L’ira di Meloni su Sanremo. Accelerare il cambio alla Rai

Monica Guerzoni Corriere della Sera 12 febbraio 2023
L’ira di Meloni su Sanremo per il caso Fedez: hanno passato il segno. La scelta di accelerare il cambio alla Rai
Giorgia Meloni è convinta che i vertici della Rai abbiano «passato il segno», dopo aver visto «con stupore» quanto accaduto a Sanremo. Il piano B nel caso in cui Fuortes rimanesse: Rossi direttore generale per togliere poteri all’ad

 

Voltare pagina, in fretta e possibilmente senza traumi. Perché i vertici della Rai «hanno passato il segno» e la cautela con cui Giorgia Meloni si era accostata ai piani alti di viale Mazzini, nei giorni di Sanremo ha cambiato di segno. Ora a Palazzo Chigi prevale lo «stupore», una parola diplomatica che rivela l’ira, il fastidio, la profonda disapprovazione della presidente del Consiglio e dei ministri a lei più vicini per come l’azienda pubblica ha gestito i momenti chiave del Festival: «Un vero caos».

La performance di Fedez, con la foto del viceministro Galeazzo Bignami in maschera da nazista strappata in diretta, è giudicata «inopportuna» e anche «pericolosa». «Prima o poi qualche squilibrato potrebbe passare dalla violenza verbale a quella fisica e colpire uno di noi», è il timore condiviso da diversi esponenti della destra di governo.

A rivelare quanto nero sia l’umore della premier sulla «sceneggiata» di Fedez (e non solo) sono state, sin dal mattino, le dichiarazioni di diversi esponenti di Fratelli d’Italia, in difesa di Bignami e contro la Rai. Il partito della premier rimprovera ai vertici di aver «perso il controllo dell’azienda», violato la pluralità del servizio pubblico e trasformato l’Ariston in «una tribuna elettorale» alla vigilia del voto.

Un coro che invoca le dimissioni dell’ad Carlo Fuortes, concertato via chat e rafforzato dalle parole dei due presidenti dei capigruppo di Senato e Camera, Tommaso Foti e Lucio Malan. Segno che la linea è decisa. «Non so quando, ma penso che saranno cambiati i vertici Rai» ha detto a Corriere Tv il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi.

Se dovesse dar seguito alla rabbia di queste ore, Meloni vorrebbe mandar via Fuortes anche subito. Per i messaggi di Fedez su cannabis e governo, per come è stata gestita la presenza di Mattarella, perché «la figuraccia su Zelensky ce la potevamo risparmiare». Nei mesi scorsi la premier si era mossa con prudenza, sforzandosi di non rompere i rapporti con Fuortes e con la presidente Marinella Soldi. «Ho troppi fronti aperti, in primavera ci sono le nomine, non posso aprire anche il fronte Rai», era il suo leitmotiv quando ora Salvini, ora Berlusconi, spingevano per il ricambio.

Sul budget Palazzo Chigi avrebbe potuto aprire la crisi, ma ha preferito prendere tempo. Ora quel tempo è scaduto. Meloni si sarebbe pentita di aver aspettato troppo e convinta che il momento di accelerare il benservito sia arrivato. E se nel governo molti sperano nel passo indietro di Fuortes, a Palazzo Chigi sembra non crederci nessuno: l’ad ha rifiutato la guida del Maggio Fiorentino e il Teatro alla Scala, dove gli piacerebbe approdare, non è disponibile.

Nelle stanze dove si prendono le decisioni ci sarebbe anche un piano B: non assumersi il rischio di silurare Fuortes, per non farne l’eroe della resistenza anti-governativa e però sfilargli la delega della direzione generale per affidarla a Gianpiero Rossi, fedelissimo di Meloni. Ma è chiaro che sarebbe un pareggio, non una vittoria. «La transizione si farà con buon senso, senza azioni traumatiche — suggerisce un “big” meloniano —. Ma in piena campagna elettorale un palcoscenico così importante non poteva essere gestito peggio».

La questione è squisitamente politica. In FdI lamentano che la Rai non abbia dato spazio a Meloni quando era all’opposizione e giudicano «un’anomalia gigantesca» che nella governance della tv di Stato «non ci sia un solo esponente del principale partito di maggioranza». Ovviamente non è tutto. Meloni ha fatto capire pubblicamente quanto seccata sia per il trattamento riservato al presidente ucraino Zelensky, prima invitato a parlare in videomessaggio e poi ridimensionato attraverso la lettera, declamata da Amadeus.

Quanto a Bignami, è più addolorato che furioso. Così lo raccontano dentro un partito che ha reagito con un riflesso identitario. «Ho chiesto più volte scusa per quello scatto sbagliato che risale al 2005», ricorda il viceministro. La versione del direttore di Rai Uno, Stefano Coletta, non convince i meloniani, che invece credono alla ricostruzione del quotidiano La Verità: la Rai sapeva che Fedez avrebbe fatto a pezzi la foto di Bignami, sapeva perché il rapper «aveva fatto le prove dello show». Secondo i dirigenti di FdI, che avrebbero ascoltato anche delle registrazioni, il rapper aveva deciso di mostrare la foto del viceministro a testa in giù per evocare piazzale Loreto. Ma l’idea non sarebbe piaciuta alla Rai e Fedez avrebbe scelto di strappare la foto.

 

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