Sulle armi a Kiev tutti contro Scholz. “Berlino favorevole all’invio dei tank”

Tonia Mastrobuoni La Repubblica 24 gennaio 2023
Sulle armi a Kiev tutti contro Scholz. “Berlino favorevole all’invio dei tank”
Borrell annuncia la svolta al vertice dei ministri degli Esteri della Ue dopo un colloquio con Baerbock. La cancelleria invece resta in silenzio. Scontro aperto tra Russia e Paesi Baltici: cacciati gli ambasciatori

“I liberali e i verdi vorrebbero consegnare i Leopard all’Ucraina già da molto tempo”. Ma la Spd, il partito del cancelliere Olaf Scholz, “frena”. L’europarlamentare verde Hannah Neumann prova a spiegare la posizione internazionale della Germania.

In realtà, ad essere ormai chiuso in un bunker sulla fornitura dei blindati Leopard è solo il cancelliere, che non ha neanche più il sostegno della sua coalizione “semaforo”. Tanto che al termine della riunione dei ministri degli Esteri Ue, il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha rivelato che sulla vexata quaestio c’è stata una parziale schiarita. Ma non è arrivata dalla cancelleria.

In Germania il dibattito continua a essere infuocato. Tanto che il leader della Spd Lars Klingbeil ha richiamato all’ordine i partner di coalizione, invitandoli a una maggiore disciplina interna per “non dare l’impressione di essere divisi”.

La spaccatura, però, è nei fatti, come dimostra anche il leader dei verdi Omid Nouripour, che ha espresso dubbi sulla motivazione principale di Scholz per esitare sui Leopard: “Non si capisce perché i carri armati da combattimento dovrebbero costituire una linea rossa per Putin (in prospettiva della temuta escalation atomica, ndr), quando gli altri blindati che abbiamo fornito non lo sono stati”.

Che il via libera ai Leopard sia imminente (la stima è che ne servano almeno 300, sui duemile custoditi nei depositi europei) lo pensano ormai in molti a Berlino. Ma anche a microfoni spenti nessuno si azzarda a fare previsioni su quando cadrà l’opposizione del cancelliere. Hannah Neumann spiega a Repubblica perché i verdi hanno una posizione così netta sull’Ucraina nonostante la grande tradizione pacifista: “Quando un Paese viene attaccato da un altro Paese, ha il diritto all’autodifesa. Secondo l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, il diritto all’autodifesa è indiscutibile e va anche sostenuto.

Quindi per noi il pacifismo consiste innanzitutto nel difendere la forza della legge, in modo che non si applichi la legge del più forte. Per questo dobbiamo garantire all’Ucraina tutto ciò di cui ha bisogno”.

Dalla riunione dei capi della diplomazia europea è arrivato anche il via libera a una nuova tranche di 500 milioni di euro di aiuti militari all’Ucraina nel quadro dello European Peace Facility. La settimana scorsa il veto dell’Ungheria lo aveva bloccato.

Intanto dalla Russia è arrivata, puntuale, la minaccia del falco del Cremlino Dmitri Medvedev: “Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia”. Questo, proprio mentre si fa sempre più duro lo scontro tra la Russia e i suoi ex satelliti del Baltico: Mosca ha espulso l’ambasciatore dell’Estonia, accusando il Paese di portare avanti una politica di “totale russofobia”. Ma all’inevitabile risposta uguale e contraria di Tallinn si è aggiunta quella della Lettonia, che ha anch’essa ordinato all’ambasciatore russo di lasciare il Paese. La Lituania, dal canto suo, aveva espulso l’ambasciatore di Mosca già nell’aprile dell’anno scorso.

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.