Adesso Fuortes traballa: la storia di “Kiev” rischi di costargli cara

Gianluca Roselli  il Fatto Quotidiano 8 febbraio 2023
 Adesso Fuortes traballa: la storia di “Kiev” rischi di costargli cara
 La poltrona di Carlo Fuortes torna a traballare.  Se nelle ultime settimane l’Ad Rai sembrava aver stretto un sodalizio con la nuova maggioranza così da riuscire ad arrivare a scadenza di mandato (luglio 2024), il gran pasticcio sul mancato messaggio video di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo rimette tutto in discussione .

Perché il compromesso del messaggio scritto non ha placato l’irritazione di Palazzo Chigi, secondo cui si è messa a repentaglio la credibilità dell’Italia sul fronte internazionale e atlantista, a un soffio dell’incidente diplomatico con Kiev .

Generando una piccola incrinatura nel rapporto che Meloni era riuscita a costruire col presidente ucraino .

L’accusa che viene fatta dalle stanze di Chigi a VialeMazzini è di aver generato dal nulla un pericoloso incidente col rischio di compromettere un lungo e faticoso lavoro diplomatico .

Per questo a Chigi il nervosismo è ai massimi .

E sul banco degli imputati è finito il capo azienda, reo di non aver saputo gestire la faccenda .

“Al minimo segnale di intoppo avrebbe dovuto prendere in mano la situazione e rassicurare Kiev .

Invece la questione è stata presa sottogamba…”, è il ragionamento fatto a Chigi .

A Kiev sono rimasti male sia per le polemiche che si sono generate in Italia sulla presenza di Zelensky a Sanremo, sia per il controllo preventivo annunciato da Viale Mazzini .

E si son chiesti: può la tv pubblica italiana censurare il messaggio di un capo di Stato straniero? Insomma, errori su errori, non ultimo aver lasciato troppo campo libero nella vicenda a Bruno Vespa .

E ora Fuortes rischia davvero, tanto più che lui in Cda è già in minoranza: il budget 2023 è stato approvato solo grazie all’uscita dalla stanza di due consiglieri .

E la lettera di protesta che il Cda gli ha inviato ieri per non essere stato informato sulla presenza di Mattarella al Festival non aiuta .

Che succederà a metà marzo, quando si voterà il piano industriale? Il problema, per Meloni, è il nome con cui sostituirlo .

L’opzione è un interno disposto a guidare l’azienda solo per un anno e mezzo, ma che già conosce la macchina nel profondo .

In pole c’è il direttore della radio Roberto Sergio, seguito dal direttore governance , Nicola Claudio, e quello dei palinsesti, Marcello Ciannamea .

Nomi graditi al centrodestra ma non meloniani doc .

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