«Sei grande grande grande ». Si deve a Mina la presenza di Mattarella

Concetto Vecchio La Repubblica 8 febbraio 2023
Il tributo alla Costituzione dietro il sì del presidente all’invito al Festival
Una canzone di Mina all’origine della prima telefonata di Mattarella ad Amadeus un anno fa La scelta di esserci come segno di connessione al Paese reale

«Sei grande grande grande ». Si deve a Mina se Sergio Mattarella ieri sera era sul palco d’onore all’Ariston. Il primo presidente della Repubblica presente al Festival di Sanremo in settantatré edizioni. L’anno scorso, durante la terza serata – Mattarella era stato appena rieletto – Amadeus gli aveva dedicato la celebre canzone di Mina, intonata dall’orchestra.

Una scelta non casuale. Il presentatore aveva letto che il 23 agosto 1978 il capo dello Stato, allora un giovane professore universitario, insieme alla moglie Marisa Chiazzese e al fratello Piersanti aveva assistito all’ultimo concerto di Mina alla Bussola in Versilia.

Né la moglie né Piersanti ci sono più; la signora Mattarella è deceduta dieci anni fa, il fratello, il presidente della Regione Sicilia alfiere del rinnovamento democristiano, è stato ucciso dalla mafia nel gennaio 1980; Grande grande grande era la canzone più amata da Marisa Chiazzese.

Amadeus aveva manifestato la sua gratitudine al presidente per avere sottolineato, nel suo discorso d’insediamento in Parlamento, «l’importanza della cultura, del teatro, del cinema e della musica». E quindi Mattarella, commosso per quei rimandi, aveva chiamato Amadeus per ringraziarlo.

Così è nato un rapporto, coltivato da Lucio Presta, il manager di Amadeus, ma anche di Roberto Benigni. Presta sin dall’ottobre scorso ha avviato una paziente tessitura col Quirinale per convincere il presidente a essere della partita. Una missione segreta, tanto che fino all’ultimo ne era informato solo l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes.

I cinque consiglieri del cda Rai hanno scritto alla presidente dell’azienda Marinella Soldi per chiedere come mai non ne erano informati. Mattarella ha accettato per l’omaggio che Roberto Benigni ha riservato ai 75 anni della nostra Costituzione.

Ne aveva parlato nel suo discorso di fine anno. Sbaglia chi prova a cogliere un collegamento col mancato intervento del presidente ucraino Zelensky,o chi vi intravede chissà quali congetture politiche. In questi primi mesi di governo della destra il Quirinale è stato vigile senza però mai intervenire nella dinamica parlamentare, mantenendo tuttavia saldi i fondamentali della Repubblica: basterebbe rileggersi il discorso pronunciato nel giorno della Memoria, il 27 gennaio.

Un invito a guardare in faccia la storia.
Mattarella ha deciso di andare a Sanremo perché questo è il suo modo di stare in contatto con la gente, di mantenere viva la connessione col Paese reale. La sua popolarità in questo primo anno del secondo settennato resta intatta, anche perché nessuno può rinfacciargli un uso partigiano del ruolo: la sua bussola è sempre stata la Costituzione, che proprio ieri sera è stata onorata da uno dei nostri attori più grandi. «Un omaggio alla cultura popolare», l’ha definito il suo portavoce, Giovanni Grasso. «Un sigillo alla melodia», ha spiegato Massimo Ranieri.

Il presidente è naturalmente un italiano come noi: ama la musica leggera, l’opera, (è ospite fisso alla prima della Scala), guarda le partite alla tv, è immerso nel presente. E la nostra Costituzione parla anche di promozione della cultura. La sua presenza va letta come un segno di vicinanza al mondo dello spettacolo, che viene da anni durissimi. Mattarella è il primo presidente a Sanremo, per paradosso il record è toccato al più antidivo dei nostri rappresentanti .

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