Zelensky mette i voti nelle visite, Biden, Sunak, Macron, Scholz, Ue. Meloni nc

Anais Ginori,  Tonia Mastrobuoni La Repubblica 9 febbraio 2023
Le strade di Zelensky non portano a Roma
Il tour europeo del presidente ucraino: a Londra da Sunak, in serata l’incontro a Parigi con Macron e Scholz L’Italia resta esclusa dai colloqui e la premier si accontenta di un bilaterale a margine del Consiglio Ue di oggi a Bruxelles

 

Volodymyr Zelensky arriva in Europa occidentale, va a ringraziare l’alleato britannico che più di tutti ha dato sostegno militare all’Ucraina, e poi a sorpresa fa tappa a Parigi per un incontro congiunto con Emmanuel Macron e Olaf Scholz. Il presidente ucraino, che dall’inizio della guerra era andato solo negli Stati Uniti, vuole rimotivare il fronte europeo in un momento in cui la Russia sta tornando all’offensiva.

Zelensky sarà oggi a Bruxelles in occasione del consiglio Ue, un appuntamento in parte atteso mentre la vigilia a Parigi è un fuori programma in formato franco-tedesco, escludendo gli altri partner, a cominciare dall’Italia.

L’appuntamento all’Eliseo è stato deciso in poche ore, con l’agenda di Macron e Scholz sconvolta per organizzare la cena di lavoro a tre. L’idea di coinvolgere il cancelliere tedesco è una conseguenza diretta del vertice bilaterale tra Francia e Germania del 22 gennaio quando i due leader hanno deciso di rilanciare il motore franco-tedesco dopo mesi di tensioni e incomprensioni. L’invito a Zelensky viene presentato da una nota dell’Eliseo come «l’occasione di riaffermare il sostegno indefettibile della Francia e dell’Europa all’Ucraina e di proseguire lo stretto coordinamento che consente di rispondere in modo reattivo ed efficace ai bisogni espressi da Kiev».

A Parigi, come a Londra, Zelensky viene a chiedere l’invio di aerei da combattimento. Macron non ha chiuso all’ipotesi, e secondo il ministro della Difesa Sébastien Lecornu «il tema è sul tavolo».

Ieri mattina l’Eliseo aveva ricordato la sua dottrina sulle forniture di armi a Kiev, ovvero che devono essere coordinate con gli alleati occidentali, corrispondere alle esigenze dell’esercito ucraino ma non alimentare una “escalation”. La Francia ha già inviato cannoni Caesar (diciotto consegnati, e altri dodici in arrivo), lanciarazzi, blindati Vab, camion, mortai e tanti volontari-mercenari. La presenza di mezzi francesi al fronte è molto visibile.

Proprio qualche giorno fa Lecornu e il ministro Guido Crosetto avevano annunciato l’accordo per la consegna in primavera del sistema di difesa antiaerea Samp/T di fabbricazione italo-francese che consentirà all’Ucraina di difendersi dagli attacchi dei droni, missili e aerei russi. Un’intesa di cui Macron e Giorgia Meloni avevano parlato nella loro telefonata di lunedì sera.

Scegliendo Parigi, Zelensky vuole celebrare un cambio di passo di Macron. Il presidente ucraino non aveva apprezzato le dichiarazioni del leader francese a proposito della necessità di «non umiliare la Russia ». Macron ha poi promesso di accompagnare Kiev “fino alla vittoria”. «Credo che sia cambiato», dice Zelensky al Figaro . «Dopo tutto è stato lui ad aprire la porta alle consegne dei carri armati», ha proseguito, alludendo alla consegna di tank leggeri decisa da Macron a gennaio. Secondo il leader ucraino, oggi «la fiducia è reale» con Parigi e Berlino, ammettendo che la procrastinazione tedesca sulle consegne di armi lo ha a lungo irritato.
L’ultima volta che Scholz e Macron avevano incontrato Zelensky, nel giugno scorso, c’era anche l’Italia.

E Mario Draghi era stato il traino nel sostegno all’Ucraina: nel lungo viaggio in treno per Kiev, il premier aveva convinto il cancelliere ad accettare la richiesta dell’adesione dell’Ucraina alla Ue. A otto mesi di distanza quel ruolo di punta dell’Italia sembra evaporato: a Parigi, ieri, Meloni non c’era. Scholz, intanto, è tornato a frenare su una corsia preferenziale per l’Ucraina nell’Unione, ora che Zelensky è atteso per la prima volta nella capitale dell’Ue. Chi fa da traino, adesso, sono i Paesi che si sono consolidati come sostenitori “ultrà” delle ragioni di Zelensky, anche sul fronte militare: Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania.

Prima di partire per Parigi, il cancelliere ha voluto rinnovare il suo invito ai partner più scalmanati a «non spezzare l’unità attraverso la competizione su chi offre di più sul fronte dei blindati, dei sottomarini o degli aerei da combattimento».La Germania è in una fase di cauto disgelo con Kiev: dopo settimane di isolamento, Scholz ha concesso la fornitura dei blindati da combattimento Leopard, e il ministrodella Difesa Pistorius ha confermato martedì, durante una visita a sorpresa a Kiev, che almeno cento Leopard 1 arriveranno in Ucraina.

Ieri un portavoce del governo ha precisato che altri sessantadue Leopard 2 si aggiungeranno a quelli di tipo più vecchio. La prossima settimana la “Panzerkoalition”, l’alleanza dei Paesi che fornirà i Leopard, si riunirà in un vertice. Scholz continua a fare attenzione a non superare le linee rosse che potrebbero provocare un’escalation con la Russia. Un ruolo da costante freno che potrebbe aver indotto Zelensky a non fare tappa a Berlino, nel suo mini tour europeo. E non è detto che a Scholz dispiaccia.

 

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