Nel Pd si vota dal 4 al 12 febbraio, previsioni ottimiste a 200.000 iscritti

Giovanna Casadio La Repubblica 1 febbraio 2023
Al Pd si è ristretta la base: iscritti a quota 150 mila, erano il doppio due anni fa
Chiusi i termini per il tesseramento in vista delle primarie. Per i vecchi registrati la scadenza è prorogata al 12 febbraio: si conta di arrivare a 200 mila. Il crollo nelle regioni meridionali

 

Il Pd ha uno zoccolo duro di circa 150mila iscritti, che potrebbero salire a 200mila. In forte calo rispetto ai 320mila del 2021, ma si temeva peggio. Per ora il dato è parziale. Il regolamento congressuale infatti ha previsto l’adesione fino a ieri alle 12, però con una eccezione per i militanti storici, ovvero quelli che hanno la tessera dem del 2021. Per loro è possibile tesserarsi fino al congresso nel loro circolo, quindi dal 4 al 12 febbraio. Con un prolungamento ulteriore al 19 febbraio per Lombardia e Lazio, dove si vota per le regionali.

Dicono al Nazareno, la sede dem, che nelle ultime ore c’è stata una corsa a tesserarsi, tanto che la piattaforma online è stata presa d’assalto e si è verificato un ritardo nell’elaborazione dei dati da consegnare alla commissione congresso: da qui le cifre ballerine. Il responsabile dell’organizzazione, Stefano Vaccari se ne complimenta. Commenta: “Le ‘cassandre’ sono state smentite, qualcuno anche all’interno del partito prevedeva che fossimo morti e sepolti”. Ma, al di là di previsioni ancora più fosche, il Pd si restringe. Ed è una lenta e inesorabile contrazione: nel 2019 i tesserati erano 412mila; nel 2013, 535mila, anche se si disse che erano “pompati” in vista del congresso di allora. Subito dopo la fondazione, il Pd di Walter Veltroni nel 2008 aveva 830mila iscritti. Altra epoca, altra capacità espansiva e appeal.

Ipotizzando un buon afflusso dei militanti storici nei prossimi giorni, la proieizione sale a oltre 200 mila iscritti, che parteciperanno al primo round del congresso, dove solo chi è tesserato (e i bersaniani che dichiarerano di tesserarsi), può votare per i quattro sfidanti alla segreteria tra Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli, Gianni Cuperlo. Il risultato designerà chi andrà al ballottaggio nelle primarie dei gazebo il 26 febbraio. Qui a decidere il segretario che prenderà il posto di Enrico Letta, sono non solo i militanti, ma anche gli elettori dem.

Non è solo però la caduta del numero dei militanti a preoccupare i Dem. Bensì l’effetto a macchia di leopardo e il crollo al Sud. Se Emilia Romagna (la regione di tre dei quattro sfidanti: De Micheli, Schlein e Bonaccini) ha tenuto, così come Toscana, Piemonte e Lombardia, nel Mezzogiorno il Pd rischia l’irrilevanza. A mano a mano che emerge la fotografia del tesseramento, questa è la prima impressione: un flop nelle regioni meridionali. Intanto la spinta dei candidati, insieme con l’altra competizione per i nuovi segretari regionali, sta giocando con un effetto traino. Però modesto. Schlein aveva lanciato un appello via social per il tesseramento “per votare nella prima fase del congresso, la più bella, quella in cui non si tratta di mettere una X accanto a un nome, ma di andare nei circoli dove si discutono le mozioni e le candidature”.

Non mancano le polemiche. Cuperlo denuncia: “Ci sono arrivate notizie di un tesseramento un po’ dilatato in Campania, quindi vogliamo vederci chiaro, perché è un congresso importante, il più importante nella storia del Pd”. Annuncia che si rivolgerà alla commissione di garanzia. A Bologna uno dei comitati di Bonaccini aveva parlato di “tessere bianche” per Schlein. Dubbi rientrati, dopo accertamenti. C’è da dire che il regolamento Pd con la tracciabilità dei pagamenti, rende più difficili le irregolarità. Nico Stumpo, tesoriere di Articolo uno, garantisce il rispetto dell’accordo approvato dall’assemblea costituente: dai bersaniani dovrebbe arrivare la pre adesione al Pd di 9 mila militanti.

Tra i tesserati del Pd non ci sarà Dino Giarrusso: l’ex grillino, europarlamentare, che ha annunciato di sostenere Bonaccini e di volere aderire al partito è fuori. Sempre Vaccari spiega in un intervista a Domani e poi a Radio Immagina che “secondo il nostro regolamento Giarrusso non può essere tesserato perché fa parte di un gruppo diverso dal nostro al parlamento europeo, anche se è il misto, cioè quello dei non iscritti. Le regole che evitano le porte girevoli ci sono già. Basta applicarle”.

 

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