Valeria Pini La Repubblica 30 maggio 2018
Giornata mondiale senza tabacco: in Italia quasi uno su quattro fuma
Un minore su 10 è consumatore abituale di sigarette. Fra loro più della metà fuma anche cannabis
SIGARETTE spente per 24 ore. Un gesto simbolico per salvare la salute visto che il tabagismo coinvolge quasi una persona su 4 e rappresenta una delle principali cause di morte nel nostro Paese: si contano ogni anno da 70.000 a 83.000 decessi e oltre il 25% avviene tra i 35 e i 65 anni di età. La Giornata mondiale senza tabacco, proclamata dall’Organizzazione mondiale della sanità, che quest’anno affronta il rapporto fra Tabacco e malattie cardiache, è l’occasione per fare il punto su questo tema.
Nel mondo il tabagismo è infatti la seconda causa principale di malattie cardiovascolari e l’uso di tabacco e l’esposizione al fumo passivo contribuiscono a circa il 12% di tutte le morti per malattie cardiache. Secondo l’Oms, inoltre, il consumo di tabacco rappresenta la seconda causa in generale di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile; quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo e fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo.
Nel nostro paese i fumatori sono il 22,3% della popolazione, in tutto 11,7 milioni di persone. Una dipendenza che riguarda anche i ragazzi: il numero di minori che fumano. Uno su dieci è consumatore abituale di sigarette, quasi il 50% lo ha fatto in passato o lo fa occasionalmente. Tra i fumatori abituali più della metà fuma anche cannabis. Non accenna a diminuire invece il numero totale dei tabagisti nel nostro paese che appare in leggero aumento. Questo ci dicono i dati presentati dall’Ossfad- Centro nazionale dipendenza e doping dell’Iss in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco, che si tiene oggi il 31 maggio. I ragazzi tra i 14 e i 17 anni, infatti, accendono la prima sigaretta alle scuole secondarie di secondo grado e una piccola percentuale inizia addirittura alle elementari.
• IL RAGAZZO CON LA SIGARETTA
“E’ necessario potenziare sistemi di prevenzione primaria per scongiurare questa nuova linea di tendenza che vede il consumo di tabacco anche tra i giovanissimi – spiega Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità – prima che a questa dipendenza se ne associno altre altrettanto o più pericolose”. Secondo l’indagine Explora, che ha realizzato l’identikit “del ragazzo con la sigaretta” su un campione di 15.000 ragazzi tra i 14 e i 17 anni, riguarda soprattutto i maschi. In genere frequentano istituti professionali e licei artistici, i genitori hanno un livello di istruzione medio-basso e non controllano le spese dei figli, risultano propensi al rischio e hanno una percezione del proprio rendimento scolastico mediocre o appena sufficiente. I giovani tabagisti abituali, inoltre, sono quelli che fanno meno sport e che bevono più energy drink. Il dato preoccupante, inoltre, fotografa un maggiore consumo di alcolici tra loro, fino a quattro consumazioni di birra e super alcolici a settimana. Addirittura un 12% dichiara di aver avuto episodi di binge drinking 3 o più volte nell’ultimo mese. Il dato cresce a dismisura sul consumo di droghe: più della metà dei fumatori abituali (il 65,6%) ha fumato almeno una volta anche cannabis nell’ultimo anno rispetto al 2% dei non fumatori.
• GLI ADULTI
Stabile il numero di fumatori tra gli adulti: sono 12,2 milioni (dati Doxa), il 23% della popolazione, in leggero aumento rispetto al 2017 (11,7 milioni). Si fumano in media 12,3 sigarette al giorno. Mentre aumenta invece il rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro, anzi il rispetto a 15 anni dalla Legge Sirchia è quasi totale. “La situazione generale sulla prevalenza dei fumatori si è cristallizzata – spiega Roberta Pacifici, direttore dell’Ossfad e del Centro Nazionale Dipendenze e Doping – abbiamo registrato gli stessi dati del 2007, segno evidente che non si vede alcuna inversione di tendenza, anzi si registra un lieve incremento nella popolazione maschile. Per questo abbiamo acceso i riflettori sui giovani che rappresentano il serbatoio di riserva dei tabagisti, sono quelli cioè che continuano ad alimentare la popolazione dei fumatori che non accenna a diminuire”.
• IN CALO LE DONNE
Rispetto allo scorso anno, diminuiscono le donne tabagiste: il 19,2% (rispetto al 20,8). Gli uomini sono il 27,7%, erano il 23,9% nel 2017. Gli ex fumatori sono invece il 12,9% e i non fumatori il 63,8%. Tra i 25 e i 44 anni abbiamo la prevalenza più alta di fumatori tra i maschi (35,7). Mentre nella fascia d’età 45-64 anni la prevalenza più alta è tra le donne (26,2). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi. Rispetto all’area geografica la prevalenza di uomini fumatori è uguale su tutto il territorio. La prevalenza delle donne invece è più alta al Nord (22,6%) rispetto al Sud (17,8) e al Centro (13,8).
• SIGARETTE ELETTRONICHE
Un capitolo a parte riguarda invece le sigarette elettroniche. “La maggior parte degli svapatori – dice Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” – consuma sia sigarette tradizionali che e-cig. Altro dato del rapporto è quello che riguarda i prodotti del tabacco di nuova generazione, il tabacco riscaldato: in tre anni la notorietà di questi prodotti è più che raddoppiata”. In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono circa 1,1 milioni. Di questi il 60,3% sono fumatori, il 32,3% sono ex-fumatori e il 7,4% non ha mai fumato.
• LE IMMAGINI SHOCK
Dall’indagine emerge che le immagini forti e le avvertenze sui rischi riportate sui pacchetti non sono risultate indifferenti ai tabagisti. Sono state notate dalla quasi totalità dei fumatori (91,1%). Nel 77,7% dei casi hanno portato a pensare ai rischi per la salute e nel 56,4% hanno fatto aumentare il desiderio di smettere. Per abbandonare le sigarette l’Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione un numero verde fumo 800 45 40 88 che in 15 anni ha gestito circa 50.000 telefonate.
• LE PATOLOGIE
Quest’anno il World No Tobacco Day 2018 è intitolato “Tabacco e malattie cardiache”. Il tabagismo è infatti la seconda causa principale di malattie cardiovascolari e l’uso di tabacco e l’esposizione al fumo passivo contribuiscono a circa il 12% di tutte le morti per malattie cardiache. La Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) ha scelto di promuovere una campagna sui corretti stili di vita evidenziando i vantaggi che si traggono dallo smettere di fumare, con immagini e racconti in prima persona. Un paio di chiavi, una porta aperta, rendono bene l’idea di come “aprirsi alla buona salute” possa aiutare ad ottenere un “pacchetto” di benessere “chiavi-in-mano”,