La magistrata, “Le donne imparino a non accettare l’ultimo incontro”

Maria Elena Vincenzi La Repubblica 16 gennaio 2023
La magistrata Maria Monteleone, “Le donne imparino a non accettare mai l’ultimo incontro”
«La sensazione umana e professionale è di grande smarrimento, oltre che di dispiacere.

 

Questo caso è unico. La vittima, Martina, secondo le nostre previsioni, avrebbe dovuto avere tutti gli strumenti per essere in allarme, per stare sul chi va là. Faceva l’avvocato, per di più in questa specifica materia, chissà quante volte ha assistito e consigliato donne vittime di violenza».

Maria Monteleone, magistrata, per anni ha guidato il pool di pm romani che si occupano di reati contro le fasce deboli.

Il fatto che nemmeno Martina sia riuscita a salvarsi cosa significa?

«Che purtroppo quando sono coinvolti gli affetti, la sfera privata, nemmeno la preparazione professionale la può proteggere. La realtà è che molte donne non si proteggono, non denunciano. Basti pensare che in commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio abbiamo analizzato i casi delle 200 donne uccise nel biennio 2017/2018. Di queste l’85% non aveva mai fatto una denuncia e, addirittura, il 63% non aveva detto a nessuno di subire violenza e di temere per la propria incolumità. È un dato che rivela la solitudine di chi subisce violenza e, forse, talvolta l’assoluta imprevedibilità di alcuni femminicidi».

In questo caso, però, l’assassino è uscito per ucciderla, aveva con sé una pistola.

«Purtroppo sì. Ha messo in conto che se lei non avesse acconsentito alle sue richieste, avrebbe pagato con la vita».

Cosa dobbiamo pensare? Che le donne sono sempre in pericolo?

«Le relazioni affettive e personali sono particolari e complesse, evidentemente troppe volte comportamenti inadeguati, che dovrebbero allertare tante donne, sfuggono alla loro attenzione. Sono drammaticamente sottovalutati.

Bisogna che le donne alzino il livello di guardia quando si determinano a interrompere una relazione. Martina probabilmente non aveva percepito atteggiamenti preoccupanti, pur avendo deciso di porre fine alla relazione. Questa storia, più delle altre, ci insegna che le donne devono essere più preparate a non sottovalutare nulla, a non accettare “l’ultimo incontro” che, come dimostrano tanti casi, è quello in cui vengono uccise. C’è un discorso recente di papa Francesco che mi ha colpito, l’ho conservato. Ha detto che: “la possessività è nemica del bene e uccide l’affetto… che uccide la libertà e soffoca la vita”. Dobbiamo riflettere su queste parole».

 

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