Paolo Guido il pm dell’indagine “Occhio sinistro indizio cruciale. Niente trattative.”

 

Marco Lillo il Fatto Quotidiano 17 gennaio 2023 
Paolo Guido il pm dell’indagine “Occhio sinistro indizio cruciale. Niente trattative.”
Paolo Guido è il procuratore aggiunto che da una decina di anni si occupa delle indagini perla cattura di Messina Denaro. Dal 2017 come coordinatore del gruppo di lavoro sul latitante numero uno e poi coordinatore di tutta la Dda.

 

Come il procuratore capo Maurizio De Lucia (triestino, 61 anni) è anche lui un pm che ha dedicato la vita all’antimafia in Sicilia per scelta. Originario di Cosenza, laureato a Napoli, fa parte della generazione segnata dalle stragi. Dal 1997 è alla Procura di Palermo. Il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, ha sottolineato ieri che i carabinieri hanno lavorato h24 durante le vacanze di Natale e la Procura di Palermo era sempre aperta anche il 24 pomeriggio. Guido pensava di poter tirare il fiato una sola sera. Ieri sera. Una toccata e fuga a Torino per vedere Claudio Baglioni al Teatro Regio. Però ha dovuto chiamare gli amici due giorni prima: “Io resto a Palermo, lavoro”. Punto, nessun particolare, come al solito. Da mesi i carabinieri monitoravamo il destino di tal Andrea Bonafede di Campobello di Mazara. Un tizio strano che andava a operarsi a Palermo ma risultava a Trapani, che tra una seduta di chemio e l’altra decide di prenotare un controllo all’occhio sinistro proprio quando Guido sta per andare a vedere Baglioni. Peccato che le poche foto di Messina Denaro in circolazione lo mostrano con le lenti scure a coprire un occhio sofferente. È stato quello il momento in cui Guido ha detto: quel Bonafede che lunedì vain clinica per la chemio è lui. Stavolta lo prendiamo. Anche per questo porre domande sulle profezie di Salvatore Baiardo a chi ha lavorato a testa bassa per anni per cogliere un obiettivo così importante suona quasi offensivo. Ma, visto che Il Fatto è abituato a fare le domande che nessuno fa, eccoci qui.

Procuratore, Salvatore Baiardo, storico favoreggiatore dei Graviano, aveva preannunciato a novembre in tv quanto è poi accaduto oggi. Parlò di un “regalino”, una sorta di consegna di Messina Denaro in cambio  magari di qualche norma antimafia in meno. Strana profezia… 

Le posso garantire che non è così. Messina Denaro è stato catturato grazie a un’attività investigativa pura, classica. Abbiamo lavorato sui dati, fuori dalla Sicilia, lontano dalla clinica. In assoluta riservatezza siamo arrivati ad avere la data in cui un soggetto, che nominalmente rispondeva ad Andrea Bonafede ma che Andrea Bonafede non era, si sarebbe presentato in quella clinica.

Non potrebbe esser stato tradito da qualcuno? Non vi hanno dato una dritta sulla clinica? 

Magari. Gli elementi che abbiamo acquisito sono affidabili e arrivano da un contesto graniticamente mafioso, geneticamente mafioso, che non tradirebbe mai. Questo mi porta a escludere questa tesi. Poi se Baiardo sapeva delle cose per conto suo non lo so ma sono certo che l’indagine è partita da dati nostri, da gente insospettabile e ben prima di Baiardo da Giletti.

Come avete capito che questo Bonafede era Messina Denaro? 

Quando doveva essere in clinica a operarsi a Palermo abbiamo scoperto grazie alle videocamere esistenti in un altro posto che lui era lì a passeggio con il cane.

 Non è possibile che Messina Denaro fosse stufo e che avendo poco davivere abbia mollato un po’?

Non penso. Posso dire che faceva una vita normale nonostante la malattia, aveva un bel fisico, era ben vestito molto curato. Aveva un orologio da 35 mila euro, non sembrava uno che si va a consegnare.

 Aveva fatto amicizia con le signore in clinica e aveva dato loro anche il suo numero. Vi risulta? 

Ci risulta che aveva fatto amicizia e direi che era una persona socievole che teneva molto al suo aspetto. Sì effettivamente per quel che abbiamo capito lo definirei un piccione ma questa cosa del numero di telefonino dato alle signore non la sapevo e mi stupisce.

Quindi aveva un telefonino con sé Matteo Messina Denaro? 

Sì, aveva degli apparecchi telematici.

 E le intercettazioni sono state molto utili come ha detto il procuratore Maurizio De Lucia? 

Assolutamente sì. Fondamentali. Le intercettazioni che abbiamo fatto sono state di tutti i tipi e sono state decisive.

 Le condizioni fisiche permettono che resti in cella? 

Messina Denaro potrà essere recluso in un carcere e fare le sue cure. Ci sono tante che possono permettere le cure chemioterapiche. Magari lo si potrebbe mandare anche fare la chemioterapia invece che farle all ‘interno della cella.

 

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