Guerra mondiale alle porte, Crosetto il venditore di armi

Francesco Grignetti , Ilario Lombardo La Stampa 28 gennaio 2023
Crosetto: “Con i russi a Kiev scoppia la Guerra mondiale”
Vertice con il ministro francese: Parigi chiede tempo per l’invio del Samp/T. A giorni il sesto decreto armi ma il viaggio a Kiev di Meloni potrebbe slittare

 

Il teorema sulle armi, secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, è semplice ed è racchiuso in un ragionamento che fa gelare il respiro: «Vorrei parlare a quelli che dicono “dando le armi all’Ucraina, noi alimentiamo una escalation verso la Terza guerra mondiale”. Io vi dico quando secondo me inizierà la Terza guerra mondiale. Inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini dell’Europa». Il sesto decreto sulle forniture militari a Kiev arriverà la prossima settimana.

Lo ha annunciato ieri Crosetto ed è il regalo che Giorgia Meloni vorrebbe portare in dote a Volodymyr Zelensky, nel suo viaggio a Kiev. Il condizionale, in questo caso, diventa d’obbligo perché non è ancora chiaro se l’annunciata visita nella capitale ucraina si terrà la prossima settimana, come sembrava ormai certo. Da Palazzo Chigi filtra pochissimo, ma pare che per ragioni di sicurezza, con i russi che si stanno incattivendo, i servizi segreti starebbero valutando un rinvio. Nelle prossime ore si capirà qualcosa di più.

In realtà, il principale obiettivo della premier è di celebrare con Zelensky, in terra ucraina, l’invio di una fornitura in particolare. Lo chiamano Mamba, è lo scudo antiaereo Samp/T, un sistema di matrice comune italo-francese che la Difesa di Kiev ritiene vitale per contrastare la prossima avanzata di Mosca.

Se ne sta parlando da settimane, per un tira e molla dovuto alle cautele dei generali italiani, timorosi di scoprirsi sul fronte delle dotazioni in un momento di possibile escalation della guerra. Per questo motivo lo Stato maggiore della Difesa ha ricevuto la garanzia che, essendo un’arma coperta da segreto militare, ci sarà il massimo controllo sui reparti ucraini che la useranno, in modo da scongiurare ogni forma di spionaggio industriale.

Ieri il sistema è stato al centro del lungo confronto tra Crosetto e il ministro francese delle Forze Armate Sébastien Lecornu. Non c’è stato l’annuncio che qualcuno auspicava, l’ufficializzazione dell’invio del Samp/T, perché secondo fonti diplomatiche italiane i francesi avrebbero chiesto ancora un po’di tempo.

Appena pronti, Emmanuel Macron darà comunicazione della fornitura assieme a Meloni. Un modo anche per distendere ulteriormente i rapporti e confermare che, al di là degli strappi sui migranti degli ultimi mesi, la collaborazione andrà avanti sul fronte della difesa, come su quello economico.

Un’intesa che andrà celebrata nel viaggio a Parigi della presidente del Consiglio italiana, appena Palazzo Chigi fornirà una data all’Eliseo. Il pacchetto armi, come i precedenti, arriverà secretato. «Ma arriverà – spiega Crosetto – perché è quantomai necessario in questo momento».

Tra meno di un mese, il 24 febbraio, sarà un anno dall’inizio dell’invasione ordinata da Vladimir Putin. L’esercito russo minaccia di inasprire i bombardamenti su tutta l’Ucraina. L’Europa, gli Stati Uniti e la Nato non possono permettere che Mosca riesca a sfondare Ovest. «Facciamo in modo che i carri armati russi non arrivino a Kiev e ai confini con l’Europa», continua il ministro della Difesa. L’amore per la pace deve fare i conti con la realtà di una guerra imposta dalla Russia al mondo.

Che sta cambiando tutto e riformula la cooperazione tra Paesi. Lo conferma Lecornu: «La nostra volontà è di portare avanti l’agenda di sostegno militare all’Ucraina, di proteggere il Mediterraneo dalle nuove minacce e di studiare l’accrescimento delle capacità di produzione comuni per quanto riguarda la difesa terra-aria». Insomma, la guerra costringe a sviluppare ulteriori progetti industriali. Non solo. Capovolge gli scenari, impegna energie su altri fronti. Come il Mediterraneo allargato.

Altro tema al centro del confronto, che ha avuto un’appendice militare nel faccia a faccia tra il comandante del Covi – il Comando operativo di vertice interforze – il generale Francesco Paolo Figliuolo, e il viceammiraglio Nicolas Vaujour, Sous-Chef d’Ètat-Major Opérations. In qualche modo, l’Africa, la parte Nord, il centro del continente e la striscia sub-sahariana, sono stati il vero cuore del bilaterale.

Perché Francia e Italia sono convinti che è dal fronte Sud che le minacce future arriveranno in Europa. La destabilizzazione dell’area, la crisi migratoria, il ricatto terroristico e il cambiamento climatico sono fattori di rischio che pesano sugli interessi energetici, sulle rotte commerciali, e sulla sicurezza di entrambi i Paesi.

 

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