Odessa, la minaccia arriva dal mare: Mosca inaugura i “droni navali”

Francesco Semprini La Stampa 15 febbraio 2023
Odessa, la minaccia arriva dal mare: Mosca inaugura i “droni navali”
Barchini senza pilota per attaccare infrastrutture dall’acqua. Il primo impiego contro il ponte strategico Zatoka: «Sono copiati dai battelli teleguidati di Kiev»


Il 2 novembre 2022, il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, in un incontro con Vladimir Putin, avrebbe proposto la creazione di una flotta di droni navali, ovvero la fabbricazione di un certo numero di «barchini» senza pilota in grado di condurre operazioni ad alto rischio e attacchi kamikaze.

Un modo per rafforzare l’offensiva militare delle forze di Mosca sulle coste del Mar Nero, e al contempo una minaccia anche per il traffico marittimo civile. Alcuni di questi droni sarebbero stati utilizzati lo scorso 10 febbraio per un attacco che aveva come obiettivo un ponte nella regione di Odessa, un’infrastruttura strategica per le comunicazioni e il trasporto delle merci.

La rivelazione arriva direttamente da Kiev, e in particolare dal comandante delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny che, nel corso di una conversazione con l’omologo statunitense Mark Milley, avrebbe parlato fra i diversi argomenti dell’impiego da parte di Mosca di «droni di superficie marittima». «Ho aggiornato il collega (americano) sui risultati dell’ultimo massiccio attacco missilistico del nemico, sottolineando l’importanza dei sistemi di difesa aerea e ringraziandolo ancora una volta per il trasferimento di tali dotazioni a nostro favore.

Ho inoltre condiviso la preoccupazione per l’impiego di droni di superficie marittima da parte della Russia, che rappresenta una minaccia per la navigazione civile nel Mar Nero», afferma il post di Zaluzhny pubblicato sul suo canale Telegram dopo il colloquio con il capo di Stato maggiore delle Forze armate Usa.

Nel caso venisse comprovato, l’impiego di droni di questo tipo sarebbe una novità assoluta. La Russia dispone infatti di veicoli di ricerca, come gli «Harpsichords» (letteralmente «clavicembali») così come del sistema Galtel (robot con funzioni di sorveglianza), ma l’uso di droni di superficie, o eventualmente sottomarini, a scopo offensivo non era mai stato segnalato nelle operazioni militari russe contro l’Ucraina.

Zaluzhny non ha specificato da quanto tempo sono in corso attacchi condotti con droni navali o quante volte la Russia abbia utilizzato questi nuovi armamenti. A suffragio di quanto sostenuto dal generale ucraino tuttavia sono comparsi venerdì 10 febbraio su canali social alcuni video che riprendono un natante, presumibilmente senza pilota, scagliarsi contro il ponte stradale-ferroviario a Zatoka, nella regione di Odessa.

Secondo alcuni commentatori militari russi, l’attacco è stato effettuato da un mezzo marino in grado di navigare autonomamente «sott’acqua» o in «superficie». Nel rapporto di sabato del ministero della Difesa della Federazione Russa non ci sono informazioni al riguardo. Così come l’autenticità del video non è stata ancora confermata e non è chiaro quale sia l’entità del danno causato all’infrastruttura.

Il ponte è però un collegamento strategico tra Ucraina, Moldavia e Romania ed è stato preso di mira dalla Russia in precedenza, in particolare nell’aprile 2022, con attacchi missilistici di scarso successo. La vicenda è stata ricostruita dal sito «The Insider», sulla base di una serie di fonti specializzate come il canale Telegram «Military Informant», secondo cui nella realizzazione della flotta di droni navali, i russi si sarebbero ispirati agli stessi ucraini.

Ovvero l’idea sarebbe stata copiata da un barchino kamikaze senza pilota utilizzato dagli ucraini in un’operazione sulle rive di Sebastopoli condotta in autunno. H.I. Sutton, analista americano dello Us Naval Institute, spiega che il video è «credibile» e che l’attacco è stato condotto con un «battello di superficie senza equipaggio carico di esplosivi (USV)». «È lo stesso sistema – spiega – che l’Ucraina ha usato efficacemente contro la Russia alla fine dello scorso anno».

Le imbarcazioni a cui fa riferimento l’esperto sono battelli teleguidati della lunghezza di 5,5 metri e del peso di mille kg, in grado di raggiungere la velocità massima di 80 km orari e con autonomia di 60 ore. Gli stessi che potrebbero essere stati utilizzati dalle forze di Kiev per condurre un’operazione contro il cantiere navale di Sevmorzavod, appunto a Sebastopoli.

Uno di questi potrebbe non essere esploso andando alla deriva per essere poi intercettato dai russi i quali lo hanno usato come «modello» per lo sviluppo di una loro flotta, come suggerito dal governatore Razvozhaev.

Le forze armate ucraine non hanno tuttavia una flotta strutturata a tutti gli effetti e la portata di questi droni è piuttosto ridotta. H.I. Sutton teme invece che se la Russia riuscisse a utilizzare prototipi più aggressivi con l’obiettivo di colpire le coste, «l’equilibrio di potere nel Mar Nero potrebbe cambiare nuovamente a favore di Mosca».

«Sebbene lo scenario peggiore – chiosa l’esperto – sarebbe l’impiego contro navi mercantili dirette in Ucraina nell’ambito degli accordi sull’export di grano, con l’obiettivo di far ricadere la colpa sulle stesse forze armate di Kiev».

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