Zaniolo, un talento che si è perso per strada

Alessandro Austini Domani 2 febbraio 2023
 
Ingestibili umori e complessi di Edipo di un talento che si è perso per strada
 
Non c’è mai stato nulla di normale nella carriera di Nicolò Zaniolo. Scartato dalla Fiorentina quando era un ragazzino, preso dalla primavera dell’Inter e poi scaricato. Convocato in nazionale a 19 anni senza aver giocato ancora un minuto fra i professionisti.

 

Al debutto con la Roma da titolare al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid in Champions League prima di esordire in campionato. Da lì un’altalena continua di fatti ed emozioni.

Esaltato, protetto, celebrato con troppa fretta e diventato presto ingestibile per i continui sbalzi d’umore. Messo in vendita e poi rilanciato, infortunato due volte e rinato, fino al gol decisivo segnato nella finale di Conference League a Tirana, che ha liberato il popolo romanista dall’incubo del “noi non vinciamo mai”, durato 14 anni. Appena otto mesi dopo Zaniolo si è ritrovato sotto casa i suoi stessi tifosi a insultarlo per aver rinnegato la maglia giallorossa ed è scappato a La Spezia.

Alla fine del calciomercato è rimasto alla Roma, dove ora lo aspettano cinque mesi da separato in casa, aspettando di ripartire chissà dove la prossima stagione. «Sono state dette e scritte molte cose che mi riguardano in queste ultime settimane e parecchie non sono veritiere», ha scritto ieri Zaniolo in una lettera aperta inviata all’agenzia di stampa, con la quale Nicolò Zaniolo tende la mano alla Roma dopo la rottura. Per la prima volta in questi giorni ho avuto paura, per me e per la mia famiglia, e mi sono sentito abbandonato. Non mi era mai successo e mi sono spaventato molto. Il futuro è nelle nostre mani: io tendo la mia e mi metto a completa disposizione del-la famiglia della Roma», ha scritto.

Da Re a reietto

Tanto dotato a livello fisico quanto poco stabile caratterialmente, il giovane prodigio che superava difese intere con le sue progressioni di pura potenza è riuscito a trasformarsi da re a reietto nel giro di pochi mesi, in una città che non conosce le mezze misure. Un contesto che in passato ha messo in discussione a momenti persino i “totem” del club come Francesco Totti e Daniele De Rossi, figurarsi un ragazzo inserito quasi casualmente in uno scambio di mercato che portò Radja Nainggolan all’Inter.

Era il 24 giugno 2018 quando Zaniolo si presentò a Roma accompagnato in macchina dal papà ex calciatore Igor e dalla madre Francesca Costa. C’erano anche loro all’incontro con i dirigenti per firmare il contratto, nulla di strano vista l’età del figlio, ma in realtà era il primo segnale di un “pacchetto” familiare da gestire.

La madre, divenuta un’improvvisa star dei social, ha fatto a lungo da autista a Nicolò, che per anni si è fatto portare da lei agli allenamenti e tutt’oggi non ha ancora preso la patente. La maglia numero 22 è un omaggio alla mamma: <t la sua data di nascita», raccontava Zaniolo nei primi mesi da romanista in un’intervista improvvisata fatta dalle Iene, tra doppi sensi e imbarazzi, mentre i due tornavano a casa.

Qualche anno dopo sono andati insieme anche a C’è Posta per Te di Maria De Filippi, la trasmissione frequentata spesso da Totti. Il paragone con l’eterno capitano, che inizialmente gli affittò una delle sue case all’Eur, è durato poco. Perché il presunto erede non ha fatto in tempo a diventare protagonista con la Roma che sono arrivati i due infortuni alle ginocchia a frenarlo, oltre a tutta una serie di problemi e pressioni che non è stato capace di gestire.

In mezzo ai due incidenti c’è stato un rinnovo di contratto fino al 2024 a circa 2 milioni di euro netti a stagione più premi, firmato dopo la prima stagione in giallorosso, e il passaggio di consegne della società da Pallotta ai Friedkin. Negli accordi preliminari raggiunti tra i due americani a dicembre 2019 fu inserita una clausola che impediva di vendere Zaniolo in attesa del subentro dei nuovi proprietari.

Cacciato

Nel frattempo la vita dell’attaccante fuori dal campo si era già complicata. L’under 21 cacciò lui e il suo amico Moise Kean dal ritiro in vista degli Europei di categoria del 2019, per alcuni comportamenti poco graditi al ct Gigi Di Biagio, ai compagni di squadra e alla federazione. Una “macchia” che Zaniolo si è portato dietro per anni, con i continui inviti pubblici di Mancini a maturare. Il fato ha voluto che il secondo infortunio alle ginocchia sia arrivato mentre vestiva la maglia della nazionale maggiore in Olanda. Lo stop del campionato 2019-20 per la pandemia lo aveva aiutato a rientrare in tempo per il finale di stagione, ma l’altra gamba ha ceduto quando pensava di essersi messo il peggio alle spalle. Ritrovata la nazionale dopo il gol di Tirana, Mancini lo ha rimandato subito a casa insieme al laziale Zaccagni per non turbare l’atmosfera nello spogliatoio: i due non potevano convivere. “Il figlio di Zaccagni è di Zaniolo” cantavano i romanisti nei festeggiamenti per la Conference League, sheffeggiando, tra i sorrisi divertiti di Nicolò, il rivale che si era fidanzato con la sua ex fiamma Chiara Nasti.

Intanto a luglio del 2021 un figlio di Zaniolo era nato davvero, la mamma è l’altra ex Sara Scaperrotta, ma lui non lo voleva: «Quando Sara mi ha comunicato la gravidanza — ha raccontato il calciatore — sono stato molto onesto nel farle presente che non mi sentivo pronto per un impegno del genere, soprattutto perché non andavamo più d’accordo, ma lei ha deciso di proseguire». Poco prima di partorire la ragazza ha rivelato: «Mi sono trovata di colpo a percorrere questo cammino da sola». La paternità non ha aiutato Zaniolo a trovare stabilità. E il gossip lo ha travolto.

Non ci è riuscito neppure José Mourinho a proteggerlo e a farlo maturare almeno calcisticamente. L’allenatore ci ha provato ma si è scontrato con i continui alti e bassi di Zaniolo, spinto da papà Igor a farsi cedere il prima possibile. Al termine della scorsa stagione, nonostante il gol segnato in finale, voleva andare alla Juve e al Milan ma il prezzo fissato dalla Roma — almeno 60 milioni di euro ha scoraggiato tutte le pretendenti.

Anche perché i numeri in campo non erano da grande attaccante: 8 gol in 42 partite la scorsa stagione, quest’anno appena 2 reti in 17 gare. Nel ritiro estivo Zaniolo ha cambiato di nuovo idea ed era felice di restare, dopo la chiusura del mercato il suo procuratore Claudio Vigorelli — che da anni prova invano a mediare fra le pressioni della famiglia, gli sbalzi d’umore del calciatore e le lamentele della Roma — ha chiesto un altro rinnovo di contratto e di raddoppiare lo stipendio portandolo ad almeno 4 milioni di euro netti più premi. La società non si è messa neppure a trattare.

Talento sprecato

Il resto della storia è la cronaca degli ultimi giorni. La richiesta di non allenarsi e non giocare più nella Roma, i tentativi di trasferirsi al Tottenham e al Milan che però lo volevano solo in prestito, il rifiuto di firmare col Bournemouth, pronto a pagare oltre 30 milioni a Friedkin, le accuse pubbliche del deluso mourinho («Da un mese chiede ogni giorno di andare via e non vuole più vestire la maglia della Roma») che hanno fatto imbestialire i tifosi, gli insulti della gente sotto casa, le scritte sui muri, gli striscioni, le risposte via social della mamma e la fuga a La Spezia.

Nell’ultimo giorno di mercato Zaniolo si era quasi convinto di andare a giocare al Bournemouth, ma gli inglesi nel frattempo avevano comprato Traoré dal Sassuolo e non si sono più fidati. A giugno alla Roma non resterà che trovare un compromesso per incassare pochi milioni di euro e non perdere il calciatore a parametro zero nel 2024. Ma ormai il patrimonio è svalutato e un altro talento del calcio italiano rischia di perdersi per strada.

 

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