Sparito ogni negoziato, alla Conferenza di Monaco venti di guerra, veri

Anna Maria Merlo il Manifesto 19 febbraio 2023
Fino alla vittoria, messaggio dalla «Davos con le armi»
Sparito ogni negoziato, alla Conferenza di Monaco anche un G7-lampo con l’Ucraina. E Washington denuncia «crimini di guerra russi». La vicepresidente Harris: «Abbiamo le prove»


Il conflitto in Ucraina sarà lungo, l’Occidente deve prepararsi e, prima di tutto, deve incrementare gli aiuti militari a Kyiv per permettere la «vittoria».

L’analisi è unanime, le promesse di aumentare l’intervento anche, al secondo giorno della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, la “Davos con le armi” che si svolge all’hotel Bayerische Hof, con la presenza di una quarantina di capi di stato e di governo, un centinaio di ministri e una miriade di specialisti e consulenti. A latere della Conferenza, anche un G7 dei ministri degli esteri, dedicato all’Ucraina ma anche all’Iran.

SVOLTA PER GLI USA: la vice-presidente Kamala Harris e il segretario di stato Antony Blinken hanno denunciato per la prima volta i «crimini contro l’umanità» della Russia, «stabiliti formalmente» da Washington 30.600 casi repertoriati. «Le loro azioni sono un assalto contro i nostri valori comuni, contro la nostra comune umanità», ha detto Harris.

La palma dell’attivismo va al premier britannico Rishi Sunak, alla Polonia che promette aerei Mig e al segretario della Nato. Sunak considera che «la risposta della comunità internazionale all’aggressione dell’Ucraina è stata insufficiente» ed è ormai tempo per l’Occidente di «raddoppiare il sostegno militare», c’è «bisogno di una strategia militare perché l’Ucraina acquisisca un vantaggio abbastanza decisivo sul terreno per vincere la guerra e di una strategia politica per vincere la pace».

Sunak fa anche un altro passo avanti, propone «un nuovo trattato» Nato, sottoposto agli alleati al vertice di luglio a Vilnius, «per proteggere l’Ucraina da future aggressioni» (ma la Nato è già in difficoltà per accogliere due nuovi membri, la Svezia e la Finlandia, un fast track che ha però trovato l’ostacolo della Turchia, soprattutto per Stoccolma).

LA POLONIA, che riceverà Joe Biden (martedì c’è un discorso importante a Varsavia, con un messaggio a Putin) ieri ha messo avanti la possibilità di fornire Mig all’Ucraina (i piloti sanno manovrare questi caccia, non c’è quindi bisogno dei tempi lunghi di addestramento, per i più recenti aerei occidentali – tabù fino a poco fa – si parla di almeno 18 mesi di training).

Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha partecipato al G7, è sicuro: «l’Ucraina avrà i caccia, è solo questione di tempo e procedure». Il comunicato del G7 afferma la «determinazione a continuare a sostenere l’Ucraina nell’esercizio del suo diritto a difendersi dall’invasione russa, anche fornendo assistenza militare e di difesa».

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha invitato i 27 a «raddoppiare gli sforzi» per far fallire «i piani imperialisti di Putin», anche se gli europei hanno serie difficoltà di produzione: «è tempo di accelerare perché l’Ucraina ha bisogno di materiale per sopravvivere».

Lunedì i ministri degli esteri dei 27 si riuniscono per decidere se seguire la proposta dell’Estonia, per acquisti congiunti di munizioni e armi per l’Ucraina, utilizzando 4 miliardi della European Peace Facility.

È LA PRIMA VOLTA che gli Usa denunciano «crimini contro l’umanità» perpetrati dai russi in Ucraina. Kamala Harris ha parlato di «barbarie inumane» commesse dai soldati russi, Antony Blinken di «attacco generalizzato e sistematico da parte del Cremlino contro la popolazione civile ucraina».

La Ue propone la Corte penale internazionale, ma Russia, Usa e Ucraina non hanno ratificato lo statuto del 1998. A settembre l’Onu aveva stabilito «crimini di guerra su ampia scala» (tortura, stupri).

Il 23 febbraio, la vigilia dell’anniversario dell’aggressione, l’Assemblea generale dell’Onu voterà su una risoluzione di condanna della guerra (è il solo modo per aggirare il veto russo al Consiglio di sicurezza): il risultato sarà un termometro per valutare la situazione internazionale (al voto sull’integrità territoriale dell’Ucraina, nell’ottobre 2022, il testo difeso dall’Occidente aveva raccolto 143 voti, 5 contro, ma 35 astensioni). Venerdì Macron e Scholz si sono rivolti al “sud globale”, che tende all’equidistanza: attenzione, la guerra imperialista russa riguarda anche voi.

ATTESO PER TUTTA la giornata di ieri un incontro tra Blinken e Wang Yi, il capo diplomatico del partito comunista cinese ed ex ministro degli esteri.

Wang Yi denuncia «mentalmente il ritorno della guerra fredda» e si è rivolto all’Europa, invitando a «pace e dialogo»: «Cina e Europa sono due forze maggiori, di mercato e di civiltà in un mondo sempre più multipolare. Le scelte che facciamo hanno un grande impatto sul divenire del mondo». Bisogna fare «scelte giuste», la «Cina resta dalla parte del dialogo», «va evitata una catastrofe nucleare».

Il segretario della Nato Jens Stoltenberg mette in guardia: non fare con la Cina «gli stessi errori» fatti con la Russia, «non dobbiamo diventare troppo dipendenti da produzioni e materie prime».

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