Giovanna Vitale La Repubblica 16 febbraio 2023
“Meloni è capace” Gli elogi alla premier di Letta e Bonaccini creano un caso nel Pd
Il segretario uscente al Nyt evidenzia il cambio di linea della leader FdI Il governatore: “Non è fascista”. Insorge Orlando, critica Schlein
Non fanno che vantarsi d’essere il principale partito d’opposizione ma, a giudicare dall’ultima polemica, la vera specialità del Partito democratico è fare opposizione a sé stesso, anziché contro Giorgia Meloni. La quale, nel giro di 24 ore, è stata “elogiata” — anche se entrambi negano, dicono che no, sono stati fraintesi — sia dal segretario uscente, Enrico Letta, sia dal più accreditato alla successione, Stefano Bonaccini.
Tanto da scatenare l’ira di Andrea Orlando, a cui non è parso vero di poter incendiare il sonnacchioso dibattito congressuale con l’accusa — indirizzata in particolare allo sfidante di Elly Schlein, sua protetta — di intelligenza col nemico. Scorie di una guerra che, a dieci giorni dalle primarie, minaccia di incrudelirsi.
Tutto comincia al mattino. Quando viene diffusa l’intervista alNew-York Times nella quale Letta spiega che, sulle questioni economiche, la premier è stata «migliore di quanto ci aspettassimo». Soprattutto perché ha deposto le armi contro l’Ue, decidendo di «seguire le regole» ed evitando di «commettere errori».
Chiara l’intenzione: evidenziare abiure e contraddizioni di chi per anni ha predicato una cosa e una volta a Palazzo Chigi ne ha fatte altre. «La realtà è che lei è forte», la constatazione finale, apparsa a tanti troppo generosa. «È in piena luna di miele, senza un’alternativa all’interno della maggioranza e con l’opposizionedivisa». Parole accolte con un certo fastidio nel partito, ma senza reazioni plateali.
Quando però in tv Bonaccini si mette in scia — «Meloni non è una fascista, è una persona certamente capace », dice, «ha idee molto lontane dalle mie e dovrà dimostrare di essere all’altezza. Usiamo misura nelle critiche perché sono appena arrivati » — l’ex ministro del Lavoro insorge.
Nonostante il presidente emiliano avesse poi condito di svariate accuse la sua riflessione, su Facebook Orlando va giù durissimo: «C’è qualcosa che non va», esordisce. «Mettiamoci d’accordo, compagni e amici. Se sosteniamo che la manovra di bilancio incentiva l’evasione, premia le rendite, colpisce i poveri e non affronta la crisi salariale. Se diciamo che il decreto Ong è contro la Costituzione, i trattati internazionali e il senso stesso di umanità. Se diciamo che esponenti del governo, coperti dalla premier, si sono resi responsabili di comportamenti gravi e di un utilizzo inaccettabile delle istituzioni contro l’opposizione.
Come si fa a dire poi che sono capaci (di cosa?) o che sono meglio di quanto ci aspettassimo? ». Un’intemerata dettata dalla rabbia: ma come? — ragiona con i suoi — FdI fa dossieraggio contro tre deputati del Pd, incolpati per giunta d’essere amici dei mafiosi, e questo se ne va in giro dicendo che non bisogna criticare? Un mondo alla rovescia, che scatena l’ala sinistra del partito. «Il governo sta facendo male e in Europa rischia di isolarci», dà man forte Schlein. «È il peggiore di sempre», rincara Peppe Provenzano, «come si fa a dire che è capace? Pensiamo a fare opposizione e costruire l’alternativa».
Il più amareggiato, alla fine, è Letta. Se infatti Bonaccini derubrica il tutto a mera «strumentalizzazione », il segretario mai avrebbe voluto concludere così la sua esperienza. È quel che traspare dalla nota diramata a sera dal Nazareno: «Dispiace che Orlando travisi completamente le dichiarazioni di Letta alNew York Times ai fini di una polemica interna che non ha fondamento». Sarebbe bastato leggere, in inglese, il testo per intero, graffia l’ufficio stampa. Mentre i Fratelli gongolano: «Con questi avversari, Meloni può dormire sonni tranquilli».
Si accende la sfida congressuale a dieci giorni dalle primarie L’ex ministro del
Lavoro: “Come si fa a dire queste cose quando FdI crea dossier contro di noi?”