Ronzulli “Dividersi sulla legalità fa diventare fragile il Paese”

Antonio Fraschilli La Repubblica 5 febbraio 2023
Ronzulli “Se ci dividiamo sulla legalità il Paese diventa fragile e aggredibile”
Intervista alla capogruppo di Forza Italia al Senato


I toni sono stati alzati, e anche troppo, ammette la premier Meloni. Lo pensa anche lei, Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato?

«È una settimana che in Parlamento lo scontro politico si è incendiato, in modo figurato. Intanto gli anarchici stanno incendiando realmente le piazze, fanno attentati, mettono nel mirino le istituzioni, fino ad arrivare al presidente della Repubblica. Direi che è ora di mettere fine a tutto questo, è giusto abbassare i toni. La gente non capisce, mentre vorrebbe vederci lavorare per mantenere gli impegni.

Bene, rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare sulle cose concrete. Si è perso anche troppo tempo. Questa contrapposizione tra maggioranza e opposizione su questi temi, lo ripeto, è sbagliata, perché apre una falla, ci rende aggredibili. Un Paese che si divide sulla legalità è un Paese fragile».

Che idea si è fatta della vicenda? La visita dei parlamentari Pd a Cospito in 42bis giustificava l’affondo di FdI?

«Mettiamola così. Non mi sarebbe mai passato per la mente di andarlo a trovare. Anche perché con quella visita, mentre la magistratura era al lavoro, si è dato troppo risalto a Cospito e al suo sciopero della fame che egli stesso, a leggere la relazione del Gom della Polizia penitenziaria, pubblicata dal vostro giornale, ha definito “il più falso della storia”. E non avrei neanche espresso dubbi sulla misura del carcere duro nei suoi confronti, come nel Pd qualcuno ha fatto. Io ho unaconcezione molto diversa delle ispezioni in carcere».

Non pensa che tanto le parole del deputato Donzelli quanto il ruolo avuto in questa vicenda dal sottosegretario alla Giustizia Delmastro siano state inappropriate?

«Purtroppo, con la contrapposizione fra maggioranza e opposizione è stato acceso un faro su Cospito, del quale quasi nessuno conosceva l’esistenza: ha ottenuto un palco e un teatro. Occorre riportare un po’ di equilibrio, perché il palco e il teatro lo stanno avendo anche i criminali che fuori dalcarcere stanno dando vita a ogni genere di violenza».
Senatrice però sia schietta. Voi siete sempre stati dei garantisti.

Come convivete coi vostri alleati che sembrano muoversi armati di forca più che di codice?

«Respingo questa visione delle cose. Essere garantisti significa lottare affinché nei confronti di tutti siano rispettate le regole del giusto processo. Significa lottare per impedire l’abuso, non l’uso delle intercettazioni pubblicate illegalmente, che in questi anni ha distrutto vite e carriere. Su questo mi pare siamo tutti d’accordo. Così come siamo d’accordo sul fatto che una volta arrivati alla sentenza, sia giusto che chi ha sbagliato paghi fino in fondo. E per essere chiari, il 41 bis non è e non deve essere messo in discussione. Non ci sono scioperi della fame che tengano».

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