Meloni, viaggio in Algeria per arginare Russia e Cina

Marco Galluzzo Corriere della Sera 22 gennaio 2023
Meloni, viaggio in Algeria per arginare Russia e Cina
La visita al primo fornitore di gas per l’Italia che qui difende anche gli interessi europei

 

L’Algeria è due volte strategica per l’Italia. Ci vende gas a basso costo e ce ne vende tanto. È il nostro primo fornitore, con un’impennata dei flussi che è arrivata a superare il 40% del nostro fabbisogno, sostituendo una buona fetta del nostro import dalla Russia. Eppure l’Algeria che vedrà da oggi la visita della presidente del Consiglio — prima tappa di una serie di missioni che la vedranno andare poi a Stoccolma, Berlino, Bruxelles, Tripoli e Kiev — è anche, in Africa, la prima acquirente di armi di fabbricazione russa. La terza al mondo, dopo India e Cina. È anche lo Stato che appena due mesi fa ha bussato alle porte dei Brics, il circuito economico che vede Mosca e Pechino in prima linea, senza dimenticare gli investimenti cinesi nel Paese, destinati a crescere.

A Palazzo Chigi, chi conosce i contorni del viaggio di Giorgia Meloni ad Algeri, una visita che si dispiegherà su due giorni, la mette in questo modo: «I nostri rapporti con il Paese sono stati sempre eccellenti, oggi sono arrivati al primo livello di una scala strategica. E l’Italia svolge per interessi nazionali e per dati di fatto il ruolo di un’ancora che cerca di bilanciare l’equidistanza internazionale dell’Algeria, tenendola legata quanto più possibile non solo a Roma, ma all’intera Ue».

Questi pochi dati, e un accenno di analisi nel nostro governo, danno il senso della missione che oggi inizia per Giorgia Meloni. La nostra premier conferma il crescente investimento diplomatico, commerciale, strategico fatto dal sistema Paese nei confronti dell’Algeria negli ultimi anni. Anche grazie al ruolo storico che qui svolge da decenni l’Eni. Hanno varcato i portoni del palazzo presidenziale algerino l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel 2020, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2021, l’ex premier Mario Draghi ben due volte l’anno scorso, ad aprile e a luglio.

Meloni arriverà oggi e avrà un programma modulato su più livelli, la cena con il primo ministro, già stasera, la visita al presidente Abdelmadjid Tebboune domani, una passeggiata nei giardini dedicati al fondatore dell’Eni, Enrico Mattei, il confronto con gli imprenditori italiani (che qui sono stabilmente più di 200), persino un simbolico passaggio su una delle nostre fregate militari, ancorata nel grande porto della baia di Algeri. Un programma articolato che riflette l’investimento del nostro Paese e l’attenzione che dedichiamo alle relazioni bilaterali con un partner di primo livello ma anche molto particolare.

Come ha scritto Emanuele Rossi su Formiche , l’Algeria non è solo il più grande esportatore di gas dell’Africa, ma è anche «un attore chiave della sicurezza energetica europea». Basti pensare che appena due anni fa nelle casse pubbliche algerine entravano 20 miliardi di dollari l’anno dalla vendita di gas, oggi ne entrano più di 50 ogni 12 mesi, cifra destinata a salire ulteriormente. Ma oltre al gas ci sono anche le «relazioni pericolose» con Pechino e Mosca. Con la prima Algeri si appresta a varare numerosi progetti di collaborazione su energia e infrastrutture. Con la seconda ha eccellenti rapporti sul piano militare: nel 2021 un solo contratto fra i due Paesi, incentrato sull’acquisto dei caccia Sukhoi, è stato chiuso a una cifra superiore ai 7 miliardi di dollari. Per 26 parlamentari degli Stati Uniti, fra cui Lisa McClain, la relazione fra Algeri e Mosca rappresenta «una minaccia per tutte le Nazioni del mondo».

È anche in questo contesto che si snoderà la visita di Giorgia Meloni: a fianco avrà il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e l’amministratore delegato dell’Eni Claudio De Scalzi, che firmerà altri accordi con la compagnia di Stato Sonatrach.

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