primarie c’erano Walter Veltroni, Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi e anche Enrico Letta, che pure non è passato dai gazebo, era già stato addirittura presidente del Consiglio. Fin qui è apparso solo l’aspetto negativo di questa mancanza, il rischio di un congresso sottotono, incapace di scaldare e decollare. Tocca a Bonaccini e Schlein dimostrare che invece può addirittura diventare un punto di forza, perché la novità può essere la premessa di una ripartenza vera dopo tante vagheggiate ripartenze costruite sul nulla.

 

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