Alessia Candito La Repubblica 18 gennaio 2023
Ecco chi è Baiardo e quanto vale la sua “profezia” sull’arresto di Messina Denaro
Ritratto del palermitano trapiantato in Piemonte, legato da sempre ai fratelli Graviano, boss di Cosa nostra. Anni di rivelazioni, smentite, accuse e sospetti
Nel 1994 era stato il primo a raccontare alla Dia non solo che i fratelli Graviano erano stati latitanti nella zona di Omegna, ma anche dei contatti fra i due boss palermitani con Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Non più tardi di qualche mese fa, sempre lui ha “vaticinato” l’arresto di Matteo Messina Denaro, troppo malato – sosteneva – per continuare la sua latitanza. In mezzo, ha cercato di scagionare i Graviano dalle stragi del ’92, giurando e spergiurando che stessero in Piemonte, non a Palermo. Ne sa tanto della vita degli stragisti degli anni Novanta, Salvatore Baiardo. E non hai mai davvero spiegato come mai. Né ha spiegato perché almeno un paio di volte, quando si è trattato di formalizzare le sue dichiarazioni, si sia tirato indietro. E se non di recente, nessuno – c’è da dirlo – con lui ha mai insistito troppo.
Troppi silenzi, troppe mezze verità, troppe dichiarazioni che avrebbero potuto essere comode per stragisti come i fratelli Graviano con i quali – è provato – per anni è stato in contatto. Anzi, ne è stato il factotum, tanto da rimediare una condanna per favoreggiamento dei boss e riciclaggio.
Da Palermo al Piemonte
Ma chi è Baiardo? Palermitano d’origine, poi trapiantato a Omegna nei pressi di Verbania, lì è stato gelataio e consigliere comunale del Psdi, ma soprattutto chaperon dei fratelli Graviano che in zona hanno gravitato per circa quattro anni. Baiardo inizia a raccontarlo però solo dopo il loro arresto, quando su indicazione di una vigilessa – arrivata “non per dovere civico, ma solo perché aveva avuto a che fare con lui e temeva che si sospettasse che gli avesse dato informazioni”, ha raccontato il colonnello Andrea Brancadoro al processo “‘Ndrangheta stragista” – la Dia gli bussa alla porta. Il factotum dei boss palermitani si offre di dire di più, ma solo dietro compenso. Poi alla fine qualcosa comunque si fa scappare. Riguarda i rapporti, fino ad allora mai emersi, fra i Graviano e Berlusconi.
A raccogliere le sue dichiarazioni, anche l’attuale capo dell’Anticrimine, Francesco Messina, su questo chiamato a testimoniare a Reggio Calabria. Di fronte a lui, il gelataio amico dei Graviano ammette di averli frequentati, ma soprattutto di avere contezza dei rapporti fra gli stragisti, Berlusconi e il suo entourage. Addirittura di avere assistito anche ad alcune chiamate. “Ci disse che in quelle telefonate si evinceva che i due avevano in comune interessi economici – ha dichiarato Messina – Nella prima di queste telefonate, avvenute fra il ’91 e il ’92, aveva capito che l’interlocutore era Dell’Utri perché Filippo Graviano aveva pronunciato questo nome per farsi annunciare”.
In più, ha detto in aula il capo dell’Anticrimine, Baiardo avrebbe raccontato di “aver accompagnato fisicamente i Graviano in un ristorante milanese che si chiama ‘L’Assassino’ in cui i due avrebbero dovuto incontrare Dell’Utri, ma che lui poi non avrebbe assistito all’incontro”. Tira fuori il nome di una società, l’Euromobiliare srl, che ai boss palermitani sarebbe servita per fare affari al Nord. Ma non se ne trova traccia. Davanti ai pm della procura di Firenze che indagano sulla strage di via dei Georgofili fa scena muta. Su Baiardo non si approfondisce più di tanto.
Rivelazioni e smentite
Nel 2012 il gelataio di Omegna ricompare. Contatta giornali e tv, promette rivelazioni importanti. A chi gli dà corda giura che Giuseppe Graviano nel luglio ’92 a Palermo non ci fossero, ergo non possono essere loro i responsabili della strage di via D’Amelio, come sostenuto da pentiti come Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, l’autista del boss di Brancaccio. Parole che fanno rumore, ma in campo investigativo nessuno gli dà credito. A smentirlo ci sono prove granitiche che confermano la presenza dei Graviano in Sicilia.
Seguono anni di silenzio. Poi Baiardo torna a parlare dei rapporti fra Berlusconi e i boss, proprio mentre “Madre Natura”, Giuseppe Graviano, a Reggio Calabria rompe decenni di silenzio per puntare il dito contro il padre padrone di Forza Italia. Qualche mese fa invece è riapparso per vaticinare l’arresto di Matteo Messina Denaro.
Ospite di un programma tv su La7 ha detto: “L’unica sua speranza, e me lo auguro anche io per loro, è che venga abrogato l’ergastolo ostativo e che comincino a godersi la famiglia, i figli”, diceva Baiardo. “E magari chi lo sa che avremo un regalino. Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato, che faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso, e magari arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore… Sarebbe un fiore all’occhiello”.
Ad alcuni sembra una profezia, ma chi fra gli investigatori lo conosce avverte: “E’ un uomo dei Graviano”. E ogni sua parola va pesata.