Scozia, annuncio shock Sturgeon si dimette “La politica è brutale”

Antonello Guerrera La Repubblica 16 febbraio 2023
Scozia, annuncio shock Sturgeon si dimette “La politica è brutale”
Da 8 anni premier a Edimburgo, paladina dell’indipendenza da Londra, lascia l’incarico: “Troppe pressioni, sono un essere umano anch’io”

 

Era la Lady di Ferro scozzese, o “Lady MacBeth” per i suoi critici. Camminava su tutti i suoi avversari politici e quando la incontravamo, la sua spietatezza politica era disarmante: anche di fronte a un errore che l’aveva costretta all’angolo, sapeva sempre uscirne a testa alta. Nicola Sturgeon, nata a Irvine, in Ayrshire, e cresciuta a Dreghorn – villaggio di 4mila anime dove John Boyd Dunlop inventò gli pneumatici nel 1888 – è stata senza dubbio il miglior politico britannico degli ultimi vent’anni, piaccia o meno.

Ma “non puoi mai scappare dalle tue debolezze”, scriveva Robert Louis Stevenson. E così ieri mattina Sturgeon, la Braveheart del popolo scozzese, Giovanna d’Arco con la Croce di Sant’Andrea che «già a 4 anni voleva leggere giornali e libri» (mamma Joan dixit), figlia di un elettricista e di un’infermera, convoca a sorpresa una conferenza stampa a Edimburgo. Come la sua omologa neozelandese Jacinda Ardern, l’irriducibile prima ministra e leader indipendentista dell’ Snp (Scottish National Party) confessa al Paese e al mondo tutte le sue fragilità. E, clamorosamente, si dimette.

Se Ardern aveva «finito la benzina », Sturgeon, che alle ultime elezioni locali ha sfiorato il 50%, racconta di aver «preso la decisione il weekend scorso, durante il funerale di un amico attivista dell’Snp. Non riuscivo più a sopportare le pressioni. Fare il primo ministro è il lavoro più bello del mondo, ma è molto difficile. Non hai privacy, lavori 24 ore al giorno, non puoi prendere nemmeno un caffé con gli amici. Tutto ciò ha avuto un profondo impatto fisico e mentale su di me: di recente ogni mattina dovevo farmi forza per andare al lavoro. La politica è brutale. E anche io sono un essere umano».

Eppure Sturgeon, europeista incallita e leader incontrastata per 8 anni a Edimburgo dopo essersi sbarazzata del padrino politico Alex Salmond, ha dedicato quasi tutti i suoi 52 anni a un solo obiettivo: l’indipendenza della Scozia. Sedicenne, con i capelli alla Duran Duran, Nicola si presenta alla candidata indipendentista Kay Ullrich: «Posso aiutarti a fare il porta a porta?». È la vocazione politica, quasi religiosa, di Sturgeon, “bambina prodigio della classe operaia”, ragazzina timida, taciturna, con l’amore vorace per i romanzi, soprattutto di Lewis Grassic Gibbon e Nigel Tranter. Entra subito nell’ Snp, sposa Peter Murrell, oggi direttore esecutivo del partito, niente figli come Angela Merkel e Theresa May, e un unico vero desiderio: la Scozia libera da Londra, a maggior ragione dopo «l’aberrante Brexit».

Sturgeon assicura «che un giorno Edimburgo sarà indipendente e io continuerò a battermi da semplice deputata». I fedelissimi al di là del Vallo di Adriano confermano: «Completeremo la sua opera!». Ma la realtà morde. Al di là dell’incertezza sull’ignoto successore, il movimento indipendentista in Scozia, nonostante la Brexit, pare in difficoltà, anche per il recente niet della Corte Costituzionale britannica. Che ha negato a Sturgeon l’approvazione di un secondo referendum sull’uscita dal Regno Unito, dopo quello perso nel 2014, senza l’approvazione di Downing Street. Inoltre, i sondaggi sono sempre più negativi, con gli indipendentisti scesi fino a 10 punti sotto gli unionisti.

L’addio di Sturgeon potrebbe inoltre costituire un grosso regalo ai laburisti in vista delle elezioni generali del 2024. Ma la prima ministra smentisce che sulla decisione abbia influito la sua controversa legge sul cambio di genere (possibile da 16 anni d’età con una semplice autocertificazione) e l’iniziale difesa della presenza di uno stupratore seriale, poi diventata trans, in un carcere di donne. Posizione che aveva scatenato la rivolta di femministe, tra cui la madre di Harry Potter, J.K. Rowling.

Non è l’unica polemica che Sturgeon si lascia alle spalle, in una Scozia con seri problemi di sanità e droga giovanile. I suoi critici sostengono che Sturgeon “abbia mollato la barca prima che affondi”. O forse, è stata solo la scelta di «un essere umano».

 

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