Samuele Finetti, Luigi Ippolito, Andrea Marinelli, Viviana Mazza, Stefano Montefiori, Alessandra Muglia, Guido Olimpio, Paolo Valentino, Francesco Verderami
Corriere della Sera 27 gennaio 2023
Quali armi forniscono all’Ucraina i Paesi alleati?
Aiuti all’Ucraina, le armi fornite da ciascun Paese. L’obiettivo europeo è di formare due battaglioni di Leopard per l’Ucraina, circa 80 tank che dovrebbero arrivare da Spagna, Portogallo, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi
Ciò che sembrava difficile, all’improvviso è diventato realtà: tutti — o quasi — promettono carri armati per Kiev. La Germania ha messo fine alle titubanze annunciando l’invio di una compagnia» di Leopard 2, 14 mezzi che saranno consegnati entro tre mesi e che si aggiungono ai 14 promessi dalla Polonia e ai 14 Challenger 2 della Gran Bretagna. L’obiettivo europeo è di formare due battaglioni di Leopard da destinare a Kiev, circa 80 tank che dovrebbero arrivare da Spagna, Portogallo, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi.
Il via libera di Berlino — necessario per i Paesi intenzionati a cedere i carri di produzione tedesca — è arrivato solo dopo che gli Stati Uniti hanno promesso la fornitura di 31 tank Abrams: questa era la condizione posta dal cancelliere Olaf Scholz, che non voleva essere il primo né l’unico a fare il passo.
Per vedere sul campo i carri americani, però, ci vorranno parecchi mesi, forse un anno: Washington non invierà gli Abrams a disposizione — ne ha 4.400, molti già in Europa — perché non vuole condividere la tecnologia, ma ne ordinerà una versione meno performante a General Dynamics.
Questo dettaglio confermerebbe che quella presa da Joe Biden è una decisione di «facciata», necessaria per convincere la Germania a inviare i tank che la Nato considerava più adatti alla guerra in Ucraina: i Leopard 2 sono relativamente semplici, richiedono un addestramento di 4-6 settimane, sono in dotazione a 13 Paesi europei e hanno scorte di munizioni. Seppur riluttante, spiega il New York Times, Biden si è deciso a offrire a Scholz la copertura politica perché è diminuito il timore che Mosca usi armi nucleari, ma anche perché voleva mostrare solidarietà all’Europa.
I tank non sono ancora arrivati, ma Zelensky già pensa ai caccia. Il presidente ucraino ha inoltrato la richiesta in pubblico, i Paesi Bassi hanno offerto i propri F16 ma non sono state prese decisioni: Washington è contraria, Londra restia. L’invio di velivoli è considerato una linea rossa, ma spesso i «confini» sono scritti sulla sabbia.
Usa: Abrams (tra un anno) per sbloccare Berlino
Ci vorranno mesi (probabilmente almeno un anno) perché i 31 Abrams arrivino a Kiev ma annunciarne l’invio ha un duplice scopo: sbloccare nel breve periodo l’invio dei tank tedeschi e confermare nel lungo periodo l’aiuto militare Usa giunto a $27 miliardi in 11 mesi e fattosi gradualmente più sofisticato, inclusi lanciarazzi Himars, blindati Bradley e Stryker. Non succederà a breve ma i tank sono intesi come aiuti non solo alla difesa ma alla riconquista dei territori ucraini e dicono a Putin che la minaccia di escalation non funziona.
Germania: La lunga lista del cancelliere Scholz
I 14 Leopard 2 annunciati dal cancelliere Scholz dopo che anche gli Usa hanno detto sì all’invio degli Abrams si aggiungono alla lunga lista di armi consegnate dalla Germania. Che comprende: 40 carri leggeri Marder, 1 sistema di difesa antiaerea IRIS-T SLM, 30 semoventi antiaerei Gepard, 14 obici tipo Panzerhaubitze 2000, 500 missili terra-aria Stinger, 16 carri armati Biber per la posa di ponti corazzati, 900 bazooka, 5 lanciarazzi Mars II, 50 veicoli da trasporto coraz-zati AFT Dingo e un sistema radar.
Gran Bretagna: dopo i lanciarazzi arrivano i Challenger
londra è seconda solo agli Stati Uniti per livello di assistenza militare all’Ucraina: ha finora speso oltre 2,5 miliardi di euro, più di ogni altro Paese europeo. Già prima dell’invasione russa, i britannici avevano fornito 2 mila missili anti-carro, cui poi si sono aggiunti sistemi di difesa aerea, blindati e tre sistemi lanciarazzi di lunga gittata. Il governo Sunak ha appena annunciato l’invio di 14 carri armati Challenger 2. Truppe ucraine vengono addestrate in Gran Bretagna. L’obiettivo di Londra è esplicito: «La vittoria dell’Ucraina».
Francia
La Francia è stato il primo Paese a fornire all’Ucraina carri armati di concezione occidentale, con i tank leggeri AMX-10RC di vecchia generazione ma rapidamente operativi. Le esitazioni sull’invio dei più potenti Leclerc si trovano più da parte ucraina: pieni di elettronica, i Leclerc hanno bisogno di una formazione ancora maggiore rispetto ai tedeschi Leopard 2. Macron ha fissato tre criteri: cercare di evitare l’escalation, fornire strumenti realmente efficaci sul campo di battaglia, e non sguarnire la difesa nazionale francese.
Dall’Italia invii per un miliardo, coperti dal «segreto»
All’ombra del segreto di Stato, l’Italia ha inviato a Kiev aiuti per circa un miliardo di euro. Durante il governo Draghi sono stati donati i moderni obici semoventi Mlrs e Pzh2000, i blindati Lince, missili contraerei Stinger portatili, elicotteri militari per spostamenti logistici. Il governo Meloni si appresta a consegnare batterie di missili Aspide e in sinergia con la Francia il sistema terra-aria Samp-T. Dall’inizio del conflitto Roma offre anche un appoggio satellitare per contrastare i russi sul campo. Truppe ucraine vengono addestrate sul territorio nazionale.
Madrid manderà i tank ma solo tra due mesi
La Spagna è uno dei Paesi più forniti di Leopard in Europa, ne ha a disposizione 347. Mercoledì, la ministra della Difesa Margarita Robles ha detto che Madrid è pronta ad inviarne alcuni in Ucraina oltre a operare con gli alleati occidentali per addestrare i soldati di Kiev e a fornire parti di ricambio. Dei 347 Leopard, 239 sono 2A5E di nuova produzione, mentre 108 sono modelli 2A4 di seconda mano, che erano tedeschi. Sarebbero questi ultimi a essere forniti, ma perché siano operativi saranno necessari almeno due mesi.
Polonia apripista sui Leopard ora incassa il «successo»
La Polonia è stato il primo Paese a offrire l’invio di Leopard 2 all’Ucraina (era l’11 gennaio) e anche quello più apertamente critico verso Berlino per la sua esitazione a rifornire Kiev dei potenti carri armati di fabbricazione tedesca. Il pressing ha toccato l’apice nei giorni scorsi quando Varsavia si è detta pronta ad inviare i tank anche senza l’ok di Berlino. Quando poi si è diffusa la notizia dell’imminente via libera tedesco, Varsavia lo ha considerato un suo successo diplomatico e ha chiesto la licenza di esportare 14 Leopard 2 dei 247 in dotazione.
La Finlandia molto attiva trascina i nordici
La Finlandia è stata fra gli alleati più attivi di Kiev fin dall’inizio della guerra, anche perché con la Russia ha una frontiera di 1.340 chilometri. Già a inizio gennaio, insieme alla Polonia, si era detta disponibile a inviare i Leopard nonostante mancasse l’ok di Scholz. Ora a Helsinki discutono sul numero di tank da fornire. «Il contributo non sarà enorme», ha detto il ministro della Difesa Mikko Savola, spiegando che la Finlandia ne ha una scorta limitata. Si parla di 14 tank, mentre la Norvegia dovrebbe inviarne 8 e la Danimarca 18.