Corriere della Sera 19 gennaio 2023
Walter Sabatini risponde alle parole di Dino Baggio sul doping e Vialli
Sabatini, dirigente sportivo ed ex calciatore: «Non tiriamo dentro Vialli, non è oggetto di indagini. Ma c’è stata una moria di giocatori lunghissima per cui i sospetti sono consistenti e anche giustificabili. I medici ti facevano punture e non sapevo quello che ti iniettavano»
Le parole di Dino Baggio, secondo cui il doping nel calcio c’è sempre stato, hanno innescato reazioni e anche qualche polemica. Walter Sabatini prima di affermarsi come dirigente sportivo, l’ultima squadra è stata la Salernitana, è stato calciatore e non si dice stupito dalle affermazioni di Baggio. «È un fatto inquietante che preoccupa ma è una storia obsoleta, ma non è un discorso riferibile a Gianluca Vialli. C’è stata una moria di giocatori lunghissima per cui i sospetti sono consistenti e anche giustificabili , legati anche a metodi adottati una volta e che non erano probabilmente legati ad un sistema di doping ma un sistema di sostegno integrativo che portato a dosi eccessive può aver condotto a qualche problematica importante nel futuro». Sabatini fa riferimento all’etica delle regole, sulle quali — a suo dire — esiste un velo di sospetto.
«Il calcio si porta dietro — ha aggiunto — tutta una serie di magagne. Non mi va di pensare a Vialli come oggetto di indagine». E rincara la dose: «Quando avevo 18 o 20 anni, passavano i medici ti facevano punture e non sapevo quello che ti iniettavano. Mi facevo puntualmente due punture prima della partita senza mai fare una domanda, mi fidavo dei medici. Per adesso sono stato fortunato e non ho al momento un ritorno così negativo. Diciamo che era la prassi. Non credo che ci sia il doping nel calcio, alcuni medici ricorrono ad integratori. Ma è sempre un problema di quantità, è quella che viene forzata». Tornando ad oggi chiarisce: «Gli integratori ora sono diventati più raffinati, evoluti e controllati».