Corriere della Sera 27 gennaio 2023
Sanremo, il fronte contro Zelensky: da Matteo Salvini a Fabio Volo, chi non lo vuole al Festival
Il leader ucraino interverrà alla serata finale con un video registrato di un paio di minuti
Il fronte non è netto, ci sono politici di diversi schieramenti – dalla Lega al Movimento 5 Stelle – così come personaggi del mondo della cultura tradizionalmente associati alla sinistra: un gruppo eterogeneo unito contro l’intervento a Sanremo (con un video registrato di un paio di minuti , da mandare in onda durante la serata finale) del leader ucraino Volodymyr Zelensky.
Da alcuni giorni l’opinione pubblica si divide fra favorevoli e contrari, fra chi apprezza l’idea che il presidente di un Paese attaccato possa dare voce alle sofferenze dei suoi cittadini (così come già fatto ad altri eventi di spettacolo come la Mostra del cinema di Venezia o, di recente, ai Golden Globes) e chi ritiene che Sanremo debba rimanere musica e intrattenimento, lasciando fuori la politica e la guerra.
«Se avrò dieci minuti di tempo per vedere il Festival di Sanremo, vedrò le canzoni, non Zelensky – ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini , ospite di «Otto e mezzo» -. Se Zelensky ha il tempo di andare agli Oscar o al Festival di Sanremo, lo sa lui. Ogni contesto merita serietà, anche Sanremo. Mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso, non mi sembra che le cose vadano d’accordo».
Come lui la pensa il vicepresidente della Camera Maurizio Gasparri, che ha detto di trovare «sorprendente l’accostamento tra i balletti e le canzoni di Sanremo con l’aggressione all’Ucraina», ma anche il leader di Azione Carlo Calenda: «Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra», ha scritto in un tweet. E ancora il leader del M5S, Giuseppe Conte: «Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha invitato il presidente Zelensky alla Camera dove ha potuto esprimere le sue ragioni in Parlamento. Non credo che sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo».
L’ex deputato pentastellato Alessandro Di Battista, definendo il video di Zelensky «una ridicola buffonata», è tra i firmatari del manifesto con cui un gruppo di intellettuali ha accompagnato la decisione di manifestare, in piazza a Sanremo, proprio l’11 febbraio: «Abbiamo appreso con incredulità che interverrà Zelensky, capo di Stato di uno dei due Paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra nel Donbass. Una guerra terribile», scrivono nomi come Franco Cardini, Ugo Mattei, Carlo Freccero, Joseph Halevi e Moni Ovadia. Secondo Ovadia «non si può spettacolarizzare la guerra. Tanto meno in un programma che ospita canzoni e che è visto in tutto il mondo. Il messaggio che mandiamo a Putin è che vogliamo schiacciarlo. E lui può essere molto cattivo, quindi non è conveniente».
Un altro ex pentastellato, Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri, ha scritto un commento durissimo su Instagram: «Io credo che sia un bene che si racconti, ovunque, ciò che la Russia sta facendo al popolo ucraino. E dando spazio alle loro istituzioni, non si alimenta la retorica di guerra, bensì si denuncia un disastro umanitario nel cuore dell’Europa, con 5 milioni di profughi e quasi 1200 bambini morti o feriti. Le polemiche sulla par condicio a Sanremo sono una tradizione. Ma mai avrei immaginato che potessero investire Zelensky, Capo di Stato di una nazione invasa e con il suo popolo ancora sotto le bombe. C’è chi parla di equilibrio. Insomma far intervenire a Sanremo anche chi li sta bombardando? Vladimir Putin in persona magari». Di diverso parere il sottosegretario alla Cultura V ittorio Sgarbi che ad Affaritaliani.it. ha dichiarato: «Zelensky farebbe bene a non partecipare al Festival di Sanremo, per non essere utilizzato come una “Velina” da Amadeus. Dovrebbe essere proprio il Presidente ucraino a scegliere di non partecipare, per non essere in qualche modo utilizzato».
C ritiche anche da Beppe Grillo, dal vignettista Vauro Senesi , e contrario si è detto pure Fabio Volo che, a «Un giorno da pecora» su Rai Radio 1, ha dichiarato: «Sono cose che personalmente fatico a comprendere, capisco l’attenzione però mi sembra anche una spettacolarizzazione. Mi sembra che l’Italia non sia nel dubbio, quel che deve fare lo sta facendo. Non so: quando poi è venuto cosa cambia?».
Si aggiunge al coro delle polemiche , anche Byoblu che ha lanciato una petizione che ha già raccolto più di 36mila firme. A lanciare l’iniziativa, appoggiata anche da vari esponenti della Commissione Du.pre. (dubbio e precauzione), è il CLN, comitato di liberazione nazionale rifondato da Ugo Mattei. Tra i firmatari anche alcuni intellettuali tra cui Carlo Freccero e lo storico Franco Cardini.
La Rai, però, andrà avanti: l’intervento di Zelensky durante la finale di Sanremo dovrebbe durare un paio di minuti e andare in onda dopo mezzanotte, alla fine dell’esibizione di tutti i cantanti, prima dello «spareggio» finale per decretare il vincitore.