Valentina Santarpia Corriere della Sera 18 gennaio 2023
Fumo, Schillaci annuncia la stretta: «Vietare nei locali anche le sigarette elettroniche»
Il ministro della Salute: «Interessi economici non prevalgano sulla tutela della salute». Obiettivo? Una generazione libera dal tabacco, con meno del 5% di fumatori entro il 2040
A trent’anni dalla legge che vietò il fumo nei locali pubblici, la famosa legge Sirchia del 2003, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha anticipato una riforma che dovrebbe dare un’ulteriore stretta ai limiti anti sigarette. In commissione Affari sociali alla Camera, ha annunciato l’intenzione di «estendere il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina». Obiettivo? Creare una «generazione libera dal tabacco», ovvero, come prescrive il Piano europeo contro il cancro 2021, una generazione dove meno del 5% della popolazione consumi tabacco entro il 2040.
Il punto di partenza è la constatazione che sono diffusi «stili di vita non salutari» (il numero dei fumatori è cresciuto nel 2022 per la prima volta dal 2006), che spingono dunque il governo ad «affrontare la prevenzione e il contrasto del tabagismo, che è tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia». Secondo un nuovo studio pubblicato su The Lancet, chi ha il vizio del fumo è associato a un’aumentata incidenza di 56 diverse malattie che va dal 6% di rischio in più di diabete al 216% di rischio in più di cancro alla laringe.
Ma le nuove misure, ha spiegato Schillaci, dovranno tenere conto «della costante crescente diffusione nel mercato di nuovi prodotti, come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco senza combustione, e delle sempre più numerose evidenze sui loro possibili effetti dannosi per la salute». Per agire bisogna dunque contrastare «i molteplici interessi economici legati al tabacco» che coinvolgono i dicasteri economici e che non devono prevalere sulla «tutela della salute»: in primo luogo recependo « entro il 23 luglio 2023 della direttiva delegata della Commissione relativamente all’eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato, per consentirne l’entrata in vigore dal 23 ottobre 2023».
Sperimentazioni locali per limitare ancora le possibilità di fumare sono state attuate in Puglia, sulla scia dell’esempio spagnolo: a Barcellona è stato vietato fumare in spiaggia dopo un progetto pilota avviato nel 2022. In Puglia le «prove» sono scattate la scorsa estate — nella prima stagione senza restrizioni Covid — ma dovrebbero tramutarsi in divieto nel 2023. E ci sono diversi Comuni italiani che hanno imposto il divieto di fumare in spiaggia: Chioggia in Veneto; Alba Adriatica in Abruzzo; Cesenatico, Ravenna e Rimini in Emilia Romagna; Anzio, Fiumicino, Gaeta, Ladispoli, Ponza, Sperlonga e Torvaianica nel Lazio; Arenzano, Lerici, Sanremo e Savona in Liguria.