Il sondaggio: Fratelli d’Italia rallenta la corsa, M5S sopra il 18%, Pd fermo

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 25 gennaio 2023
Il sondaggio: Fratelli d’Italia rallenta la corsa, M5S sopra il 18%, Pd fermo
Il partito di Giorgia Meloni al 30,5%, crescono Lega e Forza Italia. Il gradimento della presidente del Consiglio scende ai livelli di inizio mandato. Tutti i dati del sondaggio

Il mese di gennaio fa segnare per la prima volta una flessione del gradimento per l’operato del governo e della premier: i voti positivi, pur continuando a prevalere, fanno registrare un calo di tre punti rispetto al mese di dicembre, quelli negativi aumentano rispettivamente di due e cinque punti. L’indice di gradimento (come sempre calcolato mettendo in rapporto i giudizi positivi con quelli negativi, escludendo coloro che non si esprimono), si attesta a 51 per l’esecutivo (-3) e a 53 per Giorgia Meloni (-5), riportandosi sui valori di inizio mandato.

Sarebbe azzardato sostenere che si tratti della fine dalla «luna di miele» , dato che l’apprezzamento per la premier viene espresso dal 46% degli italiani, ossia una quota largamente superiore rispetto agli elettori dei partiti della maggioranza che il 25 settembre scorso rappresentavano il 26,7% della totalità degli elettori. Piuttosto si tratta di una battuta d’arresto, nella quale sono incappati diversi governi precedenti ben prima della fine dalla luna di miele, una sorta di «rimbalzo» dopo l’aumento delle aspettative legate alle novità del nuovo scenario politico. Le questioni che possono avere influenzato le valutazioni dei cittadini sono molte, a partire dall’aumento dei prezzi del carburante anche a seguito della mancata proroga del taglio delle accise.

Va infatti ricordato che al momento dell’insediamento del nuovo esecutivo la principale priorità degli italiani era rappresentata dal caro bollette e dal prezzo dei carburanti. Oggi il 64% si dichiara insoddisfatto per come il governo ha gestito la questione. Ma ci sono altri temi dell’agenda che stanno suscitando perplessità in una parte dei cittadini, e qualche tensione tra i partiti della maggioranza, fra gli altri l’autonomia differenziata, le intercettazioni telefoniche, la possibile riforma dello Stato in senso presidenziale, ecc.

Tutto ciò si riflette anche sugli orientamenti di voto dato che, dopo la forte crescita dei mesi scorsi Fratelli d’Italia, pur confermandosi largamente il primo partito con il 30,5%, fa registrare un calo (-1,2) a fronte di una ripresa della Lega che raggiunge l’8,3% (+0,5%) e si avvicina al risultato delle politiche, e di Forza Italia che sale al 6,8% (+0,6%). Nel campo dell’opposizione il M5S consolida il secondo posto portandosi al 18,2% (+0,6%), un risultato che mancava dall’autunno del 2020.

A seguire il Pd che, a seguito del dibattito pre-congressuale, sembra aver arrestato il trend negativo degli ultimi mesi attestandosi al 16,4%, quindi il Terzo polo con il 7,1% e l’Alleanza Verdi, Sinistra italiana e Reti civiche con il 4,1%. In aumento di due punti l’area dell’astensione e dell’indecisione che tocca oltre due italiani su cinque (41,2%).

Nel complesso il centrodestra mantiene un ampio vantaggio sul centrosinistra (46,6% a 22,5%) che risulta ancor più elevato rispetto a quello uscito dalle urne nel settembre scorso (43,8% a 26,1%), passando da circa 18 punti a più di 24.

Da ultimo, l’apprezzamento dei leader di partito: nessuna variazione di rilevo rispetto al mese precedente, dato che abbiamo registrato scostamenti di un solo punto. Tuttavia, se analizziamo il trend di medio periodo è interessante osservare che Conte, con un indice di gradimento pari a 32, si riporta sui valori antecedenti l’apertura della crisi del governo Draghi; Salvini (28) e Lupi (21) fanno registrare la crescita di 4 punti rispetto a fine luglio, come pure Berlusconi (25) da ottobre in poi. Al contrario Letta (18) arretra di 4 punti rispetto ad ottobre e di ben 11 rispetto a luglio, mentre Calenda (21), stabile negli ultimi mesi, è calato di 4 punti nel confronto con i dati di luglio, quando venne meno l’alleanza con il Pd e si alienò una parte del consenso dem.

Le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio sono alle porte. Nonostante si tratti di un voto amministrativo guidato da logiche locali, l’appuntamento elettorale sarà investito di significati nazionali, secondo una consuetudine tutta italiana. La tornata elettorale, infatti, potrà avere conseguenze sui rapporti tra i partiti della maggioranza, dato che l’eventuale aumento di Fdi a scapito degli alleati potrebbe determinare tensioni che avrebbero ripercussioni sull’azione del governo.

Analogamente le regionali saranno un banco di prova per i partiti dell’opposizione, tenuto conto della competizione tra loro e della scelta di fare alleanze «a geometria variabile»: infatti in Lombardia Pd e M5s sono alleati sostenendo la candidatura di Pierfrancesco Majorino, mentre il Terzo Polo ha candidato Letizia Moratti, e nel Lazio Pd e Terzo polo sostengono l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato mentre i pentastellati hanno candidato la giornalista della Rai Donatella Bianchi. E dopo le regionali si terrà il congresso del Pd che eleggerà il nuovo segretario. Insomma, ci attende un febbraio molto movimentato.

 

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