TWEET : IL TRAPPOLONE

 

Meloni Del Mastro e Donzelli, transizione e tradizione. Mescolare bene

 

E’ doveroso interrogarsi sulla piega che ha preso la vicenda politica italiana attorno al caso-Cospido. Difficile arrivare a conclusioni, ma andare oltre questa demenziale apparenza è necessario per non dismettere tutte le chiavi politiche interpretative e concludere che la politica viaggia pericolosamente a tutta velocità a fari spenti nella notte.

 

La domanda è d’obbligo: la situazione è sfuggita di mano alla Meloni di fronte ad un contorno di pazzi, incapaci e dilettanti, o la Meloni è partecipe defilato di una forzatura politica?

La prima interpretazione ( la situazione è sfuggita di mano alla Meloni ) è diffusa nel coro di chi vede la leader di Fdi leader europea della nuova destra italiana circondata però da amici e familiari coerentemente propagandisti e post fascisti.

Nella seconda invece, (la Meloni è partecipe defilato di una forzatura politica) c’è la difficoltà della premier che dai benzinai alle vicenda intercettazioni si sente sotto botta, vede tutti i rischi delle elezioni in Lazio e Lombardia in cui la bassa affluenza potrebbe penalizzarla e alza il livello dello scontro, cerca la contrapposizione con il Pd, si riprende il profilo giustizialista della lotta alla mafia e al terrorismo e infila il Pd nel suo stato confusionario di essere un po giustizialista “ma anche” garantista di mafiosi e terroristi. Donzelli e Delmastro sarebbero cosi i perfetti incendiari del salto propagandista del partito di megafono e di governo.

Ma c’è anche altro che aumenta la confusione. Dal cambio di governo e con l’arresto di Matteo Messina Denaro la mafia è in fermento, manda i segnali con Baiardo e Graviano, cerca di accreditare che è nel gioco politico e cerca interlocuzioni con l’obiettivo perseguito in questi 30 anni nel rapporto con la politica. Eliminare il 41 bis. Ed è quella che mette in piedi, o meglio usa politicamente, la vicenda Cospido che ha una ragione in sé nell’uso distorto del 41 bis, e si ritrova nella congiunzione tra richieste mafiose e violenze anarchiche sparate in prima pagina come il ritorno del fantasma delle Brigate Rosse.

A chi parla oggi la mafia nelle carceri, con chi cerca interlocuzioni, che agganci ha con il governo e la politica a Roma, oggi dopo 30 anni e con la fine dei vecchi e stra-noti riferimenti politici?

E con una politica che sembra senza arte e né parte, aperta a chiunque favorisca un titolo, un tweet, un protagonismo da mezzo punto in più nei sondaggi.

In questo quadro, millantatori incendiari propagandisti e complottisti vanno alla grande.

Solo la democrazia, quella che vive tutti i giorni attraverso la coscienza dei cosidetti servitori dello Stato (brutta parola), del popolo e dei lavoratori, si consuma e consuma la memoria del perché questa Costituzione e questo profilo antifascista avevano finora retto.

 

 

 

 

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