Csm, caos laico: eletti nove membri il decimo no. È indagato per mafia

Giuseppe Salvaggiulo La Stampa 18 gennaio 2023
Csm, caos laico: eletti nove membri il decimo no. È indagato per mafia
Pasticcio su Valentino, FdI costretta alla retromarcia


Dopo una giornata convulsa, il Parlamento in seduta comune ha eletto nove dei dieci membri laici del Csm. Pasticci a ripetizione, manca il quorum un candidato di Fratelli d’Italia subentrato a un altro ritirato in corsa.

La giornata era cominciata con lieti auspici: quattro posti a Fratelli d’Italia, due alla Lega, uno ciascuno a Forza Italia, Pd, M5S e Terzo Polo. Ma la festa appena cominciata era già finita pochi minuti dopo le 16, con la scoperta che Giuseppe Valentino, ex parlamentare e sottosegretario alla giustizia, oggi presidente della fondazione Alleanza Nazionale, principale candidato di Fratelli d’Italia al Csm, è indagato a Reggio Calabria per reati di ’ndrangheta. Nel mirino, sulla base di intercettazioni telefoniche e dichiarazioni di pentiti, i suoi rapporti con Paolo Romeo, che faceva parte della «struttura riservata» della ’ndrangheta ed è stato condannato in primo grado a 25 anni di carcere. Lo stesso Valentino ne era stato messo al corrente quando, chiamato a testimoniare nel maxiprocesso Gotha, si era avvalso della facoltà di non rispondere «in quanto indagato per reato connesso».

A votazione in corso, il Parlamento va in tilt. Conciliaboli tra Conte e Orlando. Pd e M5S «chiedono chiarimenti» non si capisce bene a chi (a Valentino? Alla Procura? Alla ’ndrangheta?). Provenzano butta il sasso: «Io non lo voto». Sui telefoni dei parlamentari di Fratelli d’Italia arriva l’ordine di disertare la prima chiama, per tattica.

Dopo venti minuti contrordine: votate pure, «dubbi M5S chiariti». Manco per niente: il M5S non vota. Sono le 18. Anche il Pd non ci sta. Due minuti dopo Valentino annuncia il ritiro della candidatura denunciando «vergognose palate di fango».

Meno uno, a votazione in corso. Salta tutto. Qui si fa l’Italia o si muore. In due minuti Fratelli d’Italia perfeziona il cambio volante: subentra Felice Giuffrè, docente e avvocato amministrativista catanese, una militanza nel Fronte della gioventù prima della carriera tra Sicilia e Parioli.

L’accordo rivive a urne aperte, ma nel caos: alcuni parlamentari non possono più votare. Giuffrè manca l’elezione: problema tecnico, ma non mancano i sospetti su franchi tiratori.

La lista va letta in controluce. Per la Lega due penalisti: Fabio Pinelli (padovano, già difensore di Morisi, ideatore della “bestia” social di Salvini) e Claudia Eccher (trentina, consigliera di amministrazione di Italferr, avvocato di Salvini). Per Forza Italia Enrico Aimi: avvocato modenese, ex An, poi senatore berlusconiano, ricandidato nel 2022 non rieletto. Per il M5S Michele Papa: docente di diritto penale a Firenze, amico personale di Conte che già l’aveva collocato nel consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Per il Terzo Polo Ernesto Carbone: prodiano legato a Paolo De Castro (Nomisma, ministero dell’agricoltura, Ismea), poi turborenziano, non rieletto in Parlamento nel 2018 ma ricollocato nel consiglio di amministrazione della società pubblica Terna. Si scrive Terzo Polo ma si legge Renzi: Calenda si era speso invano con Andrea Mascherin, già presidente del Consiglio nazionale forense.

Il Pd, dopo aver fatto ballare anche il docente torinese Grosso e quello genovese Ferrante, vira su Roberto Romboli: costituzionalista pisano, allievo di Pizzorusso che fu membro del Csm, studioso di ordinamento giudiziario, membro del consiglio giudiziario, consigliere comunale per il Pds post tangentopoli da indipendente. Indicazione del duo Letta-Rossomando.

Fratelli d’Italia schiera Isabella Bertolini (avvocato modenese, ex parlamentare di Forza Italia poi transitata anche dalla Lega, paladina «delle radici cristiane»), Daniela Bianchini (avvocato civilista di Roma, con il sottosegretario Mantovano nel centro studi Livatino di ispirazione conservatrice), Rosanna Natoli (avvocato siciliano di Paternò, paese natale di La Russa, già assessore e candidata per Fratelli d’Italia).

Bisognerà rivotare tra una settimana per il decimo posto.

Come vicepresidente in pole Pinelli (benché di indicazione leghista ha profilo indipendente, prova ne sia la stima di Violante che l’ha chiamato nella fondazione Leonardo) o Romboli (miglior curriculum anche se indicato dal Pd). Decideranno i togati, che hanno la maggioranza. E soprattutto le correnti moderate Unicost e Magistratura Indipendente.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.