Il Manchester City trema, “Così truccava i bilanci”. Rischio retrocessione

Antonello Guerrera La Repubblica 7 febbraio 2023
Il Manchester City trema, “Così truccava i bilanci”. Rischio retrocessione
Inchiesta della Premier sulle operazioni finanziarie dal 2009 al 2018. C’è anche il contratto di Mancini. Il club: “Noi innocenti”

Welcome to Britaly. Se secondo il settimanale Economist il Regno Unito sta diventando sempre più simile all’Italia (vedi l’instabilità politica e 5 primi ministri negli ultimi 7 anni), ora c’è un altro pesante parallelo. Non solo il coinvolgimento del ct azzurro Roberto Mancini. Perché da lunedì, dopo la Juventus, un altro top club come il Manchester City è all’indice per accuse simili. E, se confermata la colpevolezza, anche per lo stellare club allenato da Pep Guardiola si prospetta una penalizzazione di molti punti o persino la retrocessione in Championship. Qualcosa di mai visto in Premier League.

Lunedì mattina, ore 11. Un corriere si presenta alla sede del City e consegna “documenti legali”. La Premier League, che in contemporanea pubblica tutto sul suo sito, accusa i Citizens dello sceicco emiratino Mansour bin Zayed di aver falsificato i bilanci e il più bel e ricco campionato del mondo per almeno un decennio, dal 2009 al 2018. Intanto, i citizens hanno vinto tre campionati e due FA Cup. I dirigenti del City sono furiosi e basiti: la Premier non li ha avvertiti preventivamente. Il club risponde: “Proveremo la nostra innocenza”.

Manchester City, cosa rischia
Qualcuno della dirigenza sparge veleno al Times: “Il tempismo di questa mossa è eloquente”, sostiene una anonima fonte, “la Premier League vuole dimostrare al governo britannico di avere il controllo della situazione prima della riforma”. Il riferimento è al nuovo libro bianco del calcio inglese, tra due settimane, in cui ci dovrebbero essere regole molto più stringenti sulla trasparenza dei bilanci dei club, oltre all’inappellabile divieto di unirsi a qualsiasi Superlega europea. Ma la realtà sembra essere un’altra. Se infatti in Italia la penalizzazione di 15 punti per la Juventus è arrivata “troppo velocemente” per alcuni osservatori, in Inghilterra la Premier League ha impiegato oltre 4 anni per queste accuse al Manchester City, che ora saranno giudicate da una commissione indipendente.

City, Football Leaks e la multa
Tutto inizia nel dicembre 2018 con lo scandalo Football Leaks, scatenato dall’hacker portoghese Rui Pinto. Quelle scottanti carte ed e-mail illegalmente sottratte innescano l’inchiesta e poi il verdetto contro il City da parte della Uefa, che condanna il club a 30 milioni di euro di risarcimento per aver infranto il Fair Play Finanziario e a due anni di esclusione dalle coppe europee. Mannaia ribaltata dal Tas di Losanna: solo una multa, ridotta a 10 milioni. Allora, le accuse di Football Leaks furono: “Sponsorizzazioni gonfiate” tramite sponsor emiratini, “carte segrete per compensi in nero, incluso l’allenatore del City Roberto Mancini” dal 2009 al 2013 e irregolarità nell’acquisto di giovanissimi calciatori.

City, il contratto di Mancini nell’inchiesta
Oggi la storia si ripete, perché l’ultima inchiesta ne è un seguito: la Premier League, che non applica alcuna prescrizione temporale alle sue indagini, sostiene che il Manchester abbia infranto le regole almeno 113 volte fino al 2018 e, negli ultimi quattro anni “non avrebbe fornito le documentazioni necessarie”. Il sospetto è che il City abbia mascherato i veri compensi di allenatori, giocatori e agenti (come quello di Yaya Touré) per aggirare le regole del Fair Play Finanziario inglese che impone di spendere non più di quanto si guadagni in un anno. Anche il vecchio contratto di Mancini è nel mirino: secondo gli inquirenti, l’allenatore italiano sarebbe stato pagato segretamente anche da un altro club di Abu Dhabi.

Non si sa quando arriverà il verdetto, ma molti club stanno già invocandolo prima della fine della stagione. E, a differenza della sentenza Uefa, stavolta il City non potrà neanche appellarsi al Tas. Insomma, l’impero di Mansour rischia davvero di sgretolarsi. Pep Guardiola aveva detto dopo la prima indagine: “Io ho totale fiducia nel City. Ma se mi hanno mentito, ne sarò fuori in un minuto”.

 

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