Marco Grasso il Fatto Quotidiano 18 febbraio 2023
Montaruli, sottosegretaria condannata per peculato
Il governo Meloni ha la sua prima pregiudicata: la Corte di Cassazione ha confermato una condanna definitiva a un anno e sei mesi nei confronti della sottosegretaria all’Istruzione, Augusta Montaruli.
L’accusa è di peculato e la sentenza si riferisce alla Rimborsopoli piemontese, una vicenda che si è trascinata per cinque gradi di giudizio. Montaruli, pasionaria di Fratelli d’Italia, durante il suo mandato da consigliera regionale fra il 2010 e il 2014 ha beneficiato di 25 mila euro di rimborsi (la contestazione iniziale era di 41 mila euro) che nulla avevano a che fare con la sua carica politica. Dalla Regione Piemonte si è fatta pagare abiti Hermès e una borsettina Borbonese; cristalli Svarowsky e strenne natalizie (gianduiotti, omaggi floreali, orecchini, orologi Swatch); bisogni quotidiani, dalla lavanderia alle sigarette. E ancora: 6 mila euro per uno studio sulla propria reputazione social e 4.800 per un corso sull ’uso dei social network.
LA LISTA comprende anche ristoranti “in luoghi di prestigio”,“per un elevato numero di commensali”, o anche “in date fes tive”. Fra i rimborsi c’è, ad esempio, il conto di un ristorante di San Salvario. Montaruli sostiene che si trattasse di un incontro con un’as s o ci azione, ma il proprietario racconta ai magistrati che si trattava di un evento elettorale per la campagna dell’ex marito Maurizio Marrone: all’epo – ca la stampa locale li chiamava i “fidanzatini terribili” per via delle apparizioni ad Anno Zero.
Alcune spese, concludono i giudici, sono talmente “stravaganti ed “e ccentriche ” da far pensare che la consigliera confidasse nell ’assenza di ogni controllo, garantita da un accordo “spartitorio” e “c r i mi n a l e ” – si legge nella sentenza –. Tra queste, oltre ad alcuni casi già citati, ci sono due libri: Mia suocera beve di Diego De Silva, eSexploration ( sottotitolo: “Giochi proibiti per coppie”).
La Corte di Cassazione ha ridotto di un mese la condanna della Corte d’Appello (un anno e sette mesi) a cui il fascicolo era già stato mandato una prima volta per rideterminare le pene. Insieme a quella di Montaruli sono diventate definitive anche le condanne nei confronti di Roberto Cota, ex presidente della Regione Piemonte della Lega (un anno e sette mesi) e di Paolo Tiramani, ex deputato del Carroccio (un anno e cinque mesi). Avvocato penalista di 39 anni, Augusta Montaruli comincia a fare politica quando è ancora tra i banchi di scuola.
Rappresentante di Azione giovani, negli anni del governo Berlusconi critica fortemente la svolta dell’ex leader di Alleanza Nazionale: “Quel – lo di Fini sui valori dell’antifascismo è un falso storico”. Le tracce di quel passato radicale riemergono quando viene candidata in consiglio regionale.
Un collettivo universitario recupera alcune vecchie fotografie che la ritraggono durante un pellegrinaggio a Predappio e in cortei con croci celtiche e braccia tese. Le sue battaglie sono legate a territori di periferia – come Barriera di Milano, Le Vallette, Borgo San Paolo – e a temi cari alla destra: degrado, sicurezza, spaccio, cortei anti-moschee.
Eletta deputata, nel 2018, ha fatto parlare di sé per interventi molto duri nei confronti dello ius scholae e contro la liberalizzazione della cannabis. Adesso questa condanna rischia di creare più di un imbarazzo per la sottosegretaria, che di fatto è il primo membro del governo di Giorgia Meloni a incappare in una condanna definitiva.
E c’è già chi chiede le dimissioni, come il presidente dell’Emilia-Romagna e candidato alla guida del Pd, Stefano Bonaccini: “Deve subito lasciare il suo incarico ministeriale”, ha scritto su Twitter.