Wanda Marra il Fatto Quotidiano 19 febbraio 2023
Il sì di Elly ai cannoni: l’imbarazzo dei suoi fan
Basta pronunciare la parola “armi” accompagnata da quella “Ucraina” per incrinare l’atmosfera – per il resto piuttosto euforica – che accompagna l’iniziativa di Elly Schlein in piazza Testaccio a Roma .
Mentre contano i partecipanti (“Siamo 2 .000”), mettono l’accento sul fatto che “molti non sono elettori del Pd ” e prevengono la critica sul fatto che si tratta di una delle Ztl più “trendy ” del la Capitale (“stamattina c’era tantissima gente al Quadraro”), i dirigenti giunti a sostegno di Elly cercano di evitare i temi spinosi .
LA CANDIDATA al congresso del Pd lo ha ribadito ancora una volta al Corriere della Sera : l’invio di armi all’Ucraina serve “per consentirle di resistere”, anche se non saranno loro “a porre fine alla guerra ” .
D’altra parte, lei in Parlamento ha votato a favore . Gli unici a non votare sono stati Arturo Scotto e Nico Stumpo di Articolo 1 e Paolo Ciani di Demos . Ora, Articolo 1 sostiene Schlein al congresso, mentre Demos non si è schierato .
E la questione armi? “Siamo in un’altra fase del conflitto: l’escalation è sotto gli occhi di tutti. Ora si parla di jet da combattimento dopo i tank e i lanciarazzi”, affonda Scotto . “La politica è totalmente uscita di scena e il rischio di un allargamento della guerra è concreto .
Bisogna scommettere sul negoziato e aprire un dibattito vero sulla fornitura degli armamenti . Quali sono gli obiettivi veri? Tenere in piedi la resistenza ucraina o tenere in piedi la guerra?” . E allora come si concilia questo con l’appoggio a Schlein? “Si va per avvicinamento, lei ha una posizione problematica, non radicale . E poi, se scartassimo tutti quelli che dicono sì all’invio, non potremmo parlare praticamente con nessuno”, ammette Scotto .
In effetti, la candidata alla guida del Pd nei mesi ha avuto posizioni piuttosto sfumate sulla questione armi . “Sono stata molto dubbiosa”, ammetteva quest’estate . Evidentemente, una scelta travagliata . Scotto a Testaccio non si vede, ma c’è Alfredo D’Attorre, anche lui Articolo 1, ora fuori dal Parlamento: “Avrei votato sì, come Elly .
Ma avrei messo più condizioni” . Erasmo Palazzotto, ex parlamentare e tornato a costruire progetti per il Terzo settore, ci tiene a dire che “il problema non sono le armi” ma “l’atteggiamento dell ’Europa” . Insomma, non è l’invio, ma tutto quello che manca per costruire la pace .
Se è per Livia Turco, storica dirigente dem, vicina da sempre a Massimo D’Alema, mentre scende entusiasta dal palco la sola parola “armi” le fa alzare le mani e allontanarsi nella folla .
Alessandro Zan si mette in linea-Schlein, mentre Laura Boldrini si smarca: “Io sono più radicale, alle armi dico no” .
IL TEMA è evidentemente spinoso, tanto che una settimana prima dei gazebo si tende a glissare. A Testaccio si immagina un futuro che vede in Schlein non solo un cambio generazionale alla guida del Nazareno, ma anche una diversa apertura all ’esterno . I dati dei circoli vedono ancora Bonaccini saldamente in testa, con 71043 voti, pari al 54.03%, contro i 44.590 voti, pari al 33,91% di Schlein; quindi Gianni Cuperlo con 9 .977 voti, pari al 7,5%; e Paola De Micheli, con 5 .869 voti, pari al 4,46% .
Ma Elly è galvanizzata . Comunque vada, la guerra in Ucraina e l’atlantismo resteranno un tema da coniugare con il pacifismo “naturale ” di un certo elettorato di sinistra che guarda a Schlein .