Una crisi di rigetto della riforma Nordio

Stefano Folli La Repubblica 20 gennaio 2023
Una crisi di rigetto della riforma Nordio
L’arresto di Messina Denaro in un paio di giorni è diventato il caso del ministro della giustizia

Attraverso un meccanismo di “transfert” abbastanza prevedibile, il caso Messina Denaro è diventato nel giro di un paio di giorni il caso Nordio. Nel senso che l’attenzione si è spostata sul ministro della Giustizia e il tema è diventato il suo essere o no adeguato a svolgere il delicato compito al quale lo ha chiamato, con molta insistenza, Giorgia Meloni. Alla Camera si è visto che è in atto un vero e proprio tentativo di delegittimare il Guardasigilli, facendo leva su alcune sue frasi non proprio felici e su una certa imprecisione nel circoscrivere l’ambito delle intercettazioni come strumento di indagine. L’equivoco, ammesso che di questo si tratti, si poteva evitare attraverso una maggiore chiarezza. Viceversa in via Arenula si sono mossi, forse per inesperienza, senza la prudenza indispensabile in circostanze del genere, per cui il tentativo di rimettere il coperchio sulla pentola (“nessuno intende limitare le intercettazioni per mafia, terrorismo e reati connessi. Vogliamo impedirne l’uso distorto e la diffusione indebita”) non è servito a molto.

La tempesta politico-mediatica era ormai esplosa, dimostrando che l’affare delle intercettazioni era il detonatore di una questione ben più complessa e probabilmente sottovalutata dal ministro. È in atto una sorta di rigetto della riforma della giustizia di cui Carlo Nordio è il paladino. Una riforma più radicale di quella promossa da Marta Cartabia, peraltro a suo tempo quasi altrettanto contestata da circoli politici e ambienti della magistratura. Chi condivide gli obiettivi di Nordio parla di una riforma “garantista”, conforme allo Stato di diritto e volta a rendere più rapide le procedure giudiziarie, nonché a ridurre l’eccesso di corporativismo dei magistrati. E nella visione garantista è compresa anche il consenso alla separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero: il punto d’arrivo del disegno ma anche il passaggio più critico. Per meglio dire, il “tabù” per eccellenza.

Di conseguenza, chi invece attacca il ministro usa argomenti “fine del mondo”, come si dice per le armi letali presenti negli arsenali delle superpotenze. E non c’è niente di più letale che accusare il Guardasigilli, giusto all’indomani della cattura di un super-capo della mafia, di cedimenti a Cosa Nostra, ossia di voler togliere potere agli investigatori. Per poi proseguire insinuando che egli è dalla parte dei corrotti, desideroso anzi di spianare loro la strada.

È una polemica in cui gli aspetti politici prevalgono di parecchio sul merito dei problemi. Ed è questo il motivo per il quale la riforma Nordio, che è di là da venire, ha già scatenato lo scontro in Parlamento e fuori. L’opposizione è finita subito sotto l’ala dei 5S, lesti come sempre a ribadire e rilanciare gli stati d’animo della magistratura più intransigente. La voce del Pd è apparsa flebile ancora una volta, sovrastata dai toni di Conte e incapace di fissare dei distinguo. C’è peraltro il ruolo svolto dal “terzo polo” di Renzi, da cui è venuta una difesa esplicita di Nordio e del carattere riformista della sua iniziativa. È un aspetto da non sottovalutare perché in futuro potrebbe compensare sul piano parlamentare le riserve verso l’azione del Guardasigilli che esistono anche nel centro-destra, magari tra i leghisti e in certi ambienti di Fratelli d’Italia.

C’è da credere tuttavia che la presidente del Consiglio apprezzi la rotta intrapresa da Nordio. Magari avrebbe preferito una maggiore abilità politica nell’affrontare il tema, specie sul punto delle intercettazioni, ma che il governo di destra possa apparire “garantista” sulla giustizia non le dispiace. Intanto ha visto avvicinarsi i renziani, mentre il Pd si è appiattito sui Cinque Stelle. Nel gioco di palazzo non è poco, benché la materia sia incandescente: nessuno può sottovalutare il potere vero della magistratura e la sua forza anche mediatica

 

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